Migranti: invasione (presunta), tragedie (vere) e disobbedienza (da organizzare)
I numeri letti da DOMENICO STIMOLO, «Se fosse tuo figlio di SERGIO GUTTILLA e un appello: piccolo dossier su umani che migrano e altri umani che devono scegliere da che parte stare
Italia invasa? Falso!
Europa invasa? Falso!
Gaia Terra invasa? Sì… dagli alieni extraterrestri!
La forza potente della verità dei “numeri”
“ Chi decide di fuggire dalla guerra o dalla povertà si lascia tutto alle spalle scappando per continuare a vivere, a prescindere da tutto” da «Le cicogne nere. Hidma la mia fuga» – a cura di Abdelfetah Mohamed
Mentre nella Gaia Terra si assiste ad una dirompente crescita di persone che scappano dai loro Paesi nativi – chiedendo rifugio e protezione dopo drammatici viaggi di fuga, a seguito di guerre, persecuzioni per motivi razziali, religione, appartenenza a specifici gruppi sociali o politici, fame, disastri ambientali, desertificazione e carestie, violazione dei diritti umani – specie nei Paesi “occidentali” avanza in maniera veloce e tragica un processo di decadimento dei valori umanitari democratici universali. Ritornano in maniera preponderante forme becere di nazionalismo, conflittualità e contrapposizione fra Stati.
Eppure gli Stati di questa parte del mondo sono detentori della parte immensamente più grande della ricchezza mondiale, con capicordata Stati Uniti e Europa.
Tranquillamente continuano a fare i loro affari di egemonia e sfruttamento delle parti deboli del mondo, godendo degli immensi “ frutti di ritorno”. In una maniera sempre più devastante per i valori fondamentali dei Diritti Umani e Sociali – conquistati a duro prezzo nello scenario mondiale a seguito della sconfitta del nazifascismo e delle grandi dittature – e per le condizioni di vita delle persone che vivono nelle zone povere del mondo.
Mentre con le loro azioni contribuiscono in maniera determinante a creare le condizioni di fuga, avanza in parti importanti delle loro strutture politiche e sociali, in maniera veloce e tragica, un processo di decadimento e disprezzo per gli “altri” considerati diversi, quindi odio e razzismo.
In questo spicchio di mondo tutti (o quasi) gridano all’invasione!
Faro e guida sono rappresentati dall’ideologia politica delle destre, vecchie e nuove, che come al solito vorrebbero la botte degli affari globali piena e la “selettività” nella distribuzione degli “immensi utili”, mantenendo la fatture della “razza eletta incontaminata”, nel tipico modello fantascientifico-fiabesco-nazionalista-razzista.
Le sinistre, fortemente contaminate negli spezzoni “storici”, non sono in grado di reazioni significativamente decisive.
Si costruiscono smisurati muri e recinzioni, si blindano mari e confini di nuovo “santificati” nelle glorie patrie, con continui e ossessivi messaggi si vogliono recingere le menti e le scelte dei cittadini.
Avvengono eventi inimmaginabili fino a poco tempo addietro: decine di migliaia di bambini strappati ai loro genitori (USA) e rinchiusi dentro enormi gabbie; navi con profughi vaganti nel Mare Mediterraneo data la chiusura dei porti; ferrei controlli alle frontiere a caccia di uomini, donne e bambini fuggiaschi. Decine di migliaia di persone sono morte annegate nel Mediterraneo, a pochi passi dalle nostre città. Il mare è pieno di cadaveri!
Nella ricostruzione della grande tragedia umana un grande contributo alla conoscenza è stato dato dal quotidiano inglese “ Guardian”. Il 20 giugno ha pubblicato una lista di 34.361 persone che sono morte cercando di raggiungere l’Europa (la Fortezza Europa). I dati – la lista per le difficoltà oggettive non è completa – sono stati raccolti dalla Ong olandese “United for Intercultural Action”; la ricerca è iniziata 25 anni addietro. Nel 1993 è stata recensita la morte di 91 persone; nel 2017 di 3915. La maggior parte delle persone morte non hanno un nome. Sono “sconosciute” le ragioni della fuga, le sofferenze, le fattezze umane, le speranze. In Italia il quotidiano «il manifesto» ha pubblicato l’elenco completo il 22 giugno.
Resteranno sempre ignote le moltissime persone morte lungo il percorso del loro travagliato viaggio, a partire dai loro Paesi di origine, prima di affrontare i mari. La parte più consistente riguarda certamente l’Africa. I “numeri” sono di grandi dimensioni.
