Manca un giorno
Di solito le 14 del sabato sono dedicate alle vignette di Energu, ma stavolta il nostro vignaiolo vi stupirà con un racconto. Si tratta pur sempre di Narrativa e dintorni
Studio di psicanalista; scrivania al centro del palco rivolta verso la platea, con libreria dietro e davanti a destra lettino da seduta e sedia a sinistra. Il professore cammina e fuma lentamente inseguendo i propri pensieri; dopo 10 secondi trilla l’interfono sulla scrivania, il professore si china e spinge un bottone.
Professore: …si?…
Voce segretaria: professore, c’è il signor Mario Teti…
Prof.: Teti?…non lo conosco…ha un appuntamento?…
Voce segretaria: si professore, è una ‘prima’ visita…
Prof: …ah…va bene, faccia passare – clic –
Il professore spegne la sigaretta nel portacenere e siede dietro la scrivania. Si apre la porta ed entra un giovane di 20 anni circa.
Prof: si accomodi signor Teti (indica la sedia)
Teti: grazie (sedendosi)
Prof: signor Teti, quale buon vento la porta da me?
Teti: vede…professore…più che vento si tratta di bufera..sto passando un periodaccio…dormo poco e male…fumo troppo..ho difficoltà nei rapporti, con gli altri…litigo spesso con mia madre eee…non riesco a trovare uno straccio di lavoro…vorrei andar via di casa, ma senza un lavoro come faccio?..non dico fisso, ma almeno un lavoro periodico…
Prof: scusi se glielo chiedo, va anche contro i miei interessi, ma ha provato a rivolgersi all’assistente sociale?…per lei sarebbe più economico..sa, io sono un privato ed ho alti costi di gestione e quindi di onorario…anche venendole incontro..eppoi gli assistenti sociali sono prep…
Teti: mi ha consigliato di venire da lei il signor Graziano, l’impiegato della sala corse…
Prof: ah!…
Teti: mi ha detto di venire a nome suo e non ci sarebbero stati problemi, comunque io posso…
Prof: aspetti…ho capito…va bene, Graziano è..un amico…troveremo una soluzione…ma parliamo di lei, mi parli della sua infanzia..
Teti: (indugia trasognato)..credo sia stato il periodo migliore della mia vita…mio padre era un militare e spesso era rigido, però…
Prof: scusi, che intende per ‘rigido’?..
Teti: beh..che so, a tavola non mi potevo alzare senza chiedere prima il permesso..(facendo spallucce) non potevo dare del tu a persone adulte che non fossero di famiglia…vediamo..vabbè, non si potevano dire parolacce.. non potevo rispondere o far polemica con lui e mia madre, anche se avevano torto marcio (enumera serratamene)..prima il dovere poi il piacere era la sua massima più gettonata; a scuola dovevo essere il primo della classe, e via con tutte queste menate…quando voleva, sapeva anche essere affettuoso..generoso, talvolta burlone..aveva tanti interessi, leggeva, andava a pesca..collezionava monete..insomma aveva alti e bassi…come tutti… l’unico che mi amava senza condizioni, qualsiasi cosa facessi, è stato mio nonno..una persona irripetibile..mi di fendeva sempre e comunque, anche da papà …quando picchiava…grande nonno Alberico..morì quando avevo dieci anni..
Prof: mi parli di sua madre
Teti: dopo la morte di papà lei è andata fuoritesta ed i rapporti con me si sono guastati..è diventata ancora di più isterica e paranoica.. “ trovati un lavoro, lo sai che solo con la pensione di tuo padre non si va avanti..fannullone!..ma te cosa importa, vero?..a te basta andare in giro tutto il giorno con quei balordi dei tuoi amici..fai vedere gli occhi..guarda come ce li hai rossi, vi drogate eh? (rievoca testualmente con trasporto catartico)..”..questa è la solita accoglienza serale..vorrebbe che io facessi il capofamiglia.. ma non lo sono mai stato, e tanto meno lo saprei fare ad immagine di mio padre..
Prof: è vero che lei si droga?
Teti: guardi..(minimizzando) qualche spinello ogni tanto, niente di più.
Prof: questo ‘periodaccio’ come lo chiama lei, quando è cominciato?
