Milano presenta «14 discanti» di Sandro Sardella
Giovedì 24 ottobre alle 18,30 alla libreria «Les Mots» (via Carmagnola 4): beat-o chi c’è
COMUNICATO STAMPA
EDIZIONI UNDERGROUND
I DISCANTI sono testi di largo respiro – americano – che cominciarono ad affiorare in modo deciso dopo la mia partecipazione all’International Poetry Festival di San Francisco nel 2012. Di parecchi ho dimenticato o perso la datazione precisa, aiutato anche da un guasto al computer e dal vacillare della memoria. Però ho ben chiaro il lavoro di “maestri & compagni” ai quali devo profonda riconoscenza .. le “Descrizioni in atto” di Roberto Roversi .. “La Caduta dell’America” e “Urlo” di Allen Ginsberg.. tutti gli “Arcani” di Jack Hirschman .. la poesia di passione di Pier Paolo Pasolini .. la poesia di lotta di Amiri Baraka .. l’impetuosa rivoluzione di Majakovskj .. la corposa liricità di Sandro Penna .. la funambolica errante erotica intellettualità di Corrado Levi .. la libertaria scrittura di Alberto Masala .. la formidabile vitalità di Lawrence Ferlinghetti .. e poi .. e poi .. ..e .. e .. e .. .. .. .. .. .. .. ..
(Sandro Sardella)
Il discanto è forma inventata dal poeta|operaio per scandire momenti fondanti il vivere civile.
«… Tutto nella vita di un Poeta è inutile.
L’amore, forse è inutile. Poiché tutto muore.
Inutile fare previsioni» dice Sandro.
«L’amore per tutto. Per la Rivoluzione. È un amore.
Inutile. E la condanna, quella più grande
per un Poeta Operaio. È scrivere.
I pescatori non diventano folla. Si resta così.
Inutili. E se mai un giorno.
Vi accorgeste dei Poeti Operai.
Sarà tardi. Ecco perché, vado a ritroso»
(così Giuliano Bugani a proposito di Sandro Sardella)