Nono anniversario della strage operaia di Modugno

causata dalla produzione di fuochi artificiali.

Il 24 luglio 2015 un’esplosione rase al suolo la fabbrica di fuochi d’artificio Bruscella di Modugno, alle porte di Bari, causando la morte di dieci persone.

di Vito Totire

Una delle stragi operaie più “rimosse” dell’ultimo secolo: 10 morti dilaniati a causa della ostinazione a cercare di trarre profitto dalla produzione di una merce nociva, inquinante e mortifera.
Una produzione che tuttavia “resiste” sul mercato se è vero che ieri sera sono stati sparati fuochi a Ravenna con la penosa scusa di onorare il santo patrono e , idem, poche ore prima a Venezia per la festa del Redentore nel corso della quale la serata “è stata illuminata da 6400 fuochi di artificio per un totale di 2.200 di materiali esplodente…a cui si sono aggiunti altri 25 pontoni per i fuochi di piccolo calibro”.

Secondo un entusiasta cronista il tradizionale spettacolo è durato 35 minuti e “ha tenuto il pubblico con naso ed occhi all’insù”.
Continua dunque il modello “borbonico” di “festa, farina e forca” senza mai (da parte di alcuni) “interrogarsi sul livello di sofferenza che c’è dietro ogni tipo di merce” come direbbe Giorgio Nebbia.
A Bari in occasione della ultima festa di S.Nicola alcuni “fedeli” si sono rammaricati della abolizione dello spettacolo di fuochi. Speravamo che a monte vi fosse stata una scelta ecologista e invece …pare che il comitato feste non abbia pagato la ditta produttrice di Gioia del Colle.
Quest’anno, nel comparto fuochi artificiali, si è verificato un grave incidente in una fabbrica di Messina con tre feriti di cui uno risulta “grave” e speriamo che l’impatto sanitario acuto delle produzioni, per quest’anno almeno, si fermi qui.

I problemi rimangono aperti.
Non abbiamo informazioni precise ma temiamo che le vittime di Modugno non siano state adeguatamente risarcite ( anche se i risarcimenti non potranno mai rendere pienamente giustizia). Questo dipende anche dalle lacune del nostro sistema di sicurezza sociale. In circostanze come questa riteniamo che in assenza di un referente in quanto responsabile civile e penale debba
risarcire direttamente “lo Stato” per un motivo molto semplice e ragionevole: NON AVER SAPUTO GARANTIRE CON LE DOVEROSE ATTIVITA’ DI VIGILANZA sul territorio IL DIRITTO DEI LAVORATORI ALLA SALUTE E ALLA VITA

• NON C’E’ MOTIVO DI TERGIVERSARE: I FUOCHI ARTIFICIALI SONO UNA MERCE MORTIFERA INQUINANTE E NOCIVA PER GLI UOMINI E GLI ANIMALI: PRODUZIONE , COMMERCALIZZAZIONE E USO DEVONO ESSERE MESSI AL BANDO COME L’ITALIA HA FATTO NEL 1992 CON L’AMIANTO
• L’USO OGGI DI FUOCHI SI CONFIGURA COME “GETTO DI COSE PERICOLOSE” AI SENSI DELL’ART.374 CODICE DI PROCEDURA PENALE.
Se sindaci e procure non rispondono agli appelli al bando vuol dire solo che “dobbiamo alzare la voce” perché l’inerzia delle istituzioni è semplicemente la negazione della evidenza
• ci sarà qualcosa di più assurdo che sprecare risorse economiche …per inquinare ? Anche se questo è coerente con il sistema di produzione capitalistico quello dei fuochi artificiali rappresenta comunque un caso estremo: si spende per avvelenare l’ambiente ! Altra destinazione potrebbero avere quelle risorse economiche se i “fedeli” di S. Nicola fossero più coerenti con l’opera toricamente attribuita al santo. Certo non vogliamo dare lezioni a nessuno ma aspettiamo un
pronunciamento sulla questione da parte del cardinale Zuppi e del Pontefice (Laudato si ???).

Dedicando un sentito ricordo alle vittime della strage operaia di Modugno riprendiamo con forza la nostre iniziative per mettere al bando tutte le merci nocive e mortifere a partire dal materiale bellico (CERTO NON SI PUO’ DIMENTICARE LA STRAGE DI MODUGNO MA NEANCHE LA FABBRICA DI MINE –
TECNOVAR/EX-Valsella sud -CHE A MODUGNO PRODUSSE MINE ANTI-BAMBINO DISSEMINANDOLE IN TUTTO IL MONDO: sono state recuperate e disinnescate tutte ???), dai fuochi artificiali, dalle sostanze chimiche inquinanti.
Il nostro pianeta è ormai a un passo da baratro: tiriamo il freno di emergenza, la crisi climatica che stiamo vivendo non consente ulteriori indugi.

Vito Totire, medico del lavoro, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO via Polese 30 40122 Bologna
Bologna, 23.7.2024
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alexik

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