Teti: beh, da quando è morto mio padre; vede, lui era, nel bene e nel male, il mastice che
teneva unita la famiglia..lui, anche se sbagliava, indicava sempre la direzione da seguire..sia nei comportamenti etici e di forma sia in quelli sostanziali e di fondo. L’anno scorso è morto e qualche mese dopo ho finito la scuola, diplomandomi; in poco tempo mi sono ritrovato senza punti di riferimento, senza ‘doveri’…per quanto li sentissi come ‘nemici’, mio padre e la scuola erano stati fin lì i perni della mia esistenza..gli stimoli, gli avversari con cui misurarsi, anche dolorosamente(sono stato bocciato due volte), ma almeno erano la vita..per cui..finiti i doveri ho esagerato con i piaceri ( rotea sarcastico la mano )…poi che piaceri…
Prof: senta, io apprezzo la sua eloquenza ed il suo linguaggio forbito, ma cerchi di essere più naturale, si lasci andare, anche perché lei si è fatto la diagnosi da solo..si prescriva anche la cura!..sia sincero, parli chiaro, senza cir conlocuzioni: cosa vuole da me? (scandisce irritato) qual è il suo vero problema?…
Teti: ..ma..veramente..ecco(arrossisce smarrito)..il fatto è che…ho dimenticato…completamente…quello che ho fatto il giorno che è morto mio padre…è passato una anno e ormai è diventata un’ossessione…
Prof: ..ho capito…mmm…va bene..allora si sdrai e si metta comodo (indica il lettino); il suo cuore è a posto?…si?..bene, si rimbocchi la manica della camicia…ora le farò un’iniezione,è un calmante, però sia chiaro, io quest’iniezione non gliel’ho mai fatta! (categorico). Ci siamo capiti?..bene..con questa (prepara una fiala e una siringa) ci evitiamo 10 sedute…le va di fumare?
Il professore aspira con la siringa il liquido dalla fiala e lo inietta nel braccio di Teti, quindi gli porge una sigaretta e lo fa accendere; mentre il ragazzo aspira delle boccate il professore controlla sull’orologio il tempo necessario alla droga per fare effetto; poco dopo si avvicina alla libreria e accende lo stereo e mentre una musica rilassante si diffonde nello studio abbassa le luci e si avvicina a Teti sdraiato sul lettino.
Prof: (con voce bassa e suadente) Mario,mi senti?..
Teti: …mmm…sì…
Prof: Mario, ti ricordi cos’hai fatto il giorno prima che tuo padre morisse?…diciamo la sera prima…
Teti: ..mmm…
Prof: stavi fuori casa?
Teti: …la sala giochi…piazza San Giovanni…ho giocato a ‘Invasion’..
Prof: da solo?..
Teti: ..no…in doppio, con Valerio..diverse partite..
Prof: poi che avete fatto?
Teti: ..mm..abbiamo raggiunto gli altri, alle panchine dei giardini…la banda del ‘Formica’..
Prof: e che avete fatto?
Teti:…qualcuno ha acceso una canna e..l’ha fatta girare…..abbiamo chiacchierato…
Prof: di cosa?
Teti: ..di ragazze..(sorride) di come certe volte sono contorte..complicate..poi abbiamo cominciato a far battute..anche pesanti..iniziamo a ridere..sempre più forte, fino a farci venire il (allarga il sorriso) mal di pancia…
Prof: e poi?
Teti: ..poi il ‘formica’ propone di fare una partita a pallone..perchè come numero ci siamo e..la cosa va a genio a tutti e cominciamo a giocare..alla luce dei lampioni, sul brecciolino..mezzi sballati sudiamo come fontane e alla fine siamo sobri..ma morti..io sto a pezzi ma..sono contento..
Prof: e dopo che fate?
Teti: ..si va alla fontanella e poi, alla spicciolata, ce ne andiamo a casa..io arrivo dopo mezzanotte..dormono tutti..
Prof: e che fai?
Teti:..niente..vado in camera mia, mi spoglio e m’infilo nel letto..sento un po’ i Police in
cuffia e mi addormento quasi subito.. come un masso..
Prof: va bene, e la mattina, appena sveglio..che fai?..
Teti: …mmm…mmm…(si agita)
Prof: ..(riflette)..vai al bagno?..fai pipì?..
Teti: ..mmm…sì..
Prof:..poi?..avevi fame?sete?(incalza)..sei andato in cucina?..hai aperto il frigo?..
Teti: …no..sì..apro la caffettiera..metto su il caffè…scaldo il latte..in salotto papà vede un telegiornale..mamma in balcone annaffia le piante..la vado a salutare..poi vado da papà e si vede subito che gli girano con me…
Prof: perché ce l’ha con te?
