LO STRANO VERSO
(Roba del Pabuda…)
la gazza aggazzolata
sulla più alta antenna
disponibile
per il variabile
pomeriggio di pasquetta,
sta lì:
fa uno strano verso:
non so come si chiami
non so chi chiami –
se chiama qualcuno
che ama
o se tiene lontano
qualcuno
che odia davvero –.
lasciami stare:
ho da studiare!
ma continua a far
quel verso:
come dei lunghi baci
sulla nota più acuta lanciati
ma mescolati ai ripetuti fischi
dell’arbitro
che chiama la massima
punizione
e nessuno gli fa attenzione.
alla gazza
sembrano dar retta
soltanto dei volatili –
tre o quattro –
d’un altro giro
(specie? razza? famiglia?
tribù? nazione?)
sia come sia
quegli uccelli diversi
le fanno intorno,
volando, dei giri
(di giubilo o di comprensione?
di minaccia?
d’osservazione?
o di semplice ricognizione?)
non ne ho la più pallida idea:
però mi paiono –
vista l’ala, il becco, il collo,
la coda, la penna –
bestie ben più forzute,
dinamiche e autorevoli
di quella gazza aggazzolata
– da sola – sull’antenna.
quando torna Yoko,
le faccio rapporto e le chiedo
illuminazione.
Approfitto di questo intervento di Pabuda per ringraziarlo per avermi fatto scoprire un meraviglioso quanto poco conosciuto autore come Jean Malaquais! Ho letto I giavanesi e sono stato folgorato dalla modernità ed attualità di questo libro. Ora sono in trepidante attesa di Pianeta senza visto…..
Grazie!