Gli esseri umani che cercano rifugio, da parte dei vocianti, scatenati impegnati da diffondere odio e diversità da “spianare”, vengono descritti come i nuovi untori del XXI secolo, da scacciare e rinchiudere nelle galere. Gli organi di informazione – in gran parte, deliberatamente o in forma inconsciamente “robotica” – sono diventati i veicoli amplificatori di questi messaggi.
I fuggiaschi, come dichiarato nell’ultimo rapporto di UNHCR – Agenzia Onu Global Trend – nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Rifugiato, sono 68 milioni… sono persone non container di merci.
Molti governanti e tutte le forze politiche di destra (specifiche o in foggia travisata) in Europa gridano forsennatamente al respingimento come se i loro Stati fossero le mete principali o esclusive dei fuggiaschi. Dati i messaggi politici promulgati, gran parte delle popolazioni non ha una visione e una conoscenza comune sulla drammatica questione.
Pur vivendo in una fase storica di interconnessione informativa planetaria, continua e pluriarticolata, mai verificatasi nella storia umana, si è ritornati a una condizione di dealfabetizzazione di massa. Non tanto sull’elementare tradizionale sapere del “leggere e scrivere”, ma sulla conoscenza delle vicende e sui parametri che caratterizzano il mondo.
Il forte processo di ritorno all’esaltazione di modelli teorici e operativi nazionalisti (sovranismo o quant’altro), di riduzione dell’interesse complessivo, con l’attenzione rivolta solo alle vicende della cosiddetta “casa propria” e di estrema semplificazione dei messaggi della propaganda e di lettura degli eventi, obnubila i cervelli ( cosa già tragicamente vista nella storia recente). Vietando di pensare in maniera attenta e togliendo qualsiasi volontà di approfondimento, di pesare in maniera appropriata: “numeri”, fatti e luoghi.
In Italia (conosciamo in maniera più appropriata le dinamiche in atto, ma c’è un filone comune che lega i Paesi europei) è stato artificiosamente creato un modello di attenzione rivolto alla “sicurezza” personale mirato solamente ai pericoli (furti, rapine, violenza alle persone… che complessivamente sono in calo olttetutto) per suggerire in maniera esaltata che possono derivare dalla presenza di profughi e migranti. Una forsennata campagna di disinformazione, sottile e persuasiva, ben giostrata e alimentata – pur in un quadro nominale di pluralità . come già avvenuto negli anni bui della dittatura ha creato di nuovo il “nemico”.
Le persone profughe e migranti, spogliate dalle sembianze umane, sono state fatte diventare orripilanti “oggetti” che devono essere discriminati, perseguiti e cacciati, distrutti. Questo “nemico” è la causa unica ed esclusiva di tutte le distorsioni sociali che attanagliano l’Italia. Tutto il resto non esiste più!
Infatti è quasi svanito, rimosso, messo nelle ultime fila della discussione e della gestione politica, l’oggettivo comune sentire sul concetto di sicurezza che riguarda tutta l’articolazione della vita quotidiana. Giusto per ricordarne alcuni dei principali:
– mantenimento del posto di lavoro e grandi difficoltà della precarizzazione;
– salario e stipendio iniquo e insufficiente;
– utilizzo insoddisfacente dei servizi sociali, asili, scuole, sanità;
– integrità fisica nell’esplicitazione dell’attività lavorativa (13.000 morti negli ultimi dieci anni) ma anche nelle strade (nel 2016, 3.283 vittime e 249.175 feriti);
– pericoli alimentari, dato l’ampio uso di prodotti chimici nelle lavorazioni;
– inquinamenti velenosi che pervadono le nostre città e i territori, determinando la morte di molte decine di migliaia di persone ogni anno;
– precarietà dell’abitare, negli ultimi anni sono in forte crescita gli sfratti;
– violenza sulle donne, femminicidi, stupri, persecuzioni in continuo aumento; – penetrazione delle organizzazioni mafiose in tutte le aree territoriali nazionali con nefaste conseguenze sul piano economico e sociale.
Segmenti sociali e della struttura civile resistono, con grandi difficoltà, cercando di riportare all’analisi, all’impegno comune, alle lotte, tutta la gamma delle sicurezze che, in maniera drammatica, riguardano i soggetti più esposti, a partire dai milioni di disoccupati e di poveri.
Inoltre, sul piano interno, riguardo profughi e migranti l’attenzione è esclusivamente rivolta all’Italia.
