Nanni Balestrini. In memoriam
di Sergio Falcone (*)
dove sono dove siete quando eravamo mille diecimila centomila non è possibile che fuori non c’è più nessuno non è possibile che non sento più niente che non sento più una voce un rumore un respiro non è possibile che fuori c’è solo un immenso cimitero dove siete mi sentite non sento non vi sento non sento più niente
«Gli invisibili»
Nanni Balestrini. In memoriam
20 maggio 2019, da casa
Oggi è una brutta giornata, pessima. È morto Nanni Balestrini. Non mi ha mai aiutato perché rifiuto la genuflessione e non appartengo a nessun gruppo, ma per me è e rimarrà sempre un grande poeta.
… Potere Operaio!
Le radiazioni del corpo nero
Che cos’è una poesia se non un’operazione nel linguaggio che disattiva le sue funzioni informative per rendere possibile quel particolare e più felice uso della lingua che chiamiamo appunto poesia.
Giorgio Agamben
1
non aspettiamoci altro
tumulto e implosione
avevamo fatto di tutto ma
la moltitudine ci arrese
io contemplo il suo avido
disfacimento le sue imprevedibili
instabili contorsioni
l’ombra del nulla sfarfalla
smascherata su screpolati
orizzonti per inutili imprese
lì dove mancano illimitate
sorgenti sognati sonori
solstizi pulsanti esplorazioni
o sorprendenti illusioni
2
recalcitranti ostaggi
ci immergiamo sapendo tutto
in paesaggi intermittenti
si aggiunge il peso
di atrofizzate rievocazioni
falangi intorpidite
si divincolano mordono senza
afferrare senza causa e senza
colpa abbiamo visto
tutto quello che non c’è
più incapace di ristabilire
un ordine precedente
turbato dissolto
in discontinua cancellazione
3
friabili futuri fremiti
deliranti destinazioni
eccoci ancora tumefatti
nelle parole sbilenche
la filastrocca imperterrita
nel girotondo finale
in riva a un mare asciutto
dove tuffare memorie
sbiadite rapaci vocaboli
per l’ultima volta graffiati
nel cielo vuoto maciullati
slanci per non soccombere in
ciniche cospirazioni o
terrificanti armistizi
4
restano sempre
rapide incursioni
ripide ascensioni
appaiono il mattino
spudorate metafore
presto disegnano vocali
metafisiche figurazioni
vanno e vengono
spezzati arcobaleni
alfabetico stormire
tutt’intorno moltiplicano
laceranti sublimazioni
il lampo che distrugge
5
trionfante esilio
dolcemente sprofondano
crepacci del linguaggio
inabissano germogli
masticati sputati
cerbottane sfiatate
neuroni a specchio riflettono
per ricordarci chi siamo
vocaboli spenti
si sfaldano muti
nell’inchiostro slavato
discontinue masturbazioni
dal finestrino sporgendosi
spenzola la mano morta
6
escrementi verbali
estasi verticale
è stato bello
verifiche incerte
scuotendo invisibili
bellezze iridescenti
a cielo aperto
anticipa bruciando
il futuro passato
furiosi sbrindellati
vocalizzi profetici
programmati da sintomi
voluttuose simmetriche
incostanti evacuazioni
7
fisicamente sconnesso
assorbe tutto senza riflettere
mondi esterni dissolvono
visioni eterne si sfasciano
nuove leggi dilatano
spettri incandescenti
linguaggio rarefatto
ritmiche agitazioni
emette energia onde
particelle quanti
sintagmi flusso
densità frequenza
semantica dissipazione
tendente all’infinito
8
emozione mentale
l’uccello che si posa
osare inventare
uccidere irradiare
frantumate immagini
“L’appuntamento per chi vuole salutare e ricordare Nanni Balestrini è per lunedi 27 maggio, alle ore 11 nell’aula magna della Facoltà Valdese di Teologia, a Roma, in via Pietro Cossa 40. L’aula ha una capienza non dilatabile per motivi di sicurezza, se sarà necessario si potrà seguire l’audio dell’incontro anche nello spazio adiacente esterno. Mercoledì 19 giugno, a un mese dalla scomparsa di Nanni, celebreremo il piacere di averlo avuto con noi leggendo i suoi testi, guardando le sue opere, ripercorrendo le sue moltissime imprese. L’incontro, che nasce per iniziativa dell’associazione Alfabeta, si terrà dalle 18 in poi al Teatro Argentina di Roma”, alfabeta2 – quotidiano di intervento culturale.
Un avviso e un commento (anzi un’emozione)
1- Sabato sera ospiteremo in «bottega» un altro ricordo – collettivo e “affollato” – di Nanni Balestrini: chi vuole mandarci riflessioni o link si faccia sentire.
2- Per me «Gli invisibili» è non solo il miglior libro (testimonianza che si mescola alle invenzioni di scrittura, in un ritmo indiavolato come davvero fu quel tempo) sul ’77 e dintorni ma resta uno dei testi italiani più belli, necessari, emozionanti di tutto il ‘900 social-politico-letterario. Nanni Balestrini non è mai stato così “grande” come lì… neppure in «Vogliamo tutto» – che pure resta importantissimo – dove, scrivendo in prima persona, scelse però di essere il portavoce della rivolta operaia. [db]