Louise Glück e Wislawa Szymborska
236esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Louise Glück: «Lavorava di preferenza in una stanza senza orologi»
La finestra aperta
Uno scrittore anziano aveva preso l’abitudine di scrivere la parola FINE su un pezzo di carta prima di iniziare i suoi racconti, dopo di che raccoglieva una pila di pagine, particolarmente sottili in inverno quando la luce del giorno era breve, e relativamente spesse in estate quando il suo pensiero diventava di nuovo sciolto e associativo, espansivo come il pensiero di un giovane. Indipendentemente dal loro numero, metteva queste pagine bianche sull’ultima, coprendola. Solo allora la storia gli sarebbe giunta, casta e raffinata d’inverno, più libera d’estate. Con questi sistemi era diventato un maestro riconosciuto.
Lavorava di preferenza in una stanza senza orologi, confidando che la luce gli dicesse quando la giornata era finita. In estate, gli piaceva la finestra aperta. Come può, d’estate, entrare nella stanza il vento invernale? Hai ragione, gridò al vento, questo è quello che mi è mancato, questa risolutezza e repentinità, questa sorpresa — Oh, se potessi farlo sarei un dio! E giaceva sul pavimento freddo dello studio a guardare il vento che agitava le pagine, mescolando le scritte e le bianche, tra loro la fine.
[traduzione di Marcello Comitini, da «Faithful and Virtuous Night»]
The open window
An elderly writer had formed the habit of writing the words THE END on a piece of paper before he began his stories, after which he would gather a stack of pages, typically thin in winter when the daylight was brief, and comparatively dense in summer when his thought became again loose and associative, expansive like the thought of a young man. Regardless of their number, he would place these blank pages over the last, thus obscuring it. Only then would the story come to him, chaste and refined in winter, more free in summer. By these means he had become an acknowledged master.
He worked by preference in a room without clocks, trusting the light to tell him when the day was finished. In summer, he liked the window open. How then, in summer, did the winter wind enter the room? You are right, he cried out to the wind, this is what I have lacked, this decisiveness and abruptness, this surprise—O, if I could do this I would be a god! And he lay on the cold floor of the study watching the wind stirring the pages, mixing the written and unwritten, the end among them.
Wislawa Szymborska: «Notorietà»
Eccoci qui distesi, amanti nudi,
belli per noi – ed è quanto basta –
solo con foglie di palpebre vestiti,
siamo immersi nella notte vasta.
Ma già sanno di noi, già sanno
queste quattro mura, la stufa spenta,
ombre sagaci sulle sedie stanno
e il tacere del tavolo è eloquente.
E sanno i bicchieri perché sul fondo
il tè non bevuto si raffredda.
Swift ormai non può certo far conto
che questa notte ci sia chi lo legga.
E gli uccelli? Non illuderti per niente:
ieri li ho visti scrivere volando
con ardire e apertamente
quel nome con cui ti sto chiamando.
E gli alberi? Qual è il significato
del loro incessante bisbigliare?
Dici: solo il vento forse è informato.
Ma di noi come ha potuto sapere?
Dalla finestra è entrata una falena,
e con le sue piccole ali pelose
atterra e decolla di gran lena,
fruscia sul nostro capo senza posa.
Forse quell’insetto, più di noi dotato
d’una vista acuta, vede meglio?
Io non ho intuito, né tu indovinato
che i nostri cuori splendono nel buio.
[da “Taccuino d’amore”, traduzione di Pietro Marchesani]
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega” e io posto. A volte “cicala” non sceglie e dunque la decisione spetta al primo ornitorinco che passa di qui, il quale – per non sbagliare – stavolta ha raddoppiato. Contente/i? In ogni caso ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]