Sulla cosiddetta “invasione”, il modo di comunicare di gran parte dei rappresentanti della politica e delle forze di governo, l’impostazione dei cosiddetti “confronti” e degli “approfondimenti” televisivi, il modo di dare notizie…mettono al centro gli eventi che riguardano il nostro Paese, .come se fosse soltanto l’Italia ad essere interessata della drammatica questione.
Di ciò che succede in Europa si parla in maniera del tutto sporadica, con un unico argomento all’attenzione: le quote dei profughi che dovrebbero essere trasferiti negli altri Paesi europei.
Di ciò che succede nel “resto del mondo”, qualcosa si dice sottovoce solamente il venti giugno, in ricorrenza della Giornata del Rifugiato.
Quindi, la gran parte degli italiani ha acquisito la percezione che l’invasione riguarda solamente l’Italia! Con conseguente dirompente crescita di rigurgiti razzisti di odio, forieri di nuove persecuzioni.
Vengono dileggiati i valori costituzionali e le normative internazionali basati sul riconoscimento del diritto di asilo, quindi l’accoglienza, l’assistenza, l’applicazione dei diritti umanitari, il salvataggio a mare.
FUGGIASCHI NEL MONDO
68 milioni i fuggiaschi :
Dai dati riferiti al 2017 emerge che 40 milioni, pari al 65%, sono spostamenti all’interno del proprio Paese (sfollati), 25 milioni i rifugiati, 3,1 milioni richiedenti asilo . Un aumento di grande rilevanza si è verificato nell’ultimo ventennio. Infatti nel 1997 i fuggiaschi erano 33,9 milioni.
Per lo più sono fuggiti e si trovano allocati nelle parti povere del mondo.
I Paesi di maggiore provenienza – tutte aree di guerra – sono: Siria 6,3 milioni, Afghanistan 2, 6 milioni, Sud Sudan 2,4, Myanamar 1,2, Somalia 986.400, Sudan, Congo, Repubblica Centroafricana, Eritrea, Burundi.
I Paesi che accolgono più rifugiati sono: Turchia 3,5 milioni (quasi 3 milioni vengono dalla Siria), Pakistan e Uganda con 1 milione e 4oomila, Libano 989.900, Iran 979.400, Germania 970.400, Bangladesch 932.200, Sudan 906.600, Giordania 685.000 (dato del 2016), Congo 452.000 e Kenia 451.000 (sempre nel 2016).
I bambini e i ragazzi al di sotto dei 18 anni rappresentano il 51% del totale dei fuggiaschi.
E’ bene che tutte le “oche starnazzanti” sull’invasione – dato il loro scarso patrimonio culturale e di conoscenza geografica – apprendano che sui Paesi soprariportati, due Stati di piccole dimensioni hanno accolto moltissimi rifugiati: Libano e Giordania hanno rispettivamente 6 e 9,5 milioni di abitanti, con un PIL (nel 2016) pro-capite di 7914 e 4087 dollari (il Pil Italia è di 30927 dollari).
Riguardo i rifugiati storici – 11,5 milioni – la componente principale è rappresentata dai palestinesi, 5,3 milioni alla fine del 2016 (il numero più grande è allocato in Egitto), poi gli afgani in Pakistan (negli ultimi anni è iniziata la fase del ritorno).
Sugli sfollati interni (dati del 2016) al primo posto delle disgrazie di trova la Colombia con 7,4 milioni di persone, poi Siria con 6,3 milioni, Iraq 3,6 milioni, Congo 2,2 milioni, Sudan e Nigeria con 2,2, Yemen 2 milioni, infine Sud Sudan, Ucraina e Afghanistan con un milione e 800mila.
Sui richiedenti asilo (3,1 milioni nel 2017) –la situazione europea sarà affrontata nel dettaglio successivamente – riguardo i Paesi riceventi richiesta, al primo posto c’è la Germania, poi Stati Uniti (262.000 richieste nel 2016, provenienti dal Messico e dall’America centrale) quindi Turchia, Francia, Italia,Grecia, Austria, Inghilterra, Sud Africa, Uganda.
I richiedenti (dati 2016, primi dieci Paesi) provengono dalle seguenti realtà per la gran parte interessate da situazioni di guerra: Siria 347.000, Afghanistan 238.000, Iraq 135.000, Iran 61.000, Congo 60.000, Pakistan 58.000, Eritrea 57.000, Nigeria 56.000, El Salvador 43.000, Ucraina 39.000.
