Mattinata agostana (di Pabuda)
che caldissimo caldo!
che spavento! che assalto!
la radio suda, colando ritmi umidicci
direttamente sui timpani.
io leggo le vite dei santi
al raggio giallognolo del proiettore solare
la vista lacrima e distoglie lo sguardo.
l’aria, presa da paralisi, attende istruzioni
(sa dio quali).
io leggo le vite dei santi.
solo suona una campana nuda
inavvicinabile e bollente.
le parole da se stesse balbettano
senza degnarsi d’esser pronunciate,
senza mostrarsi, né muoversi.
io leggo le vite dei santi.
i superstiti s’asserragliano pigri
dietro le persiane dei bunker caserecci.
là fuori guardinghi passanti misurano
a mezzi passi dei palazzi i perimetri.
io leggo le vite dei santi.
…
* tratta dal volume “Verso Qualcosa”