L’OCEANO
(Roba del Pabuda…)
non m’han
preso all’amo:
l’uncino acuminato
non m’ha perforato
il palato.
nessuna
robusta lenza
liquido abissale
m’ha trascinato:
io:
l’esca viva –
per sua natura
riunita
al medesimo
tragico destino
della vittima –
ho graziato.
io:
sotto a un gorgo
vertiginoso
di nutriente plancton
abito
e ancora libero
nuoto.
i mari dove sguazzo
son
troppo profondi
per loro.
—
(Le illustrazioni sono tratte da Poissons, Ecrevisses et Crabes (1754), la prima pubblicazione a stampa con immagini a colori di pesci & affini; grazie a Public domain Review per la segnalazione)