L’eterna sorgente dell’arte Naïve
Di Mauro Antonio Miglieruolo
L’arte Naïve, pittura con la pretesa dell’autenticità, pretende di guardare alla realtà adoperando una sorta di sguardo innocente che avrebbe fatto i conti con il passato e le costrizioni culturali.
Una pittura che invece è piene della tradizione e piena di tradizioni. E perciò autentica pittura “paesana” che, come certi antichi suoni, vedi la tarantella, arriva direttamente a noi dalla preistoria.
Un’arte che, qualunque sia il grado del suo rapporto con la restante arte pittorica, ha scelto la strada della semplicità e dell’immediatezza, facendo di questa scelta la sua forza: una strada tutta propria fondata sui sogni, sulle pulsioni individuali e sui personali punti di vista.
Il merito principale è di non vedersi già classica, già inserita in un filone glorioso di grandi opere d’arte, di non vedersi monumento dall’istante stesso della concezione, all’ultimo dell’opposizione della firma sul quadro.
Possiamo ammirarla qui attraverso otto opere di tre grandi maestri: Antonio Ligabue, Orneore Metelli e Ugo Astarita.
Altri numerosi esempi, se non qui sul mio blog, seguiranno a breve. Contentiamoci intanto di introdurci nel loro mondo immaginario utilizzando le porte dimensionali dei loro quadri.
Vera e propria interfaccia a due dimensioni tra il nostro mondo prosaico e il loro incantato.
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