Marte-dì con la rivista «Robot» e…
… poi db accenna alla fanta-psichiatria con una proposta all’universo-mondo
«ROBOT» 86
Sono un po’ imbarazzato a parlar bene di «Robot» numero 86 (al solito: 192 pagine per 9,90 euri) visto che a pagina 130 ci sono anche io: «Amore e/o sesso con robot: è ora?» (*). Però chi mi conosce sa che le mie lodi fioccano su ogni numero di codesta rivista e dunque non dovrei accreditare sospetti.
Nella parte narrativa stavolta funziona tutto.
Bello (però non bellissimo) «Uncanny Valley» del sempreverde Greg Egan – che non piace a Valerio Evangelisti e talvolta lo capisco – mentre è dolorosissimo ma costruito perfettamente «304, Adolf Hitler Strasse» dell’israeliano Lavie Tidhar. Sono ottimi i 4 “nativi” o per meglio dire le 3 italiane con maschietto per una volta in “quota minoranza”. In ordine di apparizione «Cornucopia» di Linda De Santi, il geniale «Locuste» di Andrea Viscusi (**), la sempre brava Nicoletta Vallorani con «Cuori d’acqua», il tenerissimo «Vuoti a perdere» di Giovanna Repetto.
Nelle rubriche inizia Silvio Sosio che formula una legge triste e interssante: «dato un film scarso a piacere, prima o poi uscirà un film così tanto scarso da far rivalutare il primo»; mi associo. Ricchissimi i due articoli (piccoli saggi in realtà) di Salvatore Proietti e Sandro Pergameno rispettivamente sulla fantascienza cosmopolita e sui rapporti tra fs e cosidetto mainstream… però non ho potuto fare a meno di pensare che Mauro Antonio Miglieruolo, nelle vesti di Copernico, probabilmente metterebbe entrambi i testi sottosopra (***). Poi c’è il mio contributo: è la prima volta su «Robot» e ovviamente sono contento (anche se avrei infinitamente preferito farlo con il mio fratellone Riccardo Mancini). Per la storia della fantascienza: un ricordo di Maurizio Nati (ancora Sandro Pergameno) e uno di Inisero Cremaschi (di Gian Filippo Pizzo) mentre Eileen Gunn racconta la Vonda McIntyre che non t’aspetti. Chiude questa sezione l’analisi di Walter Catalano sulla serie tv (Netflix) «The Haunting of Hill House» e le sue antiche, serpeggianti radici.
Abbonatevi no?
(*) un ragionamento che parte da «Sex Robot» di Maurizio Balistreri; in “bottega” vedi Far sesso con le macchine?
(**) Un gran Viscusi è nell’antologia «Propulsioni d’improbabilità» (cfr in “bottega” il mio post Di strane cose sui cavalcavia) mentre Johnny Sheetmetal – ma quando tornerà in bottega? – ha recensito qui il romanzo «Dimenticami trovami sognami» (vedi Se la realtà è ret-conizzata)
(***) 8 tesi sulla letteratura ovvero 8 tesi sulla fantascienza
FANTAPSICHIATRIA
Nelle settimane passate ho riletto un po’ di romanzi di Philip Dick; alcuni per la terza o quarta volta. Quello che mi ha più impressionato è «Follia per sette clan»: nella traduzione di Paolo Prezzavento con introduzione di Carlo Pagetti, la post-fazione di Oriana Palusci e un utile glossario (“psichiatrico”) di Cinzia Rossini. Mi ha talmente sconquassato da farmi tornare la voglia (l’urgenza?) di ri-proporre una lettura – cfr qui: Gli alienometri – che anni fa ho portato in giro (anche con la complicità di Francesca Negretti o di Agata Marchi). Così ve lo sottopongo. Dite che questo è uno spot? No, perchè nulla vendo ma regalo.
Fatevi sentire.