Gli apolidi (cioè senza cittadinanza/Stato) rappresentano una consistenza molto significativa. Sono circa 3.2 milioni del totale.
SITUAZIONE IN ITALIA
Richieste di asilo 2017: totale 130.139
Uomini 109.066
Donne 21.053
Di cui:
Minori non accompagnati 9782
Minori accompagnati 6527
ESITI:
RESPINTE 46.992 58%
Umanitaria 20.166
Rifugiati 6827
Sussidiaria 6880
Altri esiti 662
Totale esiti positivi 33.873 41%
TOTALE esaminati 81527
Nello stesso anno (2017) nell’Europa a 32 Paesi sono state esaminate 973.415 richieste (fonte Eurostat – Ufficio Statistico della Comunità Europea).
Quindi le richieste esaminate in Italia rappresentano l’8,38% del totale europeo – 32 Paesi –, compreso Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera.
Nel 2017 nell’Europa (a 28) la popolazione ammontava a 511.522.000; in Italia i residenti erano 60.589.000, corrispondente a l’11,84%.
Nel 2016 le richieste esaminate in Italia sono state 89.875, in Europa – 32 paesi – 1.106.405 (punta massima in assoluto). Di queste richieste complessive, nell’ UE-28, 672.000 persone hanno avuto riconoscimento positivo in primo grado, pari al 60%: 366.000 status di rifugiato, 258.000 status di protezione sussidiaria, 48.000 autorizzazione a soggiorno per motivi umanitari.
Nel 2016 in Italia sono state concessi 36.666 riconoscimenti positivi per soggiornare. Rigettate 54.254 richieste (60%).
Quindi due anni addietro, proprio quando si è toccata la punta massima degli arrivi di profughi in Italia, sul totale europeo degli status concessi la quantità riconosciuta nel nostro Paese ammontava solo al 5,45%.
E’ QUESTA L’INVASIONE PROPAGANDATA?
EUROPA
Nel dettaglio coma va la situazione in Europa? Al di là delle chiacchere italiane, le fonti Eurostat sono molto illuminanti.
Nel periodo che va dal 2008 al 2017 nell’UE (a 32 Paesi) sono state prese in esame un totale di 4.555.530 richieste, pari allo 0,89% della popolazione residente al 2017.
Complessivamente, nello stesso periodo, le domande avanzate nell’UE sono state 5.740435, pari al’1.22% della popolazione residente al 2017.
Numeri grandi? Ebbene due “micro Paesi” come il Libano e la Giordania hanno assorbito 1.675.000 rifugiati.
Nel 2017 in EU le richieste di asilo e misure complementari concesse sono state 538.120. Così suddivise:
· Stato di rifugiato 271.630
· Protezione sussidiaria 188.960
· Protezione umanitaria 77.530
· Rifugiati reinsediati 23.925
In rapporto a ogni milione di abitante (popolazione al 1 gennaio 2017): al primo posto c’è la Germania con 325.370 permessi concessi, 3945 per milione di abitanti (82.521 milioni di abitanti) segue l’Austria con 33.925 permessi, 3865 per milione, al terzo posto la Svezia con 31.235, 3125 per milione. Dal quarto al sesto posto: Lussemburgo con 1130, 1915 per milione/ab; Malta con 815, 1770; Svizzera con 14.785. Dal sesto al nono posto: Belgio con 12.895, 1135 per milione/ab. (11,351 m. di abitanti); Cipro, con 1300, 1110 per milione/ab. (854.802 abitanti); Grecia con 12.015, 1115 per milione di ab., 10, 768 m. di abitanti. Dal decimo al dodicesimo posto: Norvegia con 5270, 1000 per milione di ab. (5,258 m. di abitanti); Finlandia con 4255, 775 per milione/ab. (5,503 milione di abitanti); Liechtenstein con 25, 660 per milione/ab. (37.810 abitanti). Dal tredicesimo al quindicesimo posto: Francia con 40.575, 605 per milione/ab. (66.989 m. di abitanti); ITALIA con 35.130, 580 per milione di ab. (60,589 m. di abitanti); Paesi Bassi con 9090, 530 per milione di ab. (17,82 m. di abitanti). Dal sedicesimo al diciottesimo posto: Danimarca con 2750, 480 per milione di ab. (5,749 m. di abitanti); Islanda con 125, 370 per milione di ab. (338.349 abitanti); Bulgaria con 1705, 240 per milione di ab. (7,102 m. di