Monti e la soluzione finale contro il Welfare State
di Mauro Antonio Miglieruolo
Che Monti faccia parte o meno di un determinato settore di sfruttatori (il gruppo Bilderberg o altri) mi interessa ma fino a un certo punto. I particolari sono sempre importanti, servono a definire meglio le situazioni, a capire l’entità di ciò che si approssima, articolare meglio le proprie critiche, proprie prese di posizione. Quello però che di Monti è significativo, cioè IL PUNTO DI PARTENZA necessario per definire qualsiasi analisi e eventuale presa di posizione, è che come presidente del Consiglio è incaricato dai comitati speculativi di definire un programma di sacrifici che dovrebbe permettere sia di “mettere a posto” i conti, sia di rilanciare l’economia.
La drammatizzazione della crisi italiana si inscrive in questo obiettivo, parte di un obiettivo più largo – proprio alla destra e alla sinistra che si vergogna (di essere di destra) – di “soluzione finale” contro il Welfare State.
All’interno di questo ulteriore colpo ai lavoratori è possibile che a Monti sia permesso di chiedere qualcosa anche ai più abbienti, un contributo che comunque sarà nulla rispetto al peso dei sacrifici che tutti noi dovremo affrontare.
Conoscerne i legami in quest’ottica può meglio definire il personaggio, l’uomo, il problema, offrire conferme, dar luogo a messe a punto ulteriori, non alterare i fondamenti dell’analisi. Anzi può persino aprire spazi a posizioni fuorvianti che attribuiscono a complotto quella che in realtà è una tendenza, solo in parte guidata, del capitalismo mondiale. La situazione, così com’è, già offre ai sicofanti trombettieri imbroglia-Paese che imperversano sui media la possibilità di intorbidire le acque, la possibilità di sviare l’attenzione da un’analisi sulle cause e responsabili della crisi, presentandola come dato originario, scaturito dal nulla della necessità. Non ritengo opportuno attardarsi in considerazioni che danno buon gioco agli ideologi della borghesia di inquinare ulteriormente il dibattito richiamandosi criticamente o positivamente a famigerati complotti pluto-giudaici di mussoliniana memoria.
Per sottrarsi a queste ulteriori mistificazioni, in questa fase ritengo invece necessario concentrare l’attenzione sulle caratteristiche portanti (e evidenti) che sono nei compiti del signor Monti. Brava persona, nulla a che vedere con le sguaiataggini del passato, pertanto ancor più pericoloso per il proletariato; e però incaricato di fare il lavoro sporco, farlo delicatamente e con sobrietà, obiettivo che il ceto politico attuale non è palesemente più in grado di fare.
Come sostiene Lidia Menapace (in un intervento apparso anche su Il dirigibile) la manovra politica che lo ha posto al centro della congiuntura politica è da manuale. Il capitale che prende in prima persona la responsabilità della politica, dato che i suoi agenti non sono in grado di affrontarla come si conviene. Aggiungo io: senza gravi danni per gli equilibri politici e sociali complessivi. La possibile distruzione dell’attuale classe dirigente, senza che sia pronta una soluzione di ricambio, sarebbe catastrofico per la borghesia, in questa fase.
BREVE NOTA
Il sabato di solito in codesto blog è destinato a”narrativa e dintorni”. Ma le regole ogni tanto vanno violate e visto che in blog – e fuori, nel “piccolo” mondo circostante – si accende il dibattito su Monti… lascio la parola a Mauro Antonio. (db)
grazie di averlo inserito DB. Grazie anche per le piccole, ma significative, correzioni apportate.
Miglieruolo