Manifestare contro Salvini è reato?
«Una firma non ci ferma»: sabato 8 novembre in corteo a Reggio Emilia
Comunicato di «Pollicino Gnus» (*)
Quindici nostri amici e compagni di tante iniziative hanno ricevuto la misura cautelare dell’obbligo di firma giornaliero in questura, per aver manifestato il 25 aprile scorso, giornata antifascista e antirazzista per eccellenza, contro il comizio di
Salvini della Lega Nord all’hotel Posta.
Vi invitiamo ad aderire all’appello che indice la manifestazione di solidarietà che trovate qui sotto e a partecipare alla stessa.
La redazione di «Pollicino Gnus»
Sabato 8 novembre 2014
#Unafirmanonciferma – scendiamo in piazza per democrazia e giustizia sociale!
Corteo per le vie della città, concentramento ore 15 alla Gabella di via Roma, Reggio Emilia.
Il 25 aprile 2014 Matteo Salvini, segretario generale della Lega Nord, scelse Reggio Emilia come tappa della sua campagna elettorale in vista delle elezioni europee e per il rinnovo dell’amministrazione locale.
Una parte della città ritenne provocatorio e inopportuno questo appuntamento, proprio nel giorno simbolo della Resistenza antifascista, e scelse di scendere in strada oltrepassando la “zona rossa” per contestare il nazionalismo e il razzismo di cui questa iniziativa si faceva portatrice.
Sei mesi dopo a 15 manifestanti è stato applicato un provvedimento cautelare che prevede l’obbligo di firma ogni giorno in questura.
Queste misure, già attuate in diverse occasioni anche a Reggio Emilia, non limitano solo la libertà personale di chi è direttamente colpito, ma vogliono essere un vero e proprio monito contro chi ritiene che lo stato esistente delle cose si possa cambiare dal basso.
Un tentativo di ridurre lo spazio di movimento in un contesto segnato da una forte tendenza autoritaria, dove si riducono gli spazi della democrazia e a sempre più persone viene negato l’accesso ai diritti.
Un tentativo di normalizzare una condizione postdemocratica, con una “governance” sempre più verticistica, dall’alto verso il basso, rappresentata dalle politiche di austerità imposte dalla Commissione europea, dalla Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale, messo in atto in Italia negli ultimi anni da tre governi consecutivi non democraticamente eletti.
Il governo Renzi conferma questa tendenza: in un momento di impoverimento e precarizzazione generale continua a sottrarre diritti sul lavoro, negare diritti sociali e privatizzare beni comuni.
Alcuni esempi: il Jobs act e la cancellazione dell’articolo 18, l’articolo 5 del Piano casa che impedisce l’accesso alla residenza e alle utenze alle persone che dopo essere rimaste per strada hanno deciso di occupare una casa, l’attuazione di meccanismi di privatizzazione spinta di beni comuni essenziali come nel caso dell’acqua.
Nel contempo si alzano le frontiere d’Europa, rinforzandone sia i confini esterni che interni per limitare la libertà di movimento delle persone in fuga dalla guerra o alla ricerca di una vita migliore, attraverso politiche di militarizzazione “a difesa” dei confini che producono continue stragi in mare e utilizzo della forza e della violenza per schedare i migranti.
Tutto questo mentre si aprono i confini dei mercati e si facilita la speculazione, concentrando la ricchezza e le risorse nelle mani di pochi.
E’ in questo contesto di disuguaglianza sociale che populismo, nazionalismo e razzismo stanno diventando sempre più una prassi, ed è da questa mancanza di democrazia reale che l’estrema destra sta avanzando, in Italia come in Europa (Lega Nord, Front National e Ukip ne sono un lampante esempio) propagando la paura dell’altro e l’intolleranza verso le differenze.
Noi non ci stiamo! Vogliamo aprire le finestre, uscire dalle case e scendere nelle strade per invertire questa tendenza.
Se cercano di restringere lo spazio di movimento attraverso misure repressive, noi allarghiamo l’orizzonte attraverso una pluralità di idee e pratiche, continuando a lottare per trasformare l’esistente e costruire un’alternativa.
Se cercano di limitare lo spazio della democrazia, noi lo reinventiamo attraverso nuove forme democratiche dal basso, riappropriandoci della possibilità di immaginare e costruire il futuro insieme.
Se cercano di rendere la nostra vita più povera e precaria, noi difendiamo i diritti conquistati nel passato per andare avanti e conquistare nuovi diritti per tutte e tutti.
Se cercano di chiudere le frontiere e rendere i confini invalicabili, noi li apriamo, spalancando le porte della nostra città, per costruire una Reggio Emilia e un’Europa antirazzista, antifascista e anticapitalista.
Una firma non ci ferma!
Per adesioni: unafirmanonciferma@gmail.com
Prime adesioni:
Laboratorio AQ16, CasaBettola “Casa Cantoniera Autogestita”, associazione Città Migrante, Alternativa Libertaria, Comitato 28 Aprile 2009, redazione «Pollicino Gnus», Casa Popolare Spartaco, Partito dei Carc, Collettivo Variabile Indipendente, Sel Reggio Emilia, cooperativa Mag6,
(*) Essendo io il direttore responsabile di “Pollicino” è ovvio che dovrei aderire. In realtà dentro “Pollicino” non metto quasi mai il becco perchè sono il direttore responsabile ma solo per tutelare la libertò di espressione limitata da vecchie norme (appunto l’obbligo di avere un giornalista iacritto a un anacronistico albo) che non condivido. Ma poi mi ritrovo quasi sempre, anzi sempre d’accordo con “Pollicino” e stavolta ancor più. Dunque aderisco pienamente (db)