abitanti). Dal diciannovesimo al ventunesimo posto: Regno Unito con 15.645, 240 per milione di ab. (65,809 m. di abitanti); Irlanda con 720, 150 per milione di ab. (4,784 m. di abitanti); Lettonia con 275, 140 per milione di ab. (1,950 m. di abitanti). Dal ventiduesimo al ventiquattresimo posto: Ungheria con 1290, 130 per milione di ab. (9,798 m. di abitanti); Lituania con 295, 105 per milione di ab. (2,848 m. di abitanti); Spagna con 4700, 100 per milione di ab. (46,528 m. di abitanti). Dal venticinquesimo al ventisettesimo posto; Slovenia con 150, 75 per milione di ab. (2,066 milioni di ab); Estonia con 95, 70 per milione di ab. (1,316 m. di abitanti); Romania con 1330, 70 per milione di ab. (19,644 m. di abitanti). Dal ventottesimo al trentesimo posto: Portogallo con 500, 50 per milione di ab (10,310 milioni di ab); Croazia con 170, 40 per milione di abitanti (4,154 milioni di ab); Rep. Ceca con 145, 15 per milione di ab (10,579 m. di abitanti). Infine al trentunesimo e trentaduesimo posto: Polonia con 560, 15 per milione di ab. (37,973 m. di abitanti) e Slovacchia con 60, 10 per milione di ab. (5,435 m. di abitanti).
Sul totale delle richieste presentate sono stati concessi 558.330 permessi.
La situazione è molto differenziata. La Germania rappresenta il 58% degli asili concessi nell’UE-32 – nel 2016 sono stati il 57% .
Scorrendo l’elenco è ben visibile un consistente numero di Paesi che, trincerati nei loro confini con una chiusura razzista di stampo medioevale, mantengono una posizione totalmente divergente dagli Stati europei che sono il polmone principale dei fuggiaschi.
Per esempio nel 2016 Grecia, Irlanda, Polonia e Ungheria hanno avuto un tasso di rifiuto delle domande di primo grado di oltre il 75%.
E’ la contraddizione principale su cui si regge la Comunità Europea. In questa maniera, a parte le questioni di gestione economica e finanziaria, vengono infranti i valori culturali fondamentali che hanno retto la costruzione della “nuova Europa” dopo la fine della seconda guerra mondiale: valori definiti per evitare il ritorno dei nefasti nazionalismi che nei primi 45 anni del Novecento hanno flagellato il continente con oltre cento milioni di morti e immani distruzioni.
Il rischio palese, già in corso, è la distruzione del concetto di Unione Europea, con il ritorno di tutti i fantasmi e i tragici pericoli del recente passato.
Infatti non si vogliono adottare politiche comuni sull’accoglimento dei rifugiati, a partire da modelli condivisi di accoglienza e dai ricollocamenti. Come drammaticamente emerso ulteriormente nel vertice europeo di alcuni giorni addietro.
Da rilevare inoltre – come ben noto da parecchi anni – che una quantità considerevole di rifugiati approdati in Italia non intendono restare nel nostro Paese. Dati i vincoli in atto, cercano nelle maniere più pericolose, anche foriere di morte, di uscire verso gli Stati confinanti, per raggiungere altre mete.
RICHIESTE ASILO IN ITALIA 2018
Nel primo semestre del 2018 la situazione generale ha già avuto un cambiamento sostanziale.
In ITALIA il decremento sulla richiesta di asilo è stato notevolissimo:
· Gennaio, 6874 persone (5700 uomini, 1174 donne; di cui 656 minori non accompagnati, 47 minori accompagnati).
· Febbraio, 5942 (4797 uomini,1145 donne; di cui 598 minori non accompagnati, 20 minori accompagnati).
· Marzo, 6100 (4887 uomini, 1213 donne; di cui 572 minori non accompagnati, 18 minori accompagnati).
· Aprile, 4525 (3556 uomini, 969 donne, 411 minori non accompagnati, 8 minori accompagnati).
· Maggio, 5172 (3997 uomini, 1175 donne; di cui 340 minori non accompagnati).
Totale 5 mesi: 28.613. Media mese 5722.
Nel 2017 le richieste di asilo sono state 130.139. Media mese 10.844.
