Malumore
di Pabuda
a volte
prende chissà come:
è il malumore.
altre volte il come
è più che evidente:
roba acida veramente
o belinate da niente.
a molta gente
prende spesso di lunedì
e si capisce: quello sì
ch’è
giustificatissimo malumore.
prende abbandonando
il tepore d’un letto morbido,
ingollando un secondo insipido
o ascoltando un discorso
dello stesso sapore.
in certi casi, basta
una parola fuori posto
può scaturire anche dagli alti e bassi
dell’amore:
nonostante l’eterea, inafferrabile
origine
questo, tra i malumori, si dimostra
essere
il più cocciuto, scabroso e resistente.
più volgarmente, certe volte,
si produce
per faccende moleste di quattrini:
a mio modo di vedere, questo,
tra tutti, è uno dei malumori più
cretini.
a volte, in certi soggetti particolarmente
mal messi, s’insinua addirittura
leggendo un bel libro
con un personaggio che per troppe pagine
delude le legittime aspettative del lettore:
è una tipologia davvero scema,
ma è pur sempre
riconoscibilissimo malumore.
mediamente, un normale malumore
ti prende per due o tre ore,
poi, auspicabilmente, ti lascia.
ma una striscia di bava verdognola
tra il collo e la scapola, rimane,
s’era vero malumore.