Lawrence Ferlinghetti: «Storia dell’aeroplano»…
… con un occhio a un certo 11 settembre (*)
E i fratelli Wright dissero che pensavano di aver inventato
qualcosa che poteva portare pace sulla terra
(se non se ne fossero impossessati i fratelli sbagliati)
quando la loro meravigliosa macchina volante si alzò da Kitty Hawk
verso il regno degli uccelli ma il parlamento degli uccelli fu terrorizzato
da quell’uccello costruito dall’uomo e fuggì in paradiso
E poi la famosa Fortezza Volante decollò rizzandosi con armi
e testosterone per garantire al mondo pace e capitalismo
ma gli uccelli della pace non si riuscirono a trovare
né prima né dopo Hiroshima
E allora degli uomini saggi costruirono macchine volanti più grandi e più veloci
e quei grandi uccelli artificiali con le piume a reazione
volarono più alti di qualsiasi vero uccello
e sembrarono sul punto di volare nel sole e fondere le proprie ali
e come Icaro precipitare sulla terra
E i fratelli Wright furono a lungo dimenticati nei
bombardieri d’alta quota che ora cominciavano
ad elargire le loro benedizioni su vari Terzi Mondi
continuando a proclamare che stavano cercando
le colombe della pace
E continuarono a volare e volare
finché non volarono dritti nel XXI secolo
e allora un bel giorno un Terzo Mondo restituì il colpo e
prese d’assalto i grandi aerei e li pilotò
dritti nel cuore pulsante di Skyscraper America
dove non c’era alcuna uccelliera e nessun parlamento di colombe
e in un lampo accecante l’America divenne parte
del cuore bruciato della terra
E un vento di ceneri soffia sulla nazione
E per un lungo momento nell’eternità
C’è caos e disperazione
E amori sepolti e voci
Pianti e sussurri
Riempiono l’aria
Ovunque
Lawrence Ferlinghetti, da «Storia dell’aeroplano»: traduzione di Giada Diano e Raffaella Marzano
(*) Come scrive – in http://www.strill.it/rubriche/storie/2008/04/poesia-contro-laltraamerica – Giada Diano «“Storia dell’aeroplano” fa parte di un gruppo di poesie scritte da Ferlinghetti in risposta all’attentato dell’11settembre. Nei versi fortemente politici che la compongono, il poeta ribadisce la sua vocazione sovversiva e conferma la sua vena al tempo stesso radicalmente pacifista e di forte contestazione della politica aggressiva, militarista e materialista degli Stati Uniti. La condanna a ogni tipo di terrorismo emerge chiaramente assieme alla coraggiosa denuncia, nei testi che seguono, degli altri terroristi, quelli dentro la casa Bianca».