«Noi partigiani. Memoriale della Resistenza italiana»

Le testimonianze di alcuni fra i protagonisti della lotta di Liberazione raccolte per l’Anpi da Gad Lerner e da Laura Gnocchi

di David Lifodi

«Il partigiano che fui mi resta nel sangue. Non dovrei raccontarlo, ma ora che sono vecchio, certe volte, quando vedo scorrazzare di nuovo quelli di Casa Pound e di Forza Nuova, mi viene la tentazione… Be’, meglio che non lo dica». Queste parole sono di Gastone Cottino, nome di battaglia “Lucio”, uno dei tanti partigiani le cui storie sono state raccolte da Gad Lerner e Laura Gnocchi e racchiuse nel volume Noi partigiani. Memoriale della Resistenza italiana, una serie di interviste realizzate tra aprile 2019 e gennaio 2020 nell’ambito del progetto Anpi dedicato a raccogliere le videotestimonianze partigiane.

Sono cinque le domande rivolte dai due giornalisti ad alcune/i fra i protagonisti della Resistenza antifascista, giovani, ma anche adolescenti o addirittura bambini che allora contribuirono in maniera determinante a restituire la libertà al nostro Paese:

– C’è un momento o una circostanza particolare che vi ha indotti alla scelta partigiana?

– Ci fu modo, in quei mesi terribili, di formarvi una coscienza politica?

– Quando avete avuto paura, e come ci avete convissuto?

– Nel mezzo dei lutti e degli stenti, conservate anche il ricordo di momenti gioiosi?

– Come avete vissuto il vostro giorno della Liberazione?

Il volume contiene storie più note, come quelle di Germano Nicolini, il celebre comandante Diavolo accusato ingiustamente di aver ucciso il parroco di Correggio, don Umberto Pessina, abbandonato a se stesso anche dal Pci e condannato a 22 anni di carcere, di cui 10 trascorsi in cella prima dell’indulto e della definitiva assoluzione, arrivata solo nel 1994; o di Lidia Menapace, che a 14 anni capì da che parte stare dopo essersi recata a scuola e non aver trovato due sue compagne di classe ebree a seguito delle leggi razziali del 1938; ma anche episodi meno noti, a partire dall’eccidio di Vinca, sull’Appennino carrarino, di cui è stata testimone Lauretta Federici.

Tutti i partigiani e le partigiane intervistati ricordano nel dettaglio il giorno della Liberazione e condividono la forte delusione per la Resistenza tradita almeno sotto tre punti di vista.

Il primo riguarda la rabbia per il proclama Alexander del 13 novembre 1944, che chiedeva la cessazione della lotta partigiana nell’Italia settentrionale.

Il secondo lo esprime bene Mario Candotto, operaio dei Cantieri navali di Monfalcone e deportato a Dachau che, nell’immediato dopoguerra, constata con amarezza che nella sua città, Ronchi dei Legionari, «si pensava solo a vivere e a dimenticare», come del resto in tutta Italia.

Infine, ai giorni nostri, si sono persi quegli ideali ricordati da Carla Nespolo, la presidente Anpi recentemente scomparsa, nella prefazione: la parità dei sessi, il rifiuto del razzismo, il rispetto delle minoranze e tutti quei diritti sanciti nella Costituzione, ma ormai traditi.

Il volume ha il pregio di raccontare le varie e molteplici anime della Resistenza antifascista. Emerge il protagonismo di tante donne, da Mirella Alloisio, nella segreteria clandestina del Cln Liguria che ricorda l’autoliberazione di Genova, a Maria Santiloni Cavatassi, staffetta e sindacalista dei mezzadri a cui il gruppo rock Gang ha dedicato la canzone “A Maria”, fino alla gappista Iole Mancini, interrogata a via Tasso, a Roma, da Erich Priebke, passando per i protagonisti della guerriglia urbana condotta a Roma (Mario Fiorentini descrive con lucidità l’azione di via Rasella) e Bologna (la battaglia di Porta Lame rievocata da Gastone Malaguti) e agli internati militari italiani che preferirono finire nei lager nazisti piuttosto che servire la RSI di Mussolini-Hitler.

Impossibile citare tutti gli episodi di eroismo, coraggio e solidarietà dei protagonisti della lotta di Liberazione.

Oggi quella solidarietà si è persa: non rappresenta più un valore nella nostra società, ed è questo che fa temere per il ritorno del fascismo all’insegna del vecchio (ma ancora utilizzato) tentativo di equiparare oppressi e oppressori.

Il senso di leggere questo libro e diffonderne le storie consiste nel far capire il valore della memoria e della testimonianza affinché, come ha evidenziato Carla Nespolo, «anche quando noi – che ormai siamo la generazione dei partigiani – scompariremo, sarà sempre importante ricordare la Resistenza, cardine della nostra democrazia, e lottare perché la nostra Costituzione viva».

Noi partigiani. Memoriale della Resistenza italiana

a cura di Gad Lerner e Laura Gnocchi

Feltrinelli: pagg. 327, 19

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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