Bisogna soffermarsi sulle decisioni assunte in Italia riguardo la richiesta di asilo nei primi 5 mesi del 2018 – complessive 40.123 -:
· Gennaio, esaminate 6550, respinte 3950: cioè il 60%
· Febbraio, esaminate 6631, respinte 4099: il 62%
· Marzo, esaminate 9843, respinte 6099: 62%
· Aprile , esaminate 8000, respinte 4781: 60%
· Maggio, esaminate 9099, respinte 5595 60%
Arrivi profughi via mare (Mediterraneo) in Italia:
al 12 giugno 2018: 14.286
2017: 119.369
Arrivi nel Mediterraneo:
al 12 giugno 2018:
Grecia: 12.065 nel 2017: 29.718 nel 2016: 173.450
Spagna 8.727 2017: 22.103 2016: 8.162
Profughi annegati nel Mediterraneo
al 12 giugno 2018: 784 nel 2017: 3081 nel 2016: 5096
RICHIESTE DI ASILO NELL’UNIONE EUROPEA 2018:
· Gennaio 53.175 – nel 2017: 61.528 –
· Febbraio 45.908 – nel 2017: 58.946 –
· Marzo 47.957 – nel 2017: 66.433 –
· Aprile 49.716 – nel 2017: 49.966 –
Totale 4 mesi: 196.756 -tot. 4 mesi 2017: 236.873 differenza: – 40.117 -17%
Rimane di approfondire l’aspetto dei “rimpatri” forzati. E’ bene lasciarlo ad altra occasione.
Un dato è certo. In Italia stiamo vivendo la fase più oscura dalla fine della guerra. Nel corso del 2017, con gli appositi accordi definiti, si era lasciata mano libera alla Libia (zona di guerra) priva dei requisiti basilari di libertà, solidarietà e assistenza. Un grande carcere per i profughi.
Ora – dalle decisioni governative assunte da Lega e 5 Stelle – viene rimpolpato il ruolo della Libia e vietati gli sbarchi in Italia da parte delle navi delle ONG (attori principali dei salvataggi a mare) con tutte le traversie per i profughi già determinatesi.
I morti in mare si sono intensificati.
Se non ora quando? Occorre rendere visibile lo sdegno da parte di quegli italiani – e sono tanti – che mantengono alto nel cuore e nella mente la difesa dei valori prioritari della Costituzione, della memoria sugli eventi fondativi della nostra libertà e sulle decine milioni di italiani che nel corso degli ultimi 150 anni sono stati costretti a fuggire migranti dal proprio Paese nativo.
FONTI: UNCHR, EUROSTAT, Ministero Interno
Se fosse tuo figlio
riempiresti il mare di navi di qualsiasi bandiera.
Vorresti che tutte insieme a milioni facessero da ponte per farlo passare.
Premuroso, non lo lasceresti mai da solo faresti ombra per non far bruciare i suoi occhi, lo copriresti per non farlo bagnare dagli schizzi d’acqua salata.
Se fosse tuo figlio
ti getteresti in mare, uccideresti il pescatore che non presta la barca, urleresti per chiedere aiuto, busseresti alle porte dei governi per rivendicarne la vita.
Se fosse tuo figlio
oggi saresti a lutto, odieresti il mondo, odieresti i porti pieni di navi attraccate. Odieresti chi le tiene ferme e lontane Da chi, nel frattempo sostituisce le urla con acqua di mare.
Se fosse tuo figlio
li chiameresti vigliacchi disumani, gli sputeresti addosso. Dovrebbero fermarti, tenerti, bloccarti vorresti spaccargli la faccia, annegarli tutti nello stesso mare.
Ma stai tranquillo,
nella tua tiepida casa
non è tuo figlio, non è tuo figlio.
Puoi dormire tranquillo
e sopratutto sicuro.
Non è tuo figlio.
E’ solo un figlio dell’umanità perduta, dell’umanità sporca, che non fa rumore.
Non è tuo figlio, non è tuo figlio.
Dormi tranquillo, certamente non è il tuo.
Sergio Guttilla, 29 giugno 2018
Dedicata ai 100 morti in mare, morti affogati in attesa di una nave che li salvasse.
Migranti, disobbedienza civile contro le scelte dell’Italia
APPELLO. Il nostro governo si sta assumendo la responsabilità politica, etica e penale di trasformarci in corresponsabili di ulteriori tragedie. A questo non possiamo che opporci con forza (*)
Il 22 giugno la Guardia Costiera italiana ha inviato un comunicato ai comandanti delle imbarcazioni che si trovano nella zona del Mediterraneo antistante la Libia in cui si intima, in caso di soccorso di naufraghi, di chiedere appoggio alla Guardia Costiera libica.
