Non pensare a me, grazie!
Romano Mazzon
Quando qualche giorno fa ho sentito Mario Draghi dire che vuole agire per i suoi figli, sono rabbrividito.
Mario Draghi ha 68 anni, io 43, la natura dice che potrei essere suo figlio. Ebbene il suo gruppo ha già fatto abbastanza per me, gradirei che si levassero dagli zebedei. Non ho avrò mai sufficienti parole per ringraziarli per tutto quello che mi hanno fatto e gradirei che non facessero lo stesso a mio figlio.
Strano Paese l’Italia, un Paese a sovranità limitata da quando è nato. L’unità nasce da un patto scellerato con l’impero inglese e con quello francese sancito da un bagno di sangue. Allora il nemico furono i briganti, così chiamavano coloro che si battevano per l’autodeterminazione. Con Garibaldi chiuso in esilio e i garibaldini scomparsi. Una corte di veri briganti che tutelava gli interessi di un capitalismo straccione al nord e di una borghesia mafiosa al sud.
Così si arriva ai tentativi di genocidio con vena colonialista che accompagna l’Italia sino all’inizio del ‘900. Lì ci pensò una guerra assurda contro l’Austria a sterminare un’intera generazione che sognava l’autodeterminazione e ancora oggi il nostro beneamato Presidente si sbraccia a ricordare l’eroico sacrificio dei militi ignoti, sorvolando sui signori che sguazzavano con le loro concubine sui letti d’ottone, aumentandosi medaglie e stipendi ad ogni migliaio di soldati massacrati sui due fronti. Ma che vuoi, intanto la FIAT faceva i milioni. Poi arriva il fascismo, giusto in tempo per soffocare la rivolta popolare del 1920-21. Un tentativo sempre del capitalismo straccione nordista e della mafia suddista di sottomettere un popolo. Nazionalismo da quattro soldi che contava sull’appoggio inglese che considerava la Sicilia un proprio possedimento.
Si arriva così alla fantomatica liberazione, un’altra generazione sacrificata per la FIAT. Da quel momento una sovranità limitata, come riportato nel libro di Cipriani e Cipriani che si intitola proprio così. Una sovranità schiacciata tra l’eversione atlantica e il governo di lotta comunista.
Si arriva al 1989, la Germania dell’Est butta fuori il Patto di Varsavia e la Germania dell’Ovest l’esercito statunitense. In Italia si corre ai ripari tra un papa polacco e il finanziamento a un nano che capisce il potere delle tv. La nostra penisola diviene sempre più una base statunitense per l’avanzata verso il vicino oriente. Così bombardiamo audacemente i nostri vicini jugoslavi dopo aver rotto la Costituzione qualche anno prima in Iraq, ma che si vuole, intanto i soliti mangiano e sguazzano: la FIAT bombarda con i suoi aerei i suoi stabilimenti e si fa finanziare la ricostruzione, assieme alla cassa integrazione per gli operai italiani.
Così diveniamo alleati dei massacratori dei nostri fratelli ma la cosa ci piace alquanto perché siamo seduti ai tavoli che contano.
Qualcuno dice che si sta andando incontro a una crisi, che le cose non vanno così, bisogna cambiare rotta… Pazzi, persone legate al vecchio che non capiscono il nuovo che avanza: basta diritti, non c’è più problema, siamo tutti nella stessa ammucchiata. Basta posto fisso, basta pensione, basta equo canone, basta scuola gratuita, basta sanità per tutti, basta assegni familiari, eccheccazzo siamo moderni ora, basta con queste vetero, è l’ora del We Care! Qualcuno lo ricorda?
Nel 2001 a fronte di milioni di persone che si oppongono, FMI, BCE, G8 e concubine varie sparano, pestano, arrestano, bombardano.
Ora, che culo, tornano alla ribalta, sono il nuovo che avanza: chi meglio di chi la crisi l’ha voluta e creata può governarla? Tutti tecnici, nessun politico: tutti boiardi ingrassati con i soldi pubblici firmando carte dopo carte che hanno smobilitato ogni diritto e ogni forma di sovranità o sogno di questa. Non hanno mai rischiato nulla di loro, sono i soliti: il capitalismo straccione del nord e la borghesia mafiosa del sud. Una manica di sanguisughe che ha fatto la propria fortuna sputando sul sangue di intere generazioni.