Teti:…dice che mi sveglio sempre tardi…e siccome sto facendo colazione dice che uso la casa solo per mangiare, dormire e cacare.. “a casa non dai mai una mano, ti fai sempre i cazzi tuoi..trovati un lavoro che tanto a scuola non ci vai mai..” poi..prima che finisca la tirata io me ne torno in cucina..ma ormai m’è passato l’appetito e di la..in salotto..lo sento discutere con mia madre che gli dice di non agitarsi..che sennò gli viene un altro infarto..adesso lui non è più incazzato ma amareggiato…le dice che io non sono il figlio che lui avrebbe voluto.. che sono uno smidollato..che porto i capelli lunghi come una donna, e che infatti non mi comporto da uomo…che mi caccia via di casa così poi capirò il valore del denaro e de la vita..e cose del genere..
Prof: e tu che fai?
Teti: ..sono ferito..sto male..angoscia (si torce)..prendo il giubbotto e vado verso la porta di casa…dico passando davanti a loro che non torno per pranzo “ così almeno..” aggiungo“ risparmiate un coperto”..esco sbattendo la porta…ho voglia di piangere..dalla rabbia..è un momento di mmerda e mi rode forte il culo (agitato)…
Prof: uscito di casa, dove vai?
Teti:…cammino..a lungo..fuori dal quartiere..ho la bocca riarsa..poi telefono…a Valerio sposto l’appuntamento con lui..per il concerto di stasera..adesso ci vediamo direttamente al Palasport…il concerto non è male..il batterista è bravo..ma l’acustica fa schifo..autonomi e punk cominciano a pestarsi..arriva la polizia e il casino si allarga…la gente esce a fiumi dal Palasport..fuori l’aria è tiepida, si sta bene..c’incamminiamo verso la fermata dell’autobus…un vecchio 1100FIAT ci si affianca..due facce conosciute si sporgono dai finestrini ridendo(sorride)…si vede che sono fatti persi..c’invitano ad andare con loro alla Suburra..per bere Mathaus e giocare a Risiko..dicono per invogliarci..accettiamo…se non fosse per i problemi a casa…sarebbe un periodo magico……(si corruccia)
Prof: perché sarebbe un periodo magico?
Teti: ..non ho orari..vedo gente di tutti i tipi..di ogni sesso e razza..di ambienti diversi e..non mi sento vincolato a nessuno..a scuola vado poco perché c’è l’occupazione e posso..fare tardi la sera e dormire la mattina…potrei (smorfia)..mi sono lasciato da poco con la donna..dava troppa confidenza a tutti..lei… mi ha iniziato all’amore..è un tipo forte, indipendente..lavora in un’agenzia di assicurazioni…però è diventata un po’ possessiva..un po’ bugiarda e..parecchio mignotta…ora mi sento libero…anche se ogni tanto…mi manca…
Prof: siete poi andati alla Suburra?..
Teti: ..si…io e Valerio dobbiamo fare la tessera perché è la prima volta che veniamo in questo locale..gli altri ci dicono che intanto scendono, a prendere un buon tavolo..mentre siamo in fila rammento che devo avvertire a casa che farò tardi…allora do il mio documento e i soldi Valerio…e a lui un po’ gli rode di fare la fila da solo..spingo il gettone nella fessura del telefono…e faccio il numero…è libero, da sotto ovattata esce la musica…è un pezzo ska…dei Madness…a casa non c’è nessuno…no, qualcuno risponde…non èpapà…non è mamma…è zio…lo saluto e gli chiedo di parlare con uno dei miei…
Prof: chi viene al telefono?
Teti: nessuno…lo zio dice di venire a casa perché papà sta male
Prof: e tu?..
Teti: ..sto malissimo, domando cos’è successo..lui mi tranquillizza..ha la voce calma ma è teso..non mi convince..riappendo e corro ad avvertire gli amici..mi vogliono accompagnare a casa, in macchina..rifiuto, sono intontito..non voglio nessuno vicino..di colpo mi sento isolato da tutto e scappo via..arrivo di corsa a piazza S.Maria Maggiore, prendo un’autobus al volo e mi siedo…è notte…da un finestrino entra aria fresca..sono disperato..è novembre..il mese dei morti..oddio..forse papà ha avuto un malore..un collasso..magari sta già meglio..zio..con quella voce..perchè non mi ha detto di sbrigarmi?..oddio..adesso che faccio?..mia madre..mia sorella..cazzo..che situazione…dove corro?..sbrigarmi non cambierà certo le cose, anzi…farei meglio a tardare il più possibile..almeno..finchè non saprò..papà sarà ancora vivo…
Prof: allora non sei andato a casa…
Teti: ………..ci sono andato…solo, speravo il tempo scorresse più lentamente..
Prof: a casa cos’hai trovato?..
