L’ENNESIMO FUNERALE
la laboriosa collega
impiegata, mamma
d’amorevoli e pestiferi
bimbetti,
moglie dell’operaio d’officina
e nuora
del macellaio brontolone,
solitamente
arrendevole e remissiva
all’aria che tira
e alla più criminale
rete televisiva,
inopinatamente,
stamattina,
prima d’esser risucchiata
dal gorgo lavorativo,
s’imbarca
in una critica istintiva
dell’ingiusta e ineguale
distribuzione sociale
della ricchezza globale.
dopo un paio
di ragionevolissime
e articolate considerazioni,
quasi immediatamente spaventata
dalle sue stesse parole
perde ritmo
e mette le classiche tre mani avanti,
incastrando
nell’improvvisata concione
il seguente prudentissimo chiarimento,
che ha il suono d’impaurita precisazione:
“non vorrei sembrare comunista…”.
l’armamentario d’argomentazioni
le si sgretola in bocca
e la promettente arringa
va a farsi benedire.
in ufficio, insieme alla delusione,
tra i compagni
cala un consapevole e compunto silenzio:
siamo testimoni
dell’ennesimo funerale
del comunismo e della rivoluzione.