Lo scrittore e i personaggi in quanto persone
di Mauro Antonio Miglieruolo
Riporto il seguente brano di Baldwin in quanto esplicativo di un certo modo di concepire l’arte e il rapporto dell’artista con i suoi prodotti.
Chiunque tenterà di cimentarsi con la difficile arte della scrittura, se vuole ottenere il controllo sulla sua opera, sui propri errori e le proprie ottenebranti ideologie, al brano che segue deve rifarsi. Cercando di trarne un qualche utile insegnamento. O meglio: utile temperamento.
Gli pareva di non conoscere abbastanza gli eroi del suo romanzo. Gli pareva che non avessero fiducia in lui. Più o meno, ognuno aveva il suo nome e il suo destino, e il personaggio che lui voleva che rappresentassero gli era chiaro – aveva però l’impressione che non fosse chiaro a loro. Poteva muoverli come voleva, ma spontaneamente non si muovevano. Le parole che lui gli metteva sulle labbra le pronunciavano supinamente, senza convinzione. Stava cercando di sedurre i propri personaggi con la stessa, se non maggiore, angosciosa ansia con cui tentava di sedurre una donna: li supplicava di rivelarsi a lui in tutta la loro intimità. E quelli si rifiutavano — ma senza mostrare, nonostante la loro odiosa intransigenza, il minimo desiderio di abbandonarlo. Aspettavano che lui trovasse la chiave, si spremesse, dicesse la verità. Poi — parevano dire risentiti — gli avrebbero dato tutto quello che lui desiderava e anche molto più di quanto lui osasse sperare.
(James Baldwin, Un Altro Mondo – Universale Economica Feltrinelli 1980, pag. 109)
Mi viene in mente che da anni mi dico: devo rileggere James Baldwin (e, se mi piace come quando lo lessi per la prima volta, devo proporlo a chi passa in “blottega” e, magari perchè ha 40 anni meno di me, non lo conosce).
Me lo ridico?
Quasi quasi lo faccio. Lo farò.
Presto. Forse
Se non lo fai tu, fai in modo che qualcun altro la faccia. A te non ne verrà niente, salvo il conforto per la buona azione. L’altro invece si arricchirà, trascorrendo per di più qualche ora di sana. appassionata lettura.