Teti: ..gente..dappertutto..parenti (disagio e dolore)..vicini di casa..alcuni piangono..mio padre è steso sul letto..sembra che dorma.. è ben pettinato..accanto a lui..seduta..la portiera prega sommessa..a dirotto..mi avvicino..lo tocco..sulla guancia..la pelle respinge la carezza..è fredda e dura..vorrei che sparissero tutti, per potermi rincantucciare in un angolo…a impazzire in silenzio…non vedo mia madre..mio cugino mi abbraccia e mi dice di “stare su”..e se ne va..qualcun altro arriva…facce contrite che si avvicendano..non riesco a stare solo con papà..c’è sempre una persona in mezzo alle palle………la mattina dopo..la casa è finalmente vuota…e arrivano quelli dell’agenzia…a quel punto me ne vado io..
Prof: mm..quindi l’ultima volta che hai visto tuo padre vivo è stato quella mattina..quando a- vete litigato…a pranzo sei poi tornato a casa?..
Teti: …no..
Prof: da chi hai mangiato? (tendenzioso tenta)
Teti: ..da nessuno..
Prof: avevi fame?
Teti:..sì..
Prof: avevi soldi?
Teti: ..sì..
Prof: perché non ti sei comprato da mangiare?
Teti:…………….
Prof: cos’hai fatto prima d’incontrarti con Valerio al concerto?…
Teti: …………….
Prof:..hai parlato con qualcuno?
Teti: …..si…
Prof: con chi?..
Teti: …ho telefonato…
Prof: ..a Valerio?..(un po’ spazientito)
Teti:…no..
Prof: e a chi? (incuriosito e un po’ sorpreso)
Teti:..a casa..
Prof: e con chi hai parlato? (bramoso)
Teti:.…..con…papà..
Prof: (trasale)…e…che vi siete detti?..
Teti: (si agita e con voce roca, modificata e ingrossata con greve accento meridionale, si
trasfigura rievocando)…pronto, casa Teti? …lei è il signor Teti?..qui è l’ospedale provinciale…signore, si faccia forza..suo figlio ha avuto un incidente di macchina…è morto…papà?..sono io(con voce normale sorride) ..guarda che è uno scherzo..papà, è unoscherzo, io sto bene…..pronto..pronto! papà!! (voce da tremolante a disperata) rispondi! sono io!! papà!!!…(si dimena in preda a convulsioni).
Il professore corre alla scrivania e prende la siringa con l’antidoto per riportare Teti alla realtà. Mario steso sul lettino ansima e dice frasi sconnesse, il professore arriva trafelato, gli immobilizza il braccio e gl’infila l’ago in vena. Quasi subito le convulsioni diminuiscono; anche lo spavento del professore s’attenua e riaffiora lo sbalordimento dovuto alla rivelazione; si accende una sigaretta, aspira profonde boccate e cammina nello studio controllando l’orologio; dopo un po’ si avvicina al ragazzo e mentre lo osserva batte le mani.
Prof: Mario, svegliati!, è tutto finito
Teti: mmm…(muove lento la testa mentre riaffiorano le percezioni)..mmm…
Prof: Mario!, va tutto bene, svegliati…
Teti: mmm…(apre gli occhi e si guarda attorno)…..professore…com’è andata?…
Prof: (si schiarisce la voce rotta dall’emozione)… ..ahem…bene..hai detto cose..interessanti…si tratta di un tipico senso di colpa…
Teti: (trepidante)..cioè?…
Prof: …l’ultima volta che hai..visto tuo padre…è stato per litigarci..e subito dopo sei uscito
di casa (soppesa le parole, prende tempo per assemblare una diagnosi credibile dicendo mezze verità)…il tuo inconscio ha cristallizzato questo fatto come una colpa, la colpa dell’abbandono…tuo padre quand’è morto era solo, in casa..perchè tu l’hai lasciato da solo.…(infierendo) se non avessi litigato magari saresti rimasto a casa e l’avresti potuto aiutare..o salvare..inoltre hai pensato che senza l’emozione di quel litigio..lui non si sarebbe sentito male (perfido)…
Teti: ..ed è così(angosciato)..l’avrei potuto salvare?…è morto perché avevamo litigato?…
Prof: ..chi può dirlo..ho usato il condizionale ‘avresti potuto’, i vostri rapporti da tempo non erano buoni e tu in casa rimanevi il meno possi bile……probabilmente in casa non ci saresti stato comunque…tuo padre già aveva avuto un infarto, già non stava bene (fatalista scuote la testa )…non ci potevi fare niente, non puoi rimproverarti nulla(concedendo)…
Teti:(sospira sollevato)…professore, quando devo tornare?
