Mark Adin: ma chi ha detto che non c’è
Quasi si incartava, Marchionne. Non fosse stato per i soliti impiegati e per il cotè gesuita del Pd, – quello alto e segaligno, di Torino, è stato educato a Frattocchie & Gesuiti – sarebbe andata. Quando c’è da portare a casa una sconfitta, c’è qualcuno che è sempre in prima linea.
Ma,a volte, succede che la base abbia un sussulto; che nella difficoltà ritrovi coraggio e si esprima diversamente. Testa a testa, con rabbia e con vigore.
Con il coltello puntato alla gola a vincere non ce l’ha fatta, ma ha impedito la soluzione plebiscitaria. E ha fatto sentire tutto il suo peso. Chi l’avrebbe detto.
E’ nei momenti difficili che si rinserra l’organizzazione, ci si riscopre solidali, si ritrova il senso delle cose. Si sa, è una vecchia storia.
La Fiat, se perde, chiude e se ne va. O così o pomì. O la borsa o la vita. Questa la trattativa alla quale gli Ich-ino, i Chiampar-ino, i Fass-ino – con quel presagio contenuto nei loro nomi che risuonano così beffardamente diminutivi – chiedevano di votare a favore di un accordo che non è tale. Assomiglia molto al gesto del biscazziere di buttare il tavolo all’aria, fatto di pura prepotenza, in spregio ai precedenti patti.
Un sol coro: votare SI’ per salvaguardare il posto di lavoro. Dal Pdl alla Lega al Pd. Stesse parole, stesso schieramento. Meno diritti e più ore di lavoro, il tutto non negoziabile. Compatti nello stesso fronte di salute nazionale. Oh the times they are a-changing.
Ma forse non è poi così vero; forse ha ragione, Sacconi, a ringhiare: “La Fiom non si intesti interamente i NO”. Forse la rivolta dei NO contiene al suo interno anche volontà inespresse e trasversali. Forse non tutti gli operai Fiat iscritti Pd hanno seguito le indicazioni dei loro leader torinesi, forse non tutti gli iscritti a Cisl o Uil hanno seguito i loro segretari. Forse, come altre volte è accaduto nella storia, nella durezza della lotta sindacale si è ritrovata ciò che sembrava irrimediabilmente perduto: una coscienza di classe, inscritta in quel 46%.
Una delle persone intervistate in questi giorni ai cancelli di Mirafiori diceva, per giustificare la sua adesione al SI’: “Sono finiti i tempi degli eroi!”. Sembrava di sentire quell’altro che diceva: “Con la cultura non si mangia”, e via così, in una deriva di luoghi comuni che nascondono soltanto ignoranza greve .
Intanto, per il momento, il suddetto e cosiddetto accordo ha maturato il primo dei grandi risultati che porterà con sè: un anno di cassa integrazione. Prendi su e porta a casa. Quel piccoletto rubizzo e livoroso di Sacconi sarà contento: paghiamo noi ancora una volta per la Fiat.
Alla fine si è pronunciato anche Bersani: “Rispettare il sì maanche i diritti degli operai”. Eccaallà, la sintesi: il maanchismo di ritorno, la Binetti maanche Marino, l’operaio Thyssen maanche Calearo, che tristezza. Povero Bersani, a capo di un partito nel quale ogni volta che parla, c’è dietro di lui un Valter, un Franceschini, un Baffino, un Rottamatore di belle speranze che lo contraddice come gli gira, e lui nel mezzo. Che fa la sintesi.
Sto leggendo un libretto che mi sembra interessante, di Marco Revelli, dal titolo – che spero non porti sfiga – “Poveri, noi”, la virgola nel mezzo. L’autore descrive ciò che tutti noi avvertiamo, ovvero il progressivo declino sociale e economico, fornendo dati e non chiacchiere. A dispetto degli ormai ridicoli annunci di ripresa, damen und herren, ladies and gentlemen, signore e signori, ecco a noi la decrescita.
E allora, quale scherzo del destino questi nomi così falsamente accrescitivi: Sacc-oni Formig-oni Berlusc-oni…Gonfiano come pall-oni!
Per il momento gli –oni vincono ancora, e gli –ini (F-ini, Cas-ini, Foll-ini), perdono: carta vince e carta perde, puntate signori, carta vince carta perde, dove sta l’asso di denari? Qui? Mi spiace, signò, per il momento qua ci sta soltanto l’asso di bastoni…
Così funziona il gioco delle tre carte.
Ripeto e mai smetterò;ARBEIT MACHT FIAT TROVEREMO SCRITTO FUORI DEI NUOVI LAGER. Ma ci devono ammazzare tutti per metterci le catene anche al cervello.Ciao Mark,ciao Daniele,Fratello e Compagno(che abbiamo perso insieme l’innocenza il 12 /12/69….)