L’imperdibile Hikmet
recensione di Valerio Calzolaio (*) a «Poesie d’amore e di lotta»
Turchia e mondo. 1902-1963. Cinquant’anni fa moriva in esilio, per infarto, Nazim Hikmet, uno dei più grandi poeti del Novecento. Nonni colti e aristocratici, 17enne pubblicò i primi versi, 20enne si impegnò volontario per l’indipendenza con Ataturk, diventò insegnante e comunista e andò in Russia. In patria venne più volte arrestato e trascorse ben 17 anni in carcere. Nel 1950 fu rilasciato e riparò in Unione Sovietica. Cantò ovunque «Poesie d’amore e di lotta», la militanza e gli affetti, fra Istanbul, Mosca, Parigi, Tallinin, Varsavia, Praga, Bucarest, Baku, L’Avana, in parte inedito e ora per la prima volta tutto tradotto dall’originale turco. Da rileggere, imperdibile.
Nazim Hikmet
«Poesie d’amore e di lotta»
Mondadori
385 pagine, 22 euro
originale 2001; traduzioni di Giampiero Bellingeri, Fabrizio Beltrami, Francesco Boraldo
(*) Le recensioni di Valerio Calzolaio escono in prima battuta sul settimanale «Il salvagente». Anche secondo me Hikmet è uno dei più grandi poeti del Novecento. Qui in blog ne scriveva Pier Paolo Piludu il 23 maggio. (db)
Per Reggio Calabria, Cividale e Lanciano:
Ho montato un nuovo monologo: “Eravamo sullo stesso ramo”
che ricostruisce poeticamente la sua vita.