Il 19 novembre il…
… nostro Barak (cioè Marcello Baraghini) ne fa 80: ovviamente è più giovane di un ventenne ma questo è qualcosa che neanche Epicuro, Ipazia e Jacques Brel avrebbero potuto prevedere. Qui in “bottega” lo ricordiamo attraverso 9 dei suoi “figli”, ma avrebbero pouto essere 80. Appunto.
E se pensate che questo è culto della personalità vi sbagliate. Cioè ci sono persone che, per situazioni oggettive e scelte casual-soggettve, risultano essere «padri della patria» e/o se preferite «madri della matria». Ecco super-Marcello è così: un co-fondatore del sogno in cui continuiamo a credere/lottare: un’umanità libera da “dio patria e famiglia”… che riducono l’umano in poltiglia.
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).