No smoking

Il 10 gennaio 2005 entra in vigore la legge che proibisce il fumo nei locali pubblici

di Chief Joseph

Vietato fumare: smettila che avveleni anche me! Chi fuma è un suicida e, peggio, un omicida che agisce con premeditazione! Il fumo, insomma, è la causa di tutti i mali. Il ministro della Sanità istituisce l’esercito della salvezza per multare quegli incalliti delinquenti dei fumatori, il professor Veronesi ci racconta che quella contro il fumo è una battaglia di civiltà e si dimentica di mettere in evidenza che – secondo dati dell’Istituto Oncologico Europeo da lui diretto – il cancro ai polmoni, all’inizio degli anni ’50, era completamente sconosciuto. Ho letto su un giornale, in un trafiletto accuratamente mimetizzato, che un ragazzo marocchino di 15 anni, di professione lavavetri, aveva nel sangue una percentuale di carbossiemoglobina pari al 10%, il doppio di quella riscontrabile nel sangue di un incallito fumatore. Ma il partito degli immortali di fronte a queste considerazioni inalbera la libertà di poter andare in qualsiasi luogo senza essere contaminati dal fumo.

Già, la libertà. «La libertà non è stare sopra un albero… la liberta è partecipazione» raccontava Giorgio Gaber. «La tua libertà finisce dove incomincia quella dell’altro» ammonisce un vecchio adagio.

La libertà, la libertà… tutti s’ingozzano di questa parola, ma essa sta sempre più diventando un modo per imporre, con prepotenza, scelte unilaterali. Gli Usa, il Paese per antonomasia di questo abusato termine, esportano la libertà e la democrazia con armi, morte e distruzione. Noi, fedeli valvassini, non abbiamo il loro potere e quindi facciamo piccoli esercizi liberticidi incominciando a proibire il tabacco nei locali pubblici. Ho sentito un vagone di banalità, luoghi comuni e l’assatanata aggressività di coloro che non fumano nel gridare il loro diritto alla vita e, di conseguenza, alla libera circolazione. Fra questi, il ministro Giovanardi: non accetta che i fumatori abbiamo un vagone riservato perché questo impedirebbe il passaggio, fra i vagoni stessi, del partito della vita che lui medesimo egregiamente rappresenta con la proposta di aumentare la velocità in autostrada. Chi viaggia a 180 all’ora non attenta alla mia vita? Risulta fortemente limitante per la mia libertà il fatto che appena la temperatura arriva sui 22-25 gradi non posso entrare in un locale pubblico sprovvisto di cappotto e di sciarpa. Non c’è bisogno di essere un luminare della medicina per capire che un’improvvisa escursione termica di 10-15 gradi è fortemente dannosa per la nostra salute. Non capisco perché nella carne che compriamo non compare la scritta «attenzione state mangiando cibo che può essere dannoso per la vostra salute perché gli animali hanno vissuto sotto perenne copertura antibiotica».

Negli aeroporti non si può fumare da nessuna parte, ma gli aerei possono scaricare tonnellate di kerosene che è riconosciuto come un potentissimo cancerogeno. A scanso di equivoci: sono un fumatore, credo che il fumo sia dannoso e che sia bello vedere un film o mangiare in un ristorante senza essere avvolti in nuvole di fumo, tuttavia mi incavolo fortemente quando mi si vuol far indossare il burqa o il niqab. Infatti sarebbe sicuramente più funzionale abbandonare la logica dello struzzo di una medicina tronfia e bislacca che non mette in discussione la causa di malattie e morti o li accetta supinamente come ineluttabili e si accanisce solo contro un vizio, sicuramente dannoso, ma non onnipotente.

Non voglio addentrarmi in disquisizioni scientifiche, ho solo qualche domanda che mi viene suggerita dal buon senso come conseguenza di un pensiero, oramai desueto, come quello auto-prodotto. Come mai chi mi insulta quando metto in bocca una sigaretta usa l’auto per i più piccoli spostamenti invece dei mezzi pubblici? Come mai i soloni salutisti sostengono che la relazione fra cancro e fumo sia scientifica, mentre glissano sui danni dell’ambiente? Perché sulle fiancate delle autovetture non c’è la scritta: «I gas di scarico e la forma di questo mezzo provocano morte»? Come mai nei campi vergini da erbacce non campeggia la scritta: «Il cibo che finirà sulla vostra tavola conterrà anche i diserbanti che abbiamo usato»? Come mai Manchester è la città europea con il più alto tasso di cancro ai polmoni? Perché non si dice che bisogna smettere di fumare non tanto perché questo ci salva la vita ma perché dobbiamo accontentarci delle 200 sigarette al giorno che respiriamo in quelle fumerie a cielo aperto che sono le nostre città? Viene il dubbio che qualcuno abbia deciso di fare una crociata per riempire gli occhi di chi, ogni giorno, muore – gioiosamente e inconsapevolmente – credendo che l’astinenza dal fumo ci darà l’immortalità.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
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