Morte sul lavoro a Sanremo: il martirio dei ferrovieri

di Vito Totire (*)

Ancora un morto sul lavoro e ancora messaggi di cordoglio, questa volta “persino” da RFI. Cordoglio che per essere sincero deve essere associato a un esame della realtà e alla capacità di autocritica. Allora, pure nel giorno del lutto, in cui è appropriato il silenzio, dobbiamo comunque fare alcune osservazioni e porre alcuni interrogativi, forse retorici :

  1. L’evento era prevenibile ? come ? nel nostro recente convegno a Firenze del 22 settembre sulla «Rete lavoro sicuro» abbiamo ospitato l’intervento di un sindacalista di base (USB Lazio) cha ha fatto un’importante e realistica disamina della situazione dei lavori ferroviari: a) catena di appalti e subappalti con “caduta” progressiva delle misure di prevenzione; b) alti livelli di costrittività, nocività e repressione soprattutto nei confronti di chi rivendica rispetto delle misure di sicurezza; c) numero impressionante di morti e incidenti, persino un recente caso di suicidio (le cause e le concause sono da indagare ma non paiono estranee le condizioni di lavoro particolarmente pesanti e dunque il distress)
  2. L’evento di Sanremo (esplosione che ha preceduto un incendio) sarebbe avvenuto all’una di notte; era necessario lavorare di notte in contrasto con gli elementari ritmi fisiologici e circadiani degli esseri umani ?
  3. La manutenzione : è l’ambito in cui si tende a risparmiare di più; siamo allo stesso problema (questa volta con “un solo – si fa per dire – morto”) che si è evidenziato centinaia di volte in Italia e non solo nell’ambito lavorativo (dalla strage ferroviaria di Viareggio a quella della funivia del Mottarone, alla Tyssenkrupp); la “cultura” e la prassi industriale sono state spesso accompagnate dalla “filosofia” secondo cui manutenere è un costo ed è meglio spendere il meno possibile
  4. CONTRO I MACCHINISTI RESISTE POI L’ACCANIMENTO , DA PARTE DEI PADRONI MA ANCHE DELL’INAIL A DISCONOSCERE I DANNI SUBITI E REGISTRATI ANCORA OGGI PER LE PREGRESSE ESPOSIZIONI AD AMIANTO; a latere di questi, fin troppo evidenti ma disconosciuti, dobbiamo monitorare gli altri rischi e gli altri effetti , meno noti, dei diversi fattori di nocività subiti.

Per la morte a Sanremo di Mirco Pastorelli lavoreremo alla costituzione di parte civile.

Sul martirio disconosciuto dei macchinisti chiediamo un incontro al Presidente della Repubblica troppe volte costretto dall’inizio del suo mandato a ripetere un “mai più” che purtroppo sistematicamente si è perso nel vuoto.

Basta morti, occorre arrivare “il giorno prima”

Uguale speranza di vita , di salute e di benessere per tutti i lavoratori in Italia e in tutto il mondo.

(*) Vito Totire è medico del lavoro, portavoce «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO»

 

 

Redazione
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