“Miles Gloriosus” di Antonello Taurino: lu ragnu impolverito
visto da Monica Macchi (*) al Teatro della Cooperativa, Milano
Le tragedie italiane a teatro
se l’è già fregate tutte Marco Paolini:
se c’è libera questa qui dell’uranio
bisogna approfittarne!
L’uranio non è il killer, ma il mandante
Miles Gloriosus di Antonello Taurino
In questo spettacolo di Antonello Taurino, Miles Gloriosus, s’intrecciano due storie parallele e nello stesso tempo collegate: un dramma dimenticato della cronaca e una ferocissima ironia che sconfina nel sarcasmo.
Su una spiaggia tra zaini e lattine di birre, Mimmo e Pasquale, uno teatrante rimasto senza ingaggio dopo la delocalizzazione in Polonia degli spettacoli di Ambleto e Ostello, e l’altro musicista ai matrimoni, cercano idee per sbarcare il “lunare” e creare uno spettacolo tutto loro.
Così dopo aver ipotizzato il “teatro incivile” lanciando “The Shoah must go on”, dopo aver fatto un elenco (esilarante!) di tutte le stragi già occupate (soprattutto da Marco Paolini ormai scambiato per Bertolaso perché arriva ancor prima della Protezione Civile!) e aver concluso che forse è il caso di mettere direttamente una bomba in un posto qualsiasi per essere già a conoscenza dei retroscena, ecco la trovata geniale.
Uno spettacolo sui soldati morti… ma non quelli di Nassiryya il cui attentato incarna perfettamente il ritmo narrativo di oggi e la vulgata corrente del “noi contro loro”.
No, uno spettacolo sui soldati morti e dimenticati, quelli che portano in casa l’onda lunga della guerra e muoiono sparsi nel tempo e nei luoghi: i soldati vittime dell’uranio impoverito.
E qui si cambia registro ma si mantiene il sarcasmo: usando come fonti una miriade di materiali autentici di interviste (ai militari e ai loro familiari), libri, sentenze e documenti di Commissioni Parlamentari, gli attori si trasformano in soldati italiani nelle “missioni di pace” degli anni Novanta.
Dallo scetticismo e scherno iniziale nei confronti dei soldati statunitensi che “usano gli scafandri perché sono fanatici” e al “non bisogna credere ai giornali” si passa ben presto all’informativa NATO: “lavare le mani, non fumare, non sollevare polvere” liquidata con un lapidario: “ci manca solo non sudare e sembra scritto da mia madre!”.
Ma un momento di “narrazione alla Paolini” (valso allo spettacolo la segnalazione come finalista al Premio nazionale divulgazione scientifica nel 2013.) spiega bene cosa è l’uranio impoverito e perché è stato utilizzato: si tratta di scarto industriale di uranio naturale che messo sulle testate ne aumenta il potere perforante, eliminando così queste scorie e permettendo di vincere le guerre più rapidamente.
Miles Gloriosus di Antonello Taurino
Intervallati da geniali parodie sonore (irresistibile quella dedicata ai Caschi Blu sulle note dei Puffi), vengono sciorinati numeri e cifre che danno l’ampiezza del fenomeno: numeri e cifre che si mischiano alle storie individuali e alla Storia collettiva, fatta di misteri, denunce per procurato allarme, pareri medici (tra cui “l’uranio è cosi innocuo che potremmo mettercelo in tasca”), risarcimenti in Finanziaria, tribunali e anche il “nuovo TAR”, il Tribunale Antonio Ricci visto che Striscia la Notizia ha intervistato Antonacci che “con perfetta padronanza dei tempi televisivi muore di cancro dopo un mese”.
Non dunque un teatro incivile come ipotizzato all’inizio, né un teatro civile ma un teatro penale che con tempi comici perfetti propone spettacoli che prendono spunto dalla realtà per far prendere coscienza e cambiarla.
Spettacolo vincitore del premio migliore regia al Festival nazionale Calandra 2011.
Miles Gloriosus è andato in scena al Teatro della Cooperativa di Milano dal 14 al 24 febbraio 2019.
Testo, drammaturgia, regia: Antonello Taurino
Attori: Antonello Taurino e Orazio Attanasio
Musiche e scena: Orazio Attanasio
Costumi: Michela Battista
Tecnica: Ornella Banfi e Ivan Garrisi
(*) da oubliettemagazine.com/