Questo è l’ultimo atto imposto dal governo italiano che ha deciso unilateralmente di chiudere ogni possibilità di sbarco nei porti italiani ai profughi che con imbarcazioni di fortuna e dopo aver attraversato l’inferno dei campi di concentramento in Libia (dove a volte sono detenuti per anni subendo ogni sorta di violenza fisica e psicologica e di ricatto economico). Contravvenendo e violando in questo modo moltissime convenzioni internazionali che riguardano il diritto marittimo e umanitario, ma soprattutto rendendosi primo artefice di altre tragedie.
Il nostro governo sa benissimo che far rientrare i profughi in Libia, come già sta avvenendo, significa rimetterli nelle mani degli aguzzini delle bande armate più o meno legate al governo libico di Al Sarraj, che diverse inchieste internazionali hanno dimostrato essere le organizzatrici del traffico di persone e non come sostengono Matteo Salvini, Danilo Toninelli e Giuseppe Conte, insieme con tutto il governo italiano, le Organizzazioni Non Governative che, invece, da anni salvano migliaia di vite nel Mediterraneo.
Questo braccio di ferro è insensato perché non è vero che in Europa c’è un’emergenza profughi. In ogni caso, chiusura o non chiusura dei porti italiani, la fuga dai Paesi dove ci sono guerre civili (più o meno esplicite) non si fermerà, perché la gran parte delle donne, degli uomini e dei bambini fuggono dai regimi corrotti e dittatoriali con cui il nostro governo spera di far accordi per fermarli.
Irrigidire le attuali regole sul suolo europeo, il progetto di trasformare gli hot-spot in veri campi di concentramento, rispedire nei Paesi di primo ingresso i richiedenti asilo che li hanno lasciati o ripristinare i controlli alle frontiere terrestri, non sarà la soluzione perché renderà ancora più precaria e insicura la vita dei profughi. Tutto ciò darà solo più forza al razzismo e alla xenofobia che renderà le nostre città più insicure per i profughi come per tutti e tutte noi. L’unica soluzione è accogliere, come vuole il diritto internazionale, chiunque fugga da zone di guerra e non il contrario.
Ora il nostro governo si sta assumendo la responsabilità politica, etica e penale di trasformarci in corresponsabili di ulteriori tragedie. A questo non possiamo che opporci con forza e immediatamente con atti di disobbedienza civile. Prima che sia troppo tardi.
per adesioni: cinzianachira@gmail.com
Joseph Halevi, Università di Sydney e International University College (IUC) of Turin, Torino. Domenico Quirico, giornalista, Gustavo Gozzi, Università di Bologna, Riccardo Bellofiore, Università di Bergamo, Riccardo Cristiano, giornalista, Aldo Garzia, giornalista, Alessandra Mecozzi, Fiom Cgil, Thomas Casadei, Università di Modena, Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo, Luca Baccelli, Università di Camerino, Orsetta Giolo, Università di Reggio Emilia, Alessandra Sciurba (Univ. di Palermo), Donatella Loprieno (Univ. della Calabria), Cinzia Nachira, Università del Salento e rivista Rproject, Fausto Gianelli, Avvocato – Giuristi Democratici, Stefano Galieni, Rifondazione Comunista, Antonio Ciniero, Università del Salento, Guglielmo Forges Davanzati, Università del Salento, Luciano Nuzzo, Università del Salento, Sergio Bellavita, USB Nazionale, Angelo Salento, Università del Salento, Aldo Milano, SiCobas Nazionale, Eliana Como, Direttivo Nazionale CGIL, Fabio De Nardis, Università del Salento, Cesare Quinto, fotografo-giornalista, Marco Cinque, il manifesto, Elisabetta Della Torre, Università della Calabria, Giuliana Commisso, Università della Calabria, Walter Greco, Università della Calabria, Giorgio Sivini, professore emerito Università della Calabria, Alessandro Somma, Università di Ferrara
(*) pubblicato sul quotidiano «il manifesto» del 3 luglio.
