Modalità di Fuga

di Pabuda

se non ci è concessa la scappatoia

della morte violenta

uscita-di-sicurezza

per mano armata e nemica in battaglia,

per pesante tegola in testa

o – almeno –

d’una dipartita improvvisa

per obsoleto colpo apoplettico

o per qualche

schianto veicolare apposito

allora…

beh, allora, ci tocca

la laboriosa trafila

della crisalide del trapasso:

non è uno spasso:

da pasciuti e vivaci bruchi umani

bisogna ridursi e raggrinzirsi

tramite seccanti emorragie,

dimagrimenti e blocchi funzionali,

fastidiose sudate e accessi di sete

in modo da liberare

dall’involucro ingombrante che siamo

l’addome, le zampette

le antenne, la spiritromba e le ali

d’una strana farfalletta

(c’è chi la chi ama chiamarla anima,

chi senso, chi coscienza)

destinata a svolazzare

divertendosi in nostro nome

e sbandando di qua e di là

per un tempo indefinito,

roba lunga: sembrerà un’eternità.

per consolarci,

certi scienziati mistici

piuttosto ascoltati

sostengono d’aver scoperto

che la farfalletta

dove si poggerà a prender fiato

lascerà delle piccole ma nitide

impronte

che ricorderanno vagamente

ai paleontologi del futuro

quel che da umani siamo stati

 

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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