Luigi Martinelli: un sequestro…
… nel Paese sequestrato (dai potenti)
di Bozidar Stanisic
Non so dov’è Romano di Lombardia; non conosco Luigi Martinelli che il 3 maggio si era barricato nell’ufficio dell’Agenzia delle entrate di questo paese. Sino a ieri non lo conosceva nessuno al di fuori della solita cerchia di amici, conoscenti e collaboratori di un semplice mortale che ogni giorno si rimboccava le maniche per il pane quotidiano. Ora l’intera Italia (che dovrebbe essere il “suo paese” forse con la P maiuscola) almeno per alcuni giorni sa chi è questo imprenditore lombardo che ha sequestrato e minacciato un impiegato di quel paese lombardo e dopo alcune ore l’ha lasciato. Ora è in prigione, lui di nome Luigi. Ci serve, come al solito, la spiegazione di qualche psichiatra che ci riveli qualcosa delle ragioni di questa scelta violenta e sinora mai esercitata da Luigi, al quale una vicina non risparmia complimenti per la sua umanità? Ahimé, se ci servirà anche Bruno Vespa! Non credo serva solo la parola di un esperto, né di qualche giornalista di quei salotti tv schifosi. Né su Luigi, né sui vari disperati che hanno compiuto gesti suicidi. Neppure ci serve
la parola del presidente Monti, il quale tempo fa ha detto letteralmente e chiaramente che stiamo meglio della Grecia – quindi, abbiamo meno suicidi, l’Italia è resistente e l’italiano impara bene come si soffre stoicamente.
E’ vero, Luigi Martinelli, uomo mite, disponibile agli altri, ha fatto un gesto di pura disperazione, forse l’atto del distacco da un mondo che da tempo sequestra la ragione e l’etica di milioni italiani. Luigi, credo che possiamo essere sicuri, credeva in certi valori sociali e culturali. Quegli stessi che ancora non sono profondamente esaminati dai suoi compaesani in attesa che qualche mano magica costruisca una via di salvezza dalla crisi (solo attuale?).
Il vero sequestratore è proprio Luigi? Lui, che oggi – via immagini dei media – è diventato il “volto conosciuto” (in realtà è la maschera ideale) per i veri sequestratori dell’Italia, a partire dalle loro attività di molti anni fa; dalla corruzione politica ed economica alle ruberie di vario genere, dalle posizioni conquistate con nessun merito alle amicizie con gli “amici degli amici” ecc.
Luigi è solo uno dei simboli della crisi non provocata da lui, né da molti a lui simili. E dovrà pagare per il suo gesto, tra l’altro fatto – si dice – per soli 1000 euro, realizzato in uno dei luoghi emblematici per l’uomo comune rimasto solo in un momento drammatico della sua vita. Luigi non è riuscito a uscire dal duello con le forze cieche dello Stato (cieche, ma create dai ben vedenti).
Un’intera casta – quella che ha creato le persone come Luigi e altri in una lunghissima lista la cui tragica fine ancora non ha abbastanza terremotato l’animo dell’italiano – non pagherà nulla.
Ciò fa parte della decadenza della democrazia? Inclusa la pietra con cui più di qualche moralista di turno della casta si scaglierà contro Luigi Martinelli, non volendo sapere nulla sul percorso che lui ha passato fino a quel 3 maggio 2012.
PICCOLA SPIEGAZIONE
Di solito in blog trovate tre post al giorno, arrivati (o chiesti) quasi sempre con un certo anticipo. Ma quando ci sono commenti – come questo, che a me è parso assai bello e opportuno, di Bozidar Stanisic – sull’attualità rompo la regola e ne aggiungo un quarto (db)
Salve. Anche io, stamane, sono entrato, approfittado della domenica e trovando solo un guardiano, nella locale agenzia delle entrate. Domani mi sentiranno. Per adesso mi sente il guardiano che tengo sotto mira con il mio fucile, che non è da caccia.. Perché sono qui? Perché non sopporto di pagare il bollo auto. Lui non sopporta il canone raI, io il bollo auto. E’ più forte di me. E’ una iniqua tassa. Limita la mia libertà di movimento che è garantita dalla costituzione.Me lo vogliono far pagare e con gli interessi. Che schifo. A casa, come Martinelli, oltre al fucile, alle due pistole e alle decine di munizioni che ho portato con me all’Agenzia delle entrate, ho in casa altre cinque carabine, due fucili, due pistole, seicento munizioni e oltre un chilo e mezzo di polvere da sparo. Il mio porto d’armi è scaduto. Ma come Martinelli e, come dice l’ottimo articolo che avete pubblicato, io sono il vero sequestrato e, come dite pure, io sono mite. La terra è dei miti: lo dice pure il Vangelo. Grazie di difendere noi miti. E non mi rispondete che le tasse non pagate da me e da ben altri evasori è un furto ai danni di chi paga. Non mi rispondete che per coerenza nn dovrei usufruire dei servizi che non pago. Sareste i soliti moralisti di turno. Spero che consideriate anche questo mio contributo bello e opportuno. Evviva la mitezza! Ora vi lascio perché il guardiano mi sembra nervoso. Forse sparerò un colpo in aria per fargli capire che non scherzo. Ho messo il silenziatore. Rumore lo farò domani.
Come mi chiamo? Eh, i soliti giornaisti che violano la privacy. …Ma ve lo dico lo stesso: Augusto Rodini. A tempo perso scolpisco. Un buon martello e scalpello servono anche a sfogare un po’ di giusta rabbia