QUESTO DOSSIER
Perché la “bottega” ha messo insieme materiali così diversi (anche se uniti dal tema di fondo) in un solo post? Una preziosa analisi statistica e politica, una poesia di straziante verità e un appello a disobbedire: i numeri, l’emozione, l’invito a fare (e non solo a dire) accomunati dall’URGENZA di bucare i muri concreti e quelli costruiti nelle nostre teste. La bottega continuerà ovviamente su questi temi: se occorre con un post (o un dossier con pezzi di natura diversa, come oggi) al giorno; non di più perchè questo nostro blog vuole parlare di tanto (se non di tutto) … Siamo strapieni di contributi – GRAZIE – ma pensiamo che sarebbe esagerato pubblicare più di 5/6 “pezzi” ogni giorno. Per finire, un invito a chi ci segnala iniziative, appelli, materiali utili o altro (persino vignette e foto, molto apprezzate): i “commenti” sono molto letti perciò utilizzateli ANCHE per questo fine [db].
LE VIGNETTE sono di Mauro Biani.
mi associo all’appello a rendere visibile lo sdegno.
Mi associo come cittadina italiana che non si rassegna a doversi vergognare di essere tale di fronte all’umanità, di fronte alle future generazioni. Non potremo dire di non aver saputo.
Allora, come rendere concreto questo appello?
Ottimo ed esauriente il lavoro certosino di Domenico Stimolo, così come ho trovato tempestivo e politicamente ineccepibile l’appello pubblicato ieri su Il Manifesto, a cui ho immediatamente aderito. Voglio però segnalare solo un passaggio di quanto scrive Romano Madera nella sua biografia su Jung, in particolare al quarto capitolo intitolato “L ‘ombra, la guerra, il capro espiatorio”, che è di una chiarezza disarmante : …ceti dirigenti e masse popolari – nonostante questo sviluppo possa essere previsto – sembrano impediti, come quasi sempre, a guardare la realtà con un minimo di sobrietà critica.La ricerca di capri espiatori continua come fosse l’unico gioco politico a disposizione …..la coscienza si crede in sintonia coi valori superiori e commette le più feroci atrocità…Mi fermo qui, ma la comprensione della “sindrome paranoica ” che si impadronisce delle masse è per Madera fondamentale per una puntuale e necessaria demistificazione della vocazione totalitaria dell’ordine-disordine dominante.
“Il 7 luglio tutti con una maglietta rossa perché i bambini sono patrimonio dell’umanità”
L’appello lanciato da Don Luigi Ciotti. Tra i primi firmatari, la Presidente nazionale ANPI Carla Nespolo
Una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità
Sabato 7 luglio indossiamo una maglietta rossa per un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà
“Rosso è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Alan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.
Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini”
d. Luigi Ciotti, Presidente nazionale Libera e Gruppo Abele
Francesco Viviano, giornalista
Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente
Carla Nespolo, presidente nazionale ANPI
per adesioni associazioni scrivere organizzazione@libera.it
Auspico un mondo senza barriere e confini, così come invece barriere e confini mi appaiono i numeri citati nell’articolo. I numeri sono un tentativo di descrivere la realtà e magari un giorno scopriremo che la fisica quantistica potrebbe essere più adatta allo scopo.
Io ho preferito parlare con chi sa che accade nei paesi da cui parte il flusso migratorio e con persone che qui si occupano di accoglienza; ciò che ho colto è la difficoltà a rimuovere la crosta di propaganda (nella quale inserisco anche questo articolo) per dare più evidenza alle zone d’ombra del traffico così come si è verificato finora e alle sue conseguenze.
Potrebbe essere più semplice, sano ed economico (per i migranti economici) arrivare con un semplice biglietto aereo e se non ci fossero interessi maggiori a farne carne da macello, andrebbe proprio così.
Diversamente da ciò che fu formulato nel famoso film di Benigni:…… “a Palermo il problema è il traffico”,
sulla questione in oggetto il problema è il VISTO.
E’ noto ai più che l’ingresso “libero” in Italia ( e viceversa) – non si effettuano controlli alle frontiere – è consentito solo alle persone che provengono dai paesi europei che fanno arte del cosiddetto Patto Schengen, attualmente 26.
Per “tutto il resto del mondo” valgono norme ben precise. Date le rigidità in essere chi viene migrante da “paesi vicini e lontani” incontra ostacoli insormontabili.
Tutti gli approfondimenti necessari, con le normative e le differenziazioni vigenti – sono leggibili sul link – I VISTI DI INGRESSO -:
http://www.meltingpot.org/I-visti-d-ingresso.html#.Wz81Jvl_uYE
e poi, ancora – LE TIPOLOGIE DI VISTI DI INGRESSO -……è più lungo ( sono 21 punti)
http://www.meltingpot.org/Le-tipologie-di-visti-di-ingresso.html#.Wz82XPl_uYE