Necropolitica – Achille Mbembe
(letto da Francesco Masala) – non esistono poteri buoni, solo Stati più o meno assassini
“L’espressione ultima della sovranità consiste, in larga misura, nel potere e nella capacità di decidere chi può vivere e chi deve morire”, dice all’inizio del breve saggio Achille Mbembe.
Poche pagine dense, con citazioni e riferimenti a filosofi come Foucault, e Frantz Fanon, e alla realtà del mondo, e agli Stati che con più disinvoltura applicano la necropolitica.
Usare quel concetto semplice e crudo come guida per interpretare e capire il mondo, gli stati e la loro politica che “decide chi può vivere e chi deve morire” permette di arrivare all’essenza delle cose, a “come sono veramente le cose”, per dirla con Bertolt Brecht.
Provo a fare degli esempi per interpretare quelle parole ed esemplificare.
A parte gli stati che hanno la pena di morte ci sono tanti modi per applicare la “capacità di decidere chi può vivere e chi deve morire”
Quando una nave della marina militare (non solo italiana, evidentemente) si allontana velocemente dal luogo nel quale un barcone pieno di esseri umani sta affondando, quella è necropolitica, quando i soldati e le forze dell’ordine (non in guerra, ma con civili disarmati) hanno l’ordine di sparare, poi si coprirà tutto, il necrostato difenderà e renderà onore agli assassini (si pensi alla Palestina, o alla polizia degli Usa), quella è necropolitica, quando i droni armati e assassini lavorano a distanza, nessuno si sporcherà le mani, tranne le vittime (il pilota è nel suo bell’ufficio, poi passerà a prendere i bambini a scuola), quella è necropolitica, quando gli aerei turchi bombardano i curdi, in Turchia e in Siria, quella è necropolitica, quando i generali egiziani decidono chi deve essere torturato e anche assassinato, per aver sventolato una bandiera, o per aver pensato, o addirittura detto, cose proibite, quella è necropolitica, quando uno stato decide che la sanità si paga e chi non ha soldi, pazienza, è la legge della jungla, quella è necropolitica, quando in Brasile si lascia correre il virus, fra i deboli, e i virus e i garimpeiros fra gli indios, quella è necropolitica, lasciare i migranti in Libia, Turchia, ex-Jugoslavia, quella è necropolitica, quando la Gran Bretagna, serva degli Usa, tiene in galera, e si tortura, Julian Assange, fino a farlo impazzire e metterlo in condizioni di non nuocere, quella è necropolitica, quando in Turchia si imprigionano le persone perché non si ascoltino le loro voci e le loro musiche, e alcuni scelgono lo sciopero della fame fino alla morte, sperando che il mondo, sordo, ascolti il loro grido di dolore, quella è necropolitica.
(E per quanto noi ci crediamo assolti siamo per sempre coinvolti, cantava Fabrizio De André)
Il libro termina con un piccolo saggio Roberto Beneduce che riprende, sostiene ed esemplifica con chiarezza le tesi di Achille Mbembe.
https://stanlec.blogspot.com/2020/07/necropolitica-achille-mbembe.html
giusta una annotazione: quella che tu riprendendo Mbmebe hai chiamato necropolitica è la formiulazione che questi dà a ciò che Foucault chiama tanatopolitica ossia il lasciar morire che si alterna al lasciar vivere (che è la biopolitica utile a far vievre i dominati che i dominanti schiavizzano e poi lasciano morire quando non sono più utili). la tanatopolitica o necropolitica è quella che è stata adottata con la pandemia : si sono lasciati morire quelli che erano scartati perché vecchi o già affetti da latre malattie. Tanatopolitica o necropolitica è il lasciar annegare gli immigrati così come lasciar moriure di fame e di assenza di cure le popolazioni dei paesi poveri che sono “umanità in eccesso” (come diceva Bauman “wastes lifes”) … Tanatopolitica o necropolitica è ignorare le causes dei rischi di disastri sanitari e ambientali che ogni anno nel mondo provocano la maggioranza dei circa 60 milioni di morti (647mila in Italia) -vedi “Resistenze ai disastri sanitari ambientali ed economici nel Mediterraneo”.
sì, Mbembe cita spesso Michel Foucault, il saggio ha meno di 50 pagine, più 7 pagine di bibliografia.
ed è vero che le politiche economiche e ambientali di ieri e oggi sono le cause di molti malati e morti di oggi e del futuro.