Un unico lato positivo: nani e ballerine non erano più sufficienti, ora devono mettersi in prima fila ed esporsi con nomi e cognomi.
Non è calato il sipario sull’era di B., semplicemente è crollata la scenografia e ora si vede chi muove la scena.
Ecco in pillole chi ha preso ora il timone in prima persona:
ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture; :Intesa Sanpaolo, Università Bocconi, Associazione Bancaria Italiana
ministro della Difesa; :Comitato militare della NATO,
ministro dell’Interno: Prefettura
ministro della Giustizia; :Eni, Caltagirone, LUISS
ministro degli Esteri; : Consiglio Europeo, NATO, G8, OSCE
ministro del Welfare con delega alle Pari Opportunità; :CONFINDUSTRIA
ministro Università e Ricerca; :Unicredit Private Bank, Pirelli, Telecom
ministro per i Beni culturali; :Università Cattolica di Milano
ministro per la Salute; : Movimento ecclesiale di impegno culturale
ministro delle Politiche Agricole e forestali; : non ho ancora trovato la pillola
ministro dell’Ambiente.:G8
Presidenza consiglio, economia:Gruppo Bilderberg, Goldman Sachs, Università Bocconi.
Quanto è cattivo (e documentato) Romano.
Eppure ne ho sentite di peggio da due vecchi amici, Qcdslmad (quello che dorme sotto la mia ascella destra) e Qcidslmas (quello che invece dorme sotto la mia ascella sinistra). Sostiene Qcdslmad: “Non sono rimasto deluso da Monti perchè nulla mi aspetto da gente come lui. Di certo continuerà a non deludermi”. Invece Qcdslmas, appena vista la lista dei ministri, si è stupito: “Per realizzare il programma di Monti ci voleva un governo più forte: Jack lo squartatore agli Interni, Eichmann alla Funzione Pubblica, il compagno Stakanov al Lavoro e ovviamente Ratzinger all’Istruzione ex Pubblica”.
Ieri il titolo del quotidiano “il manifesto” era bello e vero: “I banchieri di Dio” e all’interno quasi ogni singolo cv (di solito indica il Curriculum Vitae, in questo caso Città Vaticano) di ministro/a confermava. Il di solito ottimo Marco Revelli invece in un lungo editoriale, sempre sul “manif” confessava che “bacerà il rospo Monti”, non c’era nient’altro da fare. Vista la nostra (di opposizione vera) debolezza, anzi inesistenza: e questo è un argomento serissimo, drammatico.
A proposito – e per finire – ho sentito (nella mia testa?) questo dialogo.
Parla 000001:
– Ovvio che Monti sia una carogna, quando un regime cade per una congiura interna i suoi complici e servi guardano in casa chi può aiutarli…. hai presente Badoglio, “ingrassato dal fascio littorio” come dice la canzone di Amodei? Forse era una brava persona? Ma in quel momento….Però è un cambiamento e si torna a sperare, poi si lavorerà per un futuro nel quale liberarsi anche di Badoglio e del “suo degno compare Vittorio” che “abbastanza ci ha rotto i coglion” (è sempre la canzone di Fausto Omodei).
Replica 00002:
– Tutto vero ma c’è una NON piccola differenza. Quando il tiranno viene buttato giù dai suoi amici, parlo di Mussolini, in montagna già c’erano i partigiani e lui comunque esce dalla scena (poi Hitler lo fa rientrare in gioco e non si è mai ben indagato come mai fu così facile andare a liberare il Mascellone come lo chiamava Gadda). Oggi non vedo in Italia molti partigiani – magari disarmati però davvero ribelli – e Berlusconi siede ancora nelle stanze del potere, anzi senza di lui il governo Monti non riesce a far passare un solo provvedimento”.
(db, pensieracci di un mattino presto)