Le pericolose visioni di chi non ha bocca ma deve urlare
di Fabrizio (Astrofilosofo) Melodia
Se n’è andato anche lui: mi auguro non in quella grotta dove un immenso e immobile computer senziente tieni prigionieri gli esseri umani per divertirsi a farli urlare di dolore. Harlan Ellison è morto (a 84 anni) il 27 giugno.
Pluripremiato con otto premi Hugo, quattro premi Nebula, e sei Bram Stoker Awards, nella sua prolifica vita di scrittore – non solo di fantascienza – scrisse numerosi racconti brevi, oltre a romanzi, saggi, sceneggiature per il cinema, la televisione e udite udite anche per i fumetti.
Nato a Cleveland (in Ohio) nel 1934, quello che sarebbe stato conosciuto come l’enfant terrible della fantascienza, pubblicò i suoi primi racconti su rivista alla fine dei ’40 e la sua prima sceneggiatura ufficiale per un fumetto, intitolata “Upheaval”, disegnata da Al Williamson, fu pubblicata nel 1954, per i tipi della famigerata «Weird Science-Fantasy» della EC Comics, nota casa editrice che all’epoca fu al centro di aspre polemiche per i contenuti “maturi” e orrorifici dei propri fumetti.
Di carattere sanguigno e impetuoso, girò gli USA da un lavoro a un altro, frequentò l’ università dell’ Ohio prima di venirne espulso per aver colpito un professore.
Trasferitosi in California, iniziò a ideare storie per gli show televisivi: suo uno dei più memorabili episodi di Star Trek, intitolato «The city on the edge of forever» (in Italia come “Uccidere per amore”) in cui un coraggioso capitano Kirk doveva uccidere la donna che amava altrimenti gli USA non sarebbero intervenuti nel secondo conflitto mondiale lasciando campo libero ai nazifascisti.
Nel 1967 progettò e curò un’antologia di fantascienza rimasta una pietra miliare nella storia del genere:«Dangerous visions» (“Visioni pericolose”) dove una trentina di autori statunitensi e britannici trattavano senza remore temi sino ad allora ai margini della fantascienza: sesso, incesto, ateismo, anti imperialismo, antimilitarismo… Fra i partecipanti Brian Aldiss, Poul Anderson, James G. Ballard, Robert Bloch, John Brunner, Samuel R. Delany, Lester Del Rey, Philip K. Dick, Damon Knight, R. A. Lafferty, Keith Laumer, Fritz Leiber, Damon Knight, Kris Neville, Larry Niven, Frederik Pohl, Robert Silverberg, John T. Sladek, Norman Spinrad, Theodore Sturgeon, Roger Zelazny oltre allo stesso Ellison. Isaac Asimov scrisse la prefazione, in cui definiva l’antologia «una seconda rivoluzione», dopo la prima che aveva dato luogo al periodo d’oro della fantascienza.
A questa antologia fece seguito una seconda (nel 1972) dal titolo «Again Dangerous Visions». Ma ormai i tabù erano caduti, stavolta lo choc fu minimo.
Ellison scrisse moltissimi racconti, tra i quali vorrei ricordare «Pentiti Arlecchino! disse l’uomo del tic-tac» (premio Hugo come miglior racconto breve nel 1966), «Non ho bocca e devo urlare» conosciuto anche come «il compter sotto il mondo», premiato con l’ Hugo nel 1968 e da cui è tratto un omonimo videogioco sceneggiato dallo stesso Ellison, «La bestia che gridava amore al cuore del mondo» (anche questo premiato con l’ Hugo), «Un ragazzo e il suo cane» (Premio Nebula) da cui è stato tratto nel 1975 il film «Un ragazzo, un cane, due inseparabili amici» per la regia di L. Q. Jones. Ricordo anche «Alla deriva appena al largo delle isolette di Langerhans» (premio Hugo nel 1975) e «Soldier» da cui James Cameron avrebbe tratto ispirazione per il film «Terminator».
Per la tv, ha scritto anche due episodi della serie inedita «The Outer Limits» (1964), un paio per «Organizzazione U.N.C.L.E.» (1966), cinque episodi della nuova e sfortunata serie «Ai confini della realtà» (1985-1989), un episodio per «The Hunger» (1998) e uno della serie tv dedicata al supereroe «Silver Surfer» (1998) della Marvel Comics. E’ stato consulente creativo nonché autore di due episodi per «Babylon 5» (1998), poi un’ altra accoppiata di episodi per nuova serie di «The Outer Limits» (1999-2002) concludendo con un episodio per la sfortunata serie tv «Masters of Science Fiction» (2007).
Per i fumetti ha scritto sceneggiature per la Marvel (Daredevil, Avengers e X-Men) e per la DC Comics (Batman) ma ha anche realizzato diversi adattamenti dei suoi racconti come «Harlan Ellison’s Dream Corridor Special» e fumetti originali come «Harlan Ellison’s 7 against Chaos» (in Italia conosciuto come “Sette contro il Chaos”) che è una chicca – disegnata da Paul Chadwick – per la RW Edizioni.
Un percorso denso di successi e di qualità a cavallo fra diversi generi, dove Ellison trovò una sua personalissima via di espressione, soprattutto nella narrativa breve.
Nei suoi racconti si respira fantasia e sapiente ironia, oltre alle visioni distopiche da lui sapientemente descritte, come nel terribile e sadico computer del racconto «Non ho bocca e devo urlare» che apre scenari filosofici di tutto rispetto con l’essere umano trasformato in una entità amorfa e prigioniera. Una vera e propria denuncia contro il capitalismo e la tecnologia che annullano e distruggono l’individuo, la libertà, le emozioni.
Lo saluto con una sua frase: «Ogni scrittore o scrittrice di valore sa che tutta la scrittura, in un modo o nell’altro, è sovversiva, è una guerriglia contro lo status quo».
Addio Harlan, ci rivediamo su Babylon 5, magari naufragata con l’Enterprise appena al largo delle isolette di Langherans del mio fegato.