Sardegna: «No armi – trattativa subito»
UN NUOVO COMITATO IN SARDEGNA.
di Carlo Bellisai
I primi appuntamenti: il 29 e 30 giugno (a Oristano e Cagliari) poi il 7 luglio (a Nuoro).
Sta muovendo i suoi primi passi in Sardegna il Comitato «NO ARMI TRATTATIVA SUBITO». Promosso dall’avvocato e docente Andrea Pubusa e da altri docenti universitari, ha subito avuto l’adesione di numerose centinaia di cittadini. Le adesioni vanno infatti, almeno per adesso, date a titolo personale.
Per far chiarezza su questa nuova iniziativa, ricordo che, poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina, si era costituito a Cagliari il Comitato «PREPARIAMO LA PACE», costituito con l’apporto di tutte le formazioni e gruppi già da tempo in campo per la smilitarizzazione della Sardegna, che come prima iniziativa ha portato oltre tremila persone a manifestare contro la guerra e per preparare pace, il 26 febbraio a Cagliari. Successivamente sono state organizzate varie iniziative di controinformazione sul territorio, con l’apporto dato anche della rete A FORAS, fino alla marcia di protesta del 9 aprile, dalla stazione ferroviaria di Decimomannu all’ingresso dell’ aeroporto militare, partecipata da varie centinaia di persone, nonostante il gran vento. E non ci si è fermati là. Contro la grande esercitazione NATO di maggio, che ha coinvolto 65 mezzi di almeno 7 paesi dell’alleanza per tre settimane, sono stati organizzati sit-in al porto di Cagliari e presidi. Sino alla manifestazione a Capo Teulada del 22 maggio, convocata da Sardinnia Aresti, che ha visto la partecipazione di almeno settecento persone, sotto un sole implacabile. Marcia super blindata dalla polizia, con impiego perfino di un elicottero e un drone, che si è conclusa senza alcuna violenza. Se non quella teatralmente inscenata dalle forze dell’ordine per spettacolarizzare l’evento.
Questa premessa è solo per meglio inquadrare la proposta del nuovo comitato all’interno di un contesto già in movimento. La prima domanda che ci si può porre è: perché inventare un nuovo comitato, piuttosto che aderire al coordinamento preesistente?
Le risposte sono arrivate durante la conferenza stampa del 22 giugno: la proposta del nuovo comitato non è quella di essere alternativo alle realtà già esistenti, ma esserne complementare, ricercando una politica di allargamento dei consensi sulle due parole d’ordine che contraddistinguono il comitato già nel suo nome: NO ARMI – TRATTATIVA SUBITO. Proponendo, soprattutto, la propagazione territoriale delle iniziative, raggiungendo i principali centri della Sardegna, mentre il coordinamento «Prepariamo la Pace» era circoscritto alla provincia di Cagliari. Inoltre ha la schiettezza di mettere insieme nome ed obiettivi, per intervenire nell’immediato.
Appuntamenti
Per il momento ci saranno tre assemblee pubbliche:
il 29 giugno ad Oristano e il 30 giugno a Cagliari, in Via XX settembre 26, con la partecipazione di Angelo D’Orsi, dell’Università di Torino.
Il 7 luglio, nuova assemblea, ancora in via di definizione, a Nuoro.
Quel che manca nell’appello, del tutto condivisibile nel suo testo, è quali saranno gli ambiti nei quali il comitato potrà proporre il proprio contributo. Personalmente penso che potrà essere importante dal punto di vista culturale, per contribuire a destrutturare quel linguaggio bellicista che oggi sembra tornato così in voga e creare una cultura nonviolenta, aperta e mai indifferente. Forse potrà rivelarsi utile anche dal punto di vista istituzionale, dando un peso maggiore alle iniziative e favorendo il dialogo con gli enti locali. Forse anche per le iniziative di piazza, contribuendo a portare più gente, o magari contributi artistici e culturali. Ma sono solo alcune ipotesi, da verificare nei fatti. Ed è giusto così, in un comitato che è ancora un libro da scrivere insieme e in cui ciascuna persona volenterosa potrà dare un apporto.
Il semplice discorso che le armi non sono la risposta giusta, bensì quella che porta al perdurare dei combattimenti o all’escalation degli stessi verso un disastro nucleare, e insieme l’appello pressante alla trattativa, al cessate il fuoco, sono messaggi che si propongono di fare breccia su un’opinione pubblica disorientata: dalla pandemia, dalla guerra, dall’inflazione.
E qui in Sardegna anche dai poligoni militari, dalle pale eoliche e dalle cavallette.
In attesa di comprendere meglio quali saranno le azioni del comitato, allargare il consenso sull’opposizione alle armi e alla guerra, sia territorialmente che socialmente, mi sembra possa essere già un obiettivo lodevole e da coltivare.