Mecha Guevara, l’irresistibile guerriero meccanizzato
di Fabrizio Melodia
«La Guerra Fredda sta giungendo al tramonto, le oscure e potenti forze del Capitalismo avanzano trionfanti su tutta la Terra. L’ultima speranza del Socialismo è riportare in vita il suo più grande eroe in un indistruttibile corpo d’acciaio per dare vita a MeCha Guevara, el Guerrillero Biónico». Questa graphic novel di recente pubblicazione merita visibilità.
Edita dalla casa editrice ManFont, che delle graphic novel (se preferite: romanzi disegnati) ha fatto la propria bandiera di qualità, ecco dunque «Mecha Guevara», scritto e disegnato dall’esordiente Andrea Tridico, coadiuvato da un corposo gruppo di coloristi, quali Daniela Barisone e Giorgia Lanza, con l’aiuto di Lucrezia Galliero, Alex Montagono, Cassandra Peirano, Agnese Pozza e Beatrice Sammaritani.
Mondo ucronico sull’emblematica figura del Che Guevara? No, è un fumetto dai toni assai satirici e abrasivi, dove l’eroe è il guerriero meccanizzato Mecha Guevara alle prese nientemeno che con la Super Internazionale Socialista, contro la tremenda Iron Lady, ovvero una Margareth Thatcher in versione mostro robotico da combattimento, e contro la Justice League of Atlantic Treaty guidata da Ronald Reagan.
Niente paura, contro il Capitalismo che risorge dagli abissi per conquistare la Terra, ecco Mecha Guevara, cyborg da combattimento armato di super armi e svezzato all’ultraguerriglia: ci proteggerà dalla calata dei nuovi MechaMostroSauri che ancora una volta oscurano il Sole dell’Avvenire.
L’intero fumetto è pieno di riferimenti sia alla storia del Novecento sia alla cultura di massa. Basti pensare alla graphic novel «Superman: Red Son» di Mark Millar (di cui ho parlato in un recente post bottegardo) citato dall’autore sin dalla grafica del personaggio di Guevara con lo stemma della falce e martello sul petto, oppure ai super robot da combattimento giapponesi creati dal maestro Go Nagai quali Mazinga Z, Grande Mazinga, Getter Robot, tanto per ricordare i più noti.
Il fulcro della vicenda è forse più interessante e intrigante della storia stessa: Mecha Guevara torna indietro nel tempo per salvare il mondo dalla devastazione, dopo aver visto la propria immagine stampata su una T-Shirt. Per il condottiero del popolo risulta inaccettabile essere un’icona del Mercato, quindi “armi in spalla e andiamo a distruggere il Capitale”.
La storia si snoda bene anche se a prima vista, fra una risata e una battaglia, sembra perdersi nei numerosi riferimenti: eppure è solo un modo per mettere in luce quanto ormai la Cultura sia diventata fonte di Brand commerciali che muovono guerra ai “consumatori” di tutto il mondo, litigiosi per aggiudicarsi il nuovo smartphone o il nuovo TV extrapiatto a 50 pollici.
Destreggiandosi fra i brand uniti pur se in netta concorrenza, Andrea Tridico sembra voler suggerire ai suoi lettori di non lasciarsi prendere dalla banalizzazione dei Brand commerciali per tornare a fare i “supereroi” quotidiani, leggendo, informandosi ed esercitando il libero pensiero.
In un momento di grande livellamento (al basso) culturale, salutiamo «Mecha Guevara» come una ventata di aria fresca, dove fra una risata e l’altra ci si libera la mente di troppa disinformazione.
«Mecha Guevara» è disponibile presso la casa editrice ManFont e nelle migliori librerie/fumetterie all’equo prezzo di 14 euro.
Come recita la quarta di copertina già citata:«L’ultima speranza del Socialismo è riportare in vita il suo più grande eroe in un indistruttibile corpo d’acciaio per dare vita a MeCha Guevara, el Guerrillero Biónico».
Insomma parafrasando: “Quando udrai un fragor a mille decibel, giù dal ciel piomberà Mecha Guevara”.
grandioso, compro subito…
Ma?!? Un dubbio: non è che così contribuisco ad alimentare il Mercato? La società della merce e dello Spettacolo?
GS
PS magari lo rubo…