NAJWAN DARWISH .. la poesia che batte nel cuore
Sandro Sardella recensisce un libro di poesie di Najwan Darwish
in questa sera di ombre ..
nel vento della poesia di Najwan Darwish
l’incontrare .. l’incontrarsi ..
Giovanni Trimeri .. poeta di Feltre ..
armato di raffinato e amaro lirismo ..
nella sua poesia indaga le variazioni del paesaggio e del convivere umano ..
e da intellettuale attento frequenta alcuni importanti festival di letteratura ..
da Lui (compagno e redattore nell’esperienza di “abiti-lavoro” – quaderni di scrittura operaia) ho ricevuto in regalo il libro di Najwan Darwish: “Più nulla da perdere” (a cura di Simone Sibilio – prefazione di Franca Mancinelli, Il Ponte del Sale Editore – Rovigo – 2021) ..
libro con dedica ad personam perché il Giovanni ..
prima di andarlo a sentire/incontrare a Pordenone ..
aveva scoperto che il poeta palestinese era stato pubblicato nel 2017 nell’antologia “Overthrowing Capitalism” Vol.4 della Revolutionary Poets Brigade a cura di Jack Hirschman, Agneta Falk e John Curl – Kallatumba Press – San Francisco (antologia con mio disegno di copertina e anche con una poesia) ..
Najwan Darwish ..
nato a Gerusalemme nel 1978 è una delle voci più autorevoli della poesia araba contemporanea ..
vive tra Haifa e Gerusalemme ..
la poesia accade ..
con umiltà fluisce incisiva nella vita palestinese schiacciata da barriere confische esilio abusi incubi minacce ..
le sue poesie sono scosse dal dramma quotidiano dell’occupazione..
ma vibrano di un’ironia tagliente che “regala” con semplicità cruda e potente la bellezza di semplici gesti della giornata ..
la lucentezza della dignità che proviene da un radicamento profondo alla terra ..
tra piombo sabbia e antiche pietre la luce ..
la poesia..
sull’orizzonte cupo e desolato parole che scaldano e fanno sorridere il cuore ..
parole sempre rianimate dalla fiamma della memoria e dal sogno della liberazione ..
la lingua della poesia è efficace antidoto all’arroganza del potere e straordinario strumento di lucida coscienza ..
IN TRAPPOLA
Il topo in trappola dice:
le condizioni storiche sono sfavorevoli
i rettili sono tutti agenti degli uomini
e tutti gli uomini sono contro di me
persino la realtà è contro di me
ma, malgrado tutto, ho fede
che la mia stirpe l’avrà vinta.
NELLO SPECCHIO
A volte, intravedo nello specchio
l’ideale a cui aspiro
il valoroso Salvatore che aspettavo
intravedo un filo di bellezza
incresparsi come un nobile fiume.
Ma poi subito mi dico: taci
e guarda altrove, Narciso, che attorno a te
svettano i muri, i check point e le menzogne dei Sionisti.
Taci
e allontana lo sguardo da quella presunta bellezza.
IN INFERNO
I
Negli anni Trenta del secolo scorso
i nazisti gettarono le loro vittime nelle camere a gas
i carnefici di oggi sono più professionali
mettono le camere a gas nelle loro vittime.
II
Va’ all’inferno 2010
andate all’inferno voi occupanti
con tutta la vostra stirpe
vada all’inferno
ogni essere umano simile a voi
vadano all’inferno
le navi, gli aerei, le banche e i manifesti pubblicitari
grido: “All’inferno!” …
ma so di essere l’unico confinato ora lì.
III
Fatemi sdraiare allora
voglio poggiare il capo sui cuscini dell’Inferno!
…è grande, il Darwish. E non perché lo afferma il sottoscritto o lo recensisce il Sardella. Poi, che dire, se il Trimeri lo segnala e lo regala -lui è di palato fine!- ci sarà pure una ragione: gli autori che segnala sono ben oltre il Nobel; sono terribilmente abbarbicati alla vita anche se dormono all’inferno. Io m’inchino davanti a tale bellezza, quantunque ogni quadro sia attinto dal libro mastro d’un oceanica tragedia, che un terzo del mondo debordante di ricchezza vuole ignorare consapevolmente. Fatti e artista non sono estranei alla poesia. Darwish è poesia alla maxima potenza. Giù il cappello, signori! I Kompagni sono spariti………………………………………………………………………………..e con loro l’internazionalismo. Restano i poeti e la poesia. Non è poi così poco al cospetto della “caduta irrimediabile del mondo”.