L’invisibile sotto i nostri occhi
di Maria G. Di Rienzo (*)
Kate Gerbers è da anni una delle maggiori esperte sul traffico di esseri umani…
Kate Gerbers è da anni una delle maggiori esperte sul traffico di esseri umani ed è apparsa sui media di mezzo mondo.
Grazie alla vasta esperienza sul campo addestra polizia, frontalieri, operatori sanitari, organizzazioni della società civile. E’ la creatrice di una di esse, «Unseen» (“Non visto”, “Invisibile”) e in collaborazione con le forze dell’ordine, le autorità locali della sua città – Bristol in Gran Bretagna – e istituzioni governative ha fondato l’Anti-Slavery Partnership, una coalizione che nelle sue stesse parole ha lo scopo di: «effettuare cambiamenti sistemici e sostenibili, di modo che come nazione noi si sia consapevoli del crimine e della sua vastità e si possa perseguirlo efficacemente, rendendo l’ambiente inglese più ostile per i trafficanti di esseri umani».
Se la questione vi è ostica o la trovate nebulosa, Kate può esservi d’aiuto: «Il traffico di esseri umani è la compravendita di persone, di solito al fine della schiavitù sessuale, dello sfruttamento commerciale o del lavoro forzato a favore dei trafficanti o di altri. Lo spettro può includere la fornitura di una “sposa” per un matrimonio forzato e la rimozione chirurgica di organi e tessuti dal corpo. Donne e bambine sono bersagli privilegiati del traffico a causa delle norme sociali che marginalizzano il loro valore e il loro status. Le femmine ovunque affrontano discriminazione di genere in casa e fuori. Alcune credenze religiose contribuiscono al problema dichiarando “sfortunata” la nascita di una bambina e cementano la convinzione che le femmine non valgono quanto i maschi. Le norme sociali che costruiscono la posizione inferiore delle donne limitano le loro possibilità d’azione e le loro conoscenze, rendendole vieppiù vulnerabili allo sfruttamento e al traffico di esseri umani.
Gli studi sul traffico parlano di circa 30 milioni di persone intrappolate nella “schiavitù moderna”. Di questi, più di 2 milioni sono bambini (in stragrande maggioranza bambine) trafficati a scopo di sfruttamento sessuale. Del milione e 390.000 di schiavi sessuali commerciali, le donne e le ragazze sono il 98%. Il traffico internazionale di persone, nel 2010, aveva un fatturato di 31,6 milioni di dollari.
Io ho lavorato per un periodo in un orfanotrofio in Ucraina. Le ragazze potevano lasciarlo una volta compiuti i 16 anni. La domanda sorse spontanea: che fine facevano, dopo? E la risposta fu uno shock. Davanti a loro c’erano quasi esclusivamente il crimine, la prostituzione o l’essere trafficate. Tornata in Gran Bretagna ho cominciato a indagare la questione nel mio Paese e ho scoperto che neppure la polizia aveva statistiche attendibili e modi di identificare le vittime. Per questo ho fondato “Unseen”, per costruire soluzioni strategiche e sistematiche al problema e per sostenere le vittime del traffico. Solo per quel che riguarda le bambine e i bambini, ne soccorriamo più di 500 l’anno: sono trafficati in Gran Bretagna, come le donne, a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato. Donne e bambine/i vengono proprio dall’Ucraina, e da Romania, Albania, Nigeria, Vietnam e dal nostro stesso Paese. La povertà, la limitazione di opportunità, la mancanza di istruzione, condizioni politiche e sociali instabili, sbilanciamenti economici e guerra sono alcune delle istanze chiave che contribuiscono al traffico di essere umani. Localmente abbiamo trovato le vittime del traffico sfruttate nelle aziende agricole, nei bar, nei saloni per massaggi, negli autolavaggi, nei ristoranti classici e in quelli per asporto, nelle case private e a prostituirsi per strada».
“Unseen” lavora principalmente con i casi di maggior gravità (Sopravvissuti Tier 1), persone che sono profondamente traumatizzate e ad alto rischio. «Le cure che forniamo per le donne vittime di traffico comprendono l’alloggio per almeno 45 giorni, l’assistenza medica e psicologica, il servizio di consulenza mentre la donna pianifica i suoi prossimi passi e l’aiuto a sistemarsi come desidera».
Uno dei nuovi campi in cui l’associazione sta lavorando è l’adescamento online di donne e minori ambosessi ai fini del traffico e/o dello sfruttamento sessuale. «I trafficanti e i magnaccia usano sempre di più internet per reclutare minorenni. Un criminale organizzato può ricavare migliaia di dollari in un giorno solo da una ragazza trafficata. Accesso più veloce, clientela più ampia, più incontri possono essere programmati. Uno dei casi noti è quello di Randal G. Jennings, condannato per aver trafficato cinque ragazze minorenni, che usava il social media Craigslist per pubblicizzarle ai clienti e poi le portava in auto agli incontri. Le proteste che sono seguite hanno convinto Craigslist a chiudere la sua sezione di “servizi per gli adulti”. Adesso sotto la lente delle indagini ci sono soprattutto Backpage e MySpace, ma anche Facebook e Twitter sono usati per pubblicizzare, vendere e sfruttare femmine di qualsiasi età».
(*) Questo post è ripreso dal bellissimo blog «Lunanuvola».
Unseen è scritto sbagliato. Corretto è ” unsehen “, che significa ” non vedere ” ( letteralmente ” svedere ” . È una parola inventata. La parola esistente è ” sehen ” , che significa vedere.