Muore a 82 anni, in carcere per un reato “gravissimo”
della Rete Diritti in Casa
Egidio è morto il 6 settembre 2019. Era da tempo malato ma le sue condizioni si sono aggravate moltissimo negli ultimi mesi di vita.
Egidio Tiraborrelli aveva 82 anni e il 18 dicembre 2018 è stato messo in carcere per un reato accertato nel 2012 e per il quale era stato condannato in contumacia a sua insaputa. Dal carcere è uscito solo per andare in medicina d’urgenza dove oggi è morto.
Non sapremo mai se Egidio fosse al corrente di commettere un reato. Il fatto di avere aiutato una persona ad entrare in italia, per lui, emigrato in Argentina all’età di 17 anni e operaio saldatore in giro per il mondo per decenni, doveva essere una cosa normale. Raggiri a parte, s’intende, visto che neanche conosceva la persona che stava aiutando.
Fatto sta che Egidio è stato accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato considerato gravissimo, tanto da far entrare in carcere una persona malata di 82 anni; un reato considerato ostativo, tanto da far perdere la possibilità di misure alternative al carcere e di sottrarre addirittura la pensione.
Egidio era un vero cittadino del mondo. Lui, con alle spalle una vita di duro lavoro in giro per i deserti a saldare tubi per la Snam e per la Saipem si era adeguato con leggerezza a vivere in una casa occupata a Parma, legando benissimo con gli altri abitanti e con il vicinato, al quale offriva i prodotti dell’orto e del giardino che curava come fossero figli.
Quando aveva appena ottenuto una casa popolare per passare gli ultimi anni in serenità e un minimo di comodità è arrivato l’arresto. Egidio era ammalato ma l’abbiamo visto sereno e pimpante pochi giorni prima dell’arresto. Il carcere lo ha debilitato definitivamente.
Ennesimo crimine di pace; un “omicidio colposo con previsione” ; immagino che il governo non abbia niente da “dire”.
INVECE IL 6 SETTEMBRE DEVE ESSERE LUTTO NAZIONALE PER TUTTE LE VITTIME DEL CARCERE.
L’Italia è un paese incivile.
Vito Totire
Onore all’essere umano di nome Egidio Tiraborrelli che per rispettare le basilari norme di rispetto e solidarietà che ogni persona deve dare e ricevere è morto in carcere alla stregua dei peggiori criminali.
Una società civile formata da comunità coscienti gli intitolerebbe una scuola o altro istituto educativo a perpetuo esempio, una società barbara come la nostra fa morire in carcere una persona che malgrado l’età compie naturalmente un gesto comune che lo trasforma suo malgrado in eroe e martire civile.
VIVA EGIDIO, RIPOSA IN PACE CON LA TUA COSCIENZA..
Altri burocrati civili e militari che rappresentano e personificano gli anelli di un meccanismo statuale-burocratico oppressivo non potranno dormire con la coscienza serena, se ce l’hanno, perché il ricordo di EGIDIO peserà loro come un macigno per tutta la loro miserabile vita.
Grazie, Daniele, di aver segnalato questa incredibile vicenda.
Nel frattempo l’onesto Formigoni (una decina d’anni in meno, reo di aver arraffato per sé svariati milioni di euro della ricchezza sociale prodotta dai lavoratori come Egidio) è stato scarcerato…
Due crimini di stato speculari, che mostrano per la enneunesima volta da che parte sta la “giustizia”.
Un evento di inaudita gravita, in sfregio ai fondamentali requisiti civili e democratici dettati dalla nostra Costituzione. Nel corso degli ultimi anni gravissimi danni sono stati arrecati sul piano legislativo al sistema dedicato all’amministrazione della Giustizia. Come ben noto colpita l’elementare pratica umana della solidarietà e dell’accoglienza.
Per ulteriori approfondimenti
https://ildubbio.news/ildubbio/2019/09/10/muore-dopo-un-anno-in-cella-aveva-aiutato-unimmigrata-a-entrare-in-italia/