Mare nostro che non sei nei cieli
di Erri De Luca (*)
Mare nostro che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola e del mondo
sia benedetto il tuo sale
sia benedetto il tuo fondale
accogli le gremite imbarcazioni
senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte
le loro reti tra le tue creature
che tornano al mattino
con la pesca dei naufraghi salvati
Mare nostro che non sei nei cieli
all’alba sei colore del frumento
al tramonto dell’uva di vendemmia,
Ti abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste
tu sei più giusto della terra ferma
pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto
Custodisci le vite, le visite cadute
come foglie sul viale
Fai da autunno per loro
da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte
di padre e madre prima di partire.
(*) Oggi la “bottega” dalle 7 in poi ospita solo post legati alla guerra (non dichiarata) dell’Occidente a migranti e profughi. Chiediamo a chi ci legge di aiutarci prossimamente ad approfondire i temi che affrontiamo oggi; anche raccontando le storie di chi viene accolto e di chi viene respinto, di chi è dalla parte dei migranti e dei profughi e per questo viene “intimidito” (esemplare la vicenda di Radio Onda D’urto a Brescia), di chi nelle istituzioni alimenta il razzismo dei fascioleghisti ma anche le voci di molte/i che si oppongono a ogni razzismo e fascismo.
La vignetta è di Mauro Biani.