Prof: non è necessario che lei torni(allarmato)..lei ha individuato ed espulso la causa del suo malessere parlandone in ipnosi e…
Teti:..chiamiamola ipnosi(sottolinea sibillino, massaggiandosi sul braccio il buco de l’iniezione) ..comunque tra un mese le potrò pagare sedute a volontà…se è una questione di soldi…
Prof: per carità, semplicemente lei non ne ha bisogno…lo dimostra il fatto che lei ora vede una soluzione per i suoi problemi economici..questo è ottimismo, complimenti(sbrigativo), un lavoro in arrivo?…
Teti: …non proprio…tra un mese è un anno che è morto mio padre e…dovrei riscuotere la sua assicurazione…sulla vita…
Prof: ..ah!..(meravigliato)…allora…in bocca al lupo (gli porge la mano)
Teti: (alzandosi gliela stringe)..crepi..grazie di tutto..lei mi ha salvato..arrivederci professore(si dirige verso la porta)..ah, un’ultima cosa..una domanda…
Prof: ..dica..
Teti:..è vero che l’etica della sua professione le impone di non dire a nessuno di quello che i suoi pazienti le rivelano?(sorride malizioso)…un po’ come si devono regolare i preti con la confessione?…..
Prof: (perplesso)…beh, sì..è così, sono segreti che rimangono fra dottore e paziente…
Teti: grazie professore, adesso sono più sollevato..arrivederci..(se ne va)
Prof: (incupito)..arrivederci..
Uscito Teti il professore rimane assorto, prende una sigaretta e ne plasma lentamente il tabacco nella carta; presa una decisione, alza di scatto la cornetta del telefono ma subito si blocca, esitando come se fosse sopravvenuta un’appendice al pensiero appena elaborato; alla fine si decide a comporre un numero.
Prof: pronto?..sala corse?..il signor Graziano per favore…sono il professore………Graziano?sono io…
Voce Graziano: che vuoi?(voce brusca, dal timbro gutturale e con accento meridionale) ce li hai i soldi?…
Prof: ..aspetta..(confuso)
V.G.: non aspetto niente, devi venire coi soldi!, perchè telefoni?..devi ve-ni-re(scandisce minaccioso)
Prof: (intimorito)..certo…non c’è problema, massimo una settimana e avrai i tuoi 8 milioni..un cliente domani mi deve pagare 6 mesi di sedute arretrate e…
V.G.(lapidario)..adesso sono diventati 10..
Prof: (smarrito)..ma come..per una settimana di ritardo……
V.G.: non me ne frega niente! Sono 10, se non li hai che cazzo hai chiamato a fare?!..per rovinarmi la giornata, eh stronzo??!…
Prof: ..calma, avrai i tuoi soldi..ti ho chiamato perché oggi è venuto qui a studio un ragazzo, voleva entrare in analisi ma non aveva una lira..ha detto che lo mandavi tu e allora l’ho ascoltato..volevo da te solo la conferma di questo..
V.G.:mm…ti ha fatto proprio il mio nome? (incuriosito)
Prof: ..sì..
V.G.:come si chiama?
Prof: Teti…Mario Teti…
V.G.: ..mm..mai sentito…e che ti ha raccontato?…
Prof: ..mah..(reticente) niente di speciale..ha problemi con la madre..il padre è morto da poco.. hanno problemi economici…non lo conosci?..
V.G.:(passa in rassegna mentale)..Teti..Teti..Mario..Mario..non conosco nessuno con questo…a spetta..fino a un anno fa c’era una signora, una vedova..faceva le pulizie qui da noi…ma è morta..stava sul giornale..un incidente d’auto, lei e il figlio..il figlio ha avuto un culo così, si è salvato per miracolo…si chiamava Teti, Maria Teti ed è l’unico Teti che conosco, perciò quel tizio forse è il figlio ma non te l’ho mandato io, contento?…e adesso torniamo a noi: devi venire coi soldi, coi miei soldi!, altrimenti te ne serviranno il triplo per l’ospedale!…ci siamo capiti!?…ehi stronzo,dico a te, mi senti? …strizzacervelli del cazzo!…dove sei andato?..
Il professore attonito stacca la cornetta dall’orecchio e la osserva per un po’ gracchiare improperi, come se non fosse un veicolo elettromeccanico ma un’entità animata di vita propria poi, di colpo, senza emozione e con sguardo assente, la riabbassa sull’apparecchio; le luci diminuiscono gradatamente d’intensità fino a far esplodere il buio, mentre in modo inversamente proporzionale aumenta il suo scoramento. E’ la fine.