Modalità di Fuga
di Pabuda
se non ci è concessa la scappatoia
della morte violenta
per mano armata e nemica in battaglia,
per pesante tegola in testa
o – almeno –
d’una dipartita improvvisa
per obsoleto colpo apoplettico
o per qualche
schianto veicolare apposito
allora…
beh, allora, ci tocca
la laboriosa trafila
della crisalide del trapasso:
non è uno spasso:
da pasciuti e vivaci bruchi umani
bisogna ridursi e raggrinzirsi
tramite seccanti emorragie,
dimagrimenti e blocchi funzionali,
fastidiose sudate e accessi di sete
in modo da liberare
dall’involucro ingombrante che siamo
l’addome, le zampette
le antenne, la spiritromba e le ali
d’una strana farfalletta
(c’è chi la chi ama chiamarla anima,
chi senso, chi coscienza)
destinata a svolazzare
divertendosi in nostro nome
e sbandando di qua e di là
per un tempo indefinito,
roba lunga: sembrerà un’eternità.
per consolarci,
certi scienziati mistici
piuttosto ascoltati
sostengono d’aver scoperto
che la farfalletta
dove si poggerà a prender fiato
lascerà delle piccole ma nitide
impronte
che ricorderanno vagamente
ai paleontologi del futuro
quel che da umani siamo stati