Mattinata agostana (di Pabuda)

che caldissimo caldo!

che spavento! che assalto!

la radio suda, colando ritmi umidicci

direttamente sui timpani.

io leggo le vite dei santi

al raggio giallognolo del proiettore solare

la vista lacrima e distoglie lo sguardo.

l’aria, presa da paralisi, attende istruzioni

(sa dio quali).

io leggo le vite dei santi.

solo suona una campana nuda

inavvicinabile e bollente.

le parole da se stesse balbettano

senza degnarsi d’esser pronunciate,

senza mostrarsi, né muoversi.

io leggo le vite dei santi.

i superstiti s’asserragliano pigri

dietro le persiane dei bunker caserecci.

là fuori guardinghi passanti misurano

a mezzi passi dei palazzi i perimetri.

io leggo le vite dei santi.

* tratta dal volume “Verso Qualcosa”

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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