Maryam Mirzakhani, prima “nobel” della matematica

di Fabrizio Melodia

Voi lo sapevate che – dal 2018 – esiste una «Giornata Mondiale delle Donne Matematiche»? Io no e immaginate la mia sorpresa quando, cercando la giornata dedicata al Pi Greco, scopro questa ricorrenza, intitolata alla prima donna a vincere quel che viene considerato il “premio Nobel del settore”, ovvero l’iraniana Maryam Mirzakhani. 

Era nata a Teheran il 12 maggio 1977, dunque in un Paese dove le donne hanno serie difficoltà di emancipazione e non godono dei minimi diritti.

Maryam Mirzakhani sentiva la vocazione per la scrittura ma in seguito prevalse l’amore per i numeri. Nel 1994, a 17 anni, vinse le Olimpiadi della Matematica. Era riuscita a partecipare, insieme all’amica Roya, grazie alla spinta del preside della scuola. Non fu semplice entrare all’università. Si laureò a pieni voti, per poi volare negli Stati Uniti, nella prestigiosa Harvard, completando il dottorato di ricerca sulle superfici iperboliche. Grazie a questo ottenne la cattedra a Stanford, continuando comunque le sue ricerche nell’ambito della matematica teorica, soprattutto sulle superfici di Riemann e la geometria dello spazio di noduli. Roba difficile? Di sicuro per me. Però nella matematica pura le equazioni cantavano sinfonie mentre Maryam Mirzakhani le tracciava alla lavagna. Spesso ripeteva talmente tante volte una figura – da pensatrice lenta e costante, come la ricordava il marito, anche lui matematico, Jan Vondrek – che la figlia la descrisse come «pittrice di numeri». 

Secondo le parole di Mirzkhani, l’esercizio della matematica pura «è come perdersi in una giungla, raccogliere tutte le conoscenze a tua disposizione e cercare di usarle per inventarti qualche trucchetto. Con un po’ di fortuna, te la puoi cavare».

La Medaglia Fields, istituita nel 1936, è comunemente considerata il vero Nobel per le scienze matematiche. Viene assegnata ogni quattro anni a un massimo di quattro candidati al di sotto dei 40 anni. Maryam Mirzakhani fu la prima donna a vincerla nel 2004 e, al momento della premiazione, ebbe a dichiarare: «È un grande onore. Spero che questo incoraggi giovani scienziate e matematiche donne. Sono sicura che nei prossimi anni molte altre donne vinceranno questo tipo di premi».

Chissà dove l’avrebbero portata le sue ricerche, se avesse potuto proseguirle. Ma purtroppo morì per un tumore al seno il 15 luglio 2017, lasciando una ferita profonda sia nell’ambiente statunitense che in quello iraniano. I telegiornali dell’Iran, parlando di lei, trasmettevano una sua foto photoshoppata con chador … ma almeno ne parlarono.

Steven Kerckhoff, suo collaboratore e professore a Stanford, la ricordava cosi: «Ciò che la differenziava dagli altri ricercatori era la capacità di mettere insieme pezzi disparati in maniera originale».

La Giornata Mondiale delle Donne Matematiche – ogni 12 maggio – vuole dar seguito al sogno di Maryam Marzakhani e dar coraggio alle donne che vogliono percorrere le strade della scienza e della speculazione pura, iscriversi alla facoltà di matematica, abbattendo pregiudizi e differenze di genere.

Voglio ricordarne oggi altre 6 fra le tante donne che grande contributo hanno dato alla scienza… ma vengono ancora cancellate dai libri di storia

La matematica, astronoma e filosofa Ipazia di Alessandria (*) vissuta nel III secolo dell’Era Comune – o dopo Cristo se preferite quella numerazione – inventò nientemeno che l’astrolabio: venne violentata e linciata dagli integralisti cristiani.

Maria Gaetana Agnesi (**) vissuta nel ‘700 fu la prima donna ad ottenere una cattedra universitaria presso l’università di Bologna – ma le impedirono di insegnare – e considerata una delle menti matematiche più geniali di tutti i tempi.

