Le tecniche per la propaganda
di Mauro Antonio Miglieruolo
Ho trovato il post che segue non ricordo dove, per cui non posso citare la fonte che non ho pensato ad annotare. Me ne scuso.
Si tratta di alcuni principi fissati da Goebbels per rendere efficace la manipolazione delle masse.
Trattandosi di pratiche politico-ideologiche non lontano da quelle tenute dai media (anzi, sono fin troppo vicine a queste pratiche) ho ritenuto doveroso, oltre che utile, sottoporle all’attenzione dei lettori: se non altro per sfatare le possibili illusioni sulla vera vocazione democratica del sistema che troppi ancora si fanno; sia per dar modo di meglio conoscere la natura dei personaggi che si agitano sugli schermi televisivi, imperversano sui giornali e fanno i virtuosi ovunque capiti di intervenire.
L’uso di queste pratiche, che un tempo sfacciatamente il bue “Occidente” rimproverava all’asino “Unione Sovietica”, nelle quali eccellono anche figure istituzionali, senza più alcun tentativo di dissimulazione, spiegano abbastanza bene il perché della resistibile ascesa dei fascismi in Europa negli anni Venti e Trenta e perché hanno inquinato la costruzione del socialismo sin dagli inizi: per la sostanziale contiguità che esiste tra ogni forma di potere. Il potere mente perché deve nascondere al popolo i veri propositi che si prefigge, mi sembra di ricordare dicesse Trotsky. Permettetemi di dirlo con lui. Aggiungendo che alcuni mentono sempre e altri solo sui punti essenziali; e che su un punto mentono tutti: sul carattere classista del potere che difendono.
Mauro Antonio Miglieruolo
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1. Principio della semplificazione e del nemico unico.
E’ necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.
2. Principio del metodo del contagio.
Riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo individuo.
3. Principio della trasposizione.
Caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre.
4. Principio dell’esagerazione e del travisamento.
Trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in minaccia grave.
5. Principio della volgarizzazione.
Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.
6. Principio di orchestrazione.
La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la frase: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.
7. Principio del continuo rinnovamento.
Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, il pubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.
8. Principio della verosimiglianza.
Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni sonda, o attraverso informazioni frammentarie.
9. Principio del silenziamento.
Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le notizie che favoriscono l’avversario.
10. Principio della trasfusione.
Come regola generale, la propaganda opera sempre a partire da un substrato precedente, si tratti di una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi tradizionali.
Si tratta di diffondere argomenti che possano mettere le radici in atteggiamenti primitivi.
11. Principio dell’unanimità.
Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità.
(dal Manifesto di Goebbels)