Le piazze di Kabul
Imposto alle donne afghane l’obbligo di indossare nuovamente il burqa nei luoghi pubblici. Un articolo della Redazione di Versipelle. A seguire un link.
Le piazze di Kabul sono ancora una volta in subbuglio. Il MINISTERO PER LA PROMOZIONE DELLA VIRTÙ ha imposto pochissimi giorni fa alle donne afghane di indossare nuovamente il burqa nei luoghi pubblici.
Se qualche cosa lo Spazio di Atena ha da avversare è proprio l’accanimento contro le donne in ciò che loro possiedono di più irrinunciabile: il corpo!!
Lo scandalo dell’operazione BURQA deve essere denunciato.
Come già espresso in precedenza.
Mortificare, cioè fare morta la donna perché (e solo perché) donna, significa ritenerne la fisicità luogo di un “male” che per sé solo basta a giustificare la creazione di un “ministero per la promozione della virtù”.
Ritenere che il femminile in quanto tale sia (portatore di) “male” significa addentrarsi in una metafisica sostanzialista del corpo e della donna che nulla ha a che fare con azioni, comportamenti, atteggiamenti, anzi ne prescinde a priori. Il fisico femminile è censurato come materia pornografica nell’idea che se ne ha.
Il linguaggio erotico che l’accompagna viene spostato in uno spazio manipolato dallo sguardo dei maschi, secondo una logica sessuale prettamente maschile, che gestisce da sempre un mercato preciso di domanda e offerta. Dentro quel mercato la donna é un oggetto nudo e provocatorio per l’eccitazione maschile. Fuori da esso, perde ogni senso non è comprensibile né leggibile.
L’operazione che così si consuma si gioca su un rapporto di premessa/conseguenza:
– si inchioda nel male l’ “essere donna” considerandolo quasi come un untore,
– si mettono (surrettiziamente) le ali dell‘innocenza all’occhio malcapitato che lo osserva. [Anche qui siamo dinnanzi ad una sorta di metafisico a priori]
Il maschio dall’occhio innocente ha quindi il diritto morale di cautelarsi nel quotidiano contro ogni tranello del “male” prevenendo e punendo. Diversamente sarebbe complice.
La barbara bestialità di questa operazione è eloquente e ventriloqua. Non si danno elementi consolatori.
Le piazze di Kabul sono ancora una volta in subbuglio. A queste piazze e alle donne che le popolano si unisce il nostro Spazio.
Donne afghane 1973 – 2022