Marie-Sophie Germain, vissuta a cavallo fra ‘700 e ‘800, oggi icona del femminismo, dedicò tutta la vita allo studio della matematica, costretta a lottare contro le discriminazioni; per studiare arrivò a nascondersi sotto una falsa identità maschile.

Ada Lovelace (***) è considerata la madre della programmazione dei computer tanto da meritarsi il soprannome di «incantatrice dei numeri», nota per il suo lavoro alla mai realizzata macchina analitica di Charles Babbage; fra i suoi appunti un algoritmo per generare i numeri di Bernoulli, considerato il primo algoritmo di programmazione della storia.

Amalie Emmy Noether (****) tedesca di origine ebraica si distinse per i suoi lavori sulla fisica matematica, teoria degli anelli e algebra astratta: fu costretta a lottare contro i pregiudizi e contro il regime nazista, lavorando per molto tempo senza stipendio.

Infine – ma la vera lista sarebbe lunghissima – Emma Castelnuovo (1913-2014): rivoluzionò l’insegnamento nelle scuole della matematica e della geometria euclidea.

PER APPROFONDIRE

Margaret Alic, «L’eredità di Ipazia. Donne nella storia delle scienze dall’antichità all’Ottocento», Editori Riuniti, 1989.

Gabriele Lolli, «La crisalide e la farfalla. Donne e matematica», Bollati Boringhieri, 2000. 

Sandra Pattaro, «A proposito delle donne nella scienza», CLUEB, 2003. 

Nicolas Witkowski, «Troppo belle per il Nobel», Bollati Boringhieri, 2008.

Pochi mesi fa in “bottega” Liliana Cori ha parlato dei libri di Piergiorgio Odifreddi, di Chiara Rossi e di Angela Saini (vedi «Inferiori: come la scienza ha penalizzato le donne» e «Il genio delle donne»: i libri di…): vale leggere anche i commenti che mostrano i diversi punti di vista sul peso delle discriminazioni.

(*) Il genio di Ipazia, il genio delle donne

(**) Scor-data: 9 gennaio 1799

(***) Scor-data: 10 dicembre 1815

(****) Emmy Noether, quando le donne erano dannose per l’influsso umano e morale…

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

LA PRIMA IMMAGINE E’ STATA RIPRESA DALLA RETE; LA SECONDA E’ UN “MONTAGGIO” DI FABRIZIO MELODIA.

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

4 commenti

  • Mauro Magnani

    Viene da chiedersi, forse in un raro lampo di luce, quanto ci sia costata, ci costi e, purtroppo, ci costerà questa nostra asfissiante cecità verso le donne: metà, anzi più della metà delle potenzialità del genere umano viene rinchiuso in un limbo di quasi abbandono. Parlo da maschietto felicemente attorniato da una serie di rappresentanti dell’altro sesso decisamente migliori di me. Mai scoperta fu più gratificante.

  • Aricolo molto intenso, appassionante. Moltissime le donne che hanno dato un contributo insostituibile alla ricerca scientifica. Tra le mie esperienze di lettura ho il ricordo vivido de ‘Elogio dell’ imperfezione’, a metà tra saggio e autobiografia di Rita Levi Montalcini. Ma voglio spendere una parola sulla grandissima Émilie du Châtelet, di cui Voltaire scrisse: “Je n’ai pas perdu une maîtresse mais la moitié de moi-même. Un esprit pour lequel le mien semblait avoir été fait. (Non ho perduto un’amante ma la metà di me stesso. Un’anima per la quale sembrava fatta la mia).”
    Il suo contributo alla fisica matematica oggi è considerato determinante, splende di luce propria ed è sicuramente di pari grandezza a quella del famoso filosofo francese. Ebbe una vita coraggiosa, libera, morì prematuramente e scrisse una delle formule più importanti, deducendo l’energia cinetica…

  • Maria Teresa Messidoro

    https://images.app.goo.gl/6uBdELiUn36ZrauP8 godetevi questa immagine di scienziata poco conosciuta sul fantastico sito di pictoline, tutti fumetti.
    Noi donne siamo spesso invisibili, forse minoritarie, ma non certo trascurabili

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