Le Rime di Cracovia

di Alessandra Berardi (*)

Fra le costellazioni della parola, quella della Rima è per certo la più potente. Inventa corrispondenze fra nomi di cose lontane, provoca coincidenze, e probabilmente protegge i poeti.

«Rima di Czestochowa!» se ne escono i polacchi, spregiativi, se sentono pronunciare una rima facilotta. Pare infatti che la poesia in lingua polacca sia tutto un ricamo e un richiamo di rime, in cui ogni parola diventa una specie di calamita multipla.

L’autrice, che il polacco non conosce, si è molto divertita all’espressione «rima di Czestochowa» che le ha ricordato la formula «Oro di Bologna si fa nero per la vergogna».

Come fare, allora, a produrre rime inossidabili? Compito non facile, specie se volete combinare intenzioni di buona lega con tendenze torrenziali, o, molto peggio, se comincia a piovervi sulle pagine che andate componendo! Sette giorni di poesia scrosciante sono «Le Rime di Cracovia». La capricciosa definizione designerà d’ora in poi quelle poesie che hanno preso l’acqua, e perciò un poco scricchiolano. Senza che questo impedisca loro di tendere alla melodia. Le tormente e i tormenti, si sa, insospettabilmente producono musica. (A. B. – 1996)

Agli amanti

della Rima Maggiore.

La città beve povere

rugiade d’infinito

non ho smesso di piovere

da già che sei partito.

#

Sorridi poi rovesci

lacrime. Ironia?

Pozzanghera di ardori

che mi allaga per via.

Quand’è tempo d’amori

in metereologia

che al cuore dica: esci…

#

Dar corpo alle parole.

A ciò son risospinta.

Dal verbo estrarre carne.

Ma quale fu l’unione

se conto non so darne

né senso né opinione.

Cedesti a me? Fui vinta?

Amai il perché o più il come?

Fu buio. Ci fu il sole.

Questo solo racconto

che molto sono incinta

del tuo nome.

Rime di Cracovia 1

#

Trambusto mio bel gusto

notti nelle mattine

contrabbando di cuori

traffici senza fine.

Ma dentro è scuro e fuori

non si vede il confine.

Vendimi a un prezzo giusto.

#

Con scene vieni oscene

di nuovo dentro ora

fammi quel male ancora

che si ricorda bene.

#

Non smarrirmi per strada

come fai coi dolori

bada di non sbiadirmi

conservami i colori.

#

Nome rosso che adesso

sillabano le vene

in tinta che conviene

ti chiamerò se posso.

#

Rime di Cracovia 2

Moroso rimatissimo

aroma di betulla

o come timoroso

riparasti in ginepri!

Sei schiera dei leggiadri

gentili amori lepri

in nulla rumorosi

leggeri più di ladri.

#

O senso che in alcove

stolidamente stivo

o come tutto è vivo

quando respira altrove.

#

Lascia i rotondi poggi

ronda dei bei pensieri

rendetemi il mio ieri

versi che fate scorta

sfondate quella porta

e per quest’oggi

non fate prigionieri.

#

È attesa guarnigione

dei tuoi più scelti baci

mia sola guarigione

dite la spesa, svelti.

#

Rime di Cracovia 3

Vecchissimi sapremo

a fole ormai fugate

fino al supremo stremo

rimemorarci rime

sfollati dalle fughe

di rughe avremo file

ma sempre tra le righe.

#

Cuore gioca di nuovo

a quelle buffe sere

ci scaveremo un covo

fingeremo bufere.

#

Diluvia. È cosa ovvia

darsi l’addio all’addiaccio

se scricchiolano nel ghiaccio

le rime di Cracovia.

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