Novara: un omicidio insanguina lo sciopero della logistica
di Checchino Antonini (*). A seguire il comunicato di Rifondazione Comunista.
Un padroncino travolge un sindacalista Adl Cobas a Biandrate nel giorno dello sciopero della logistica
«Una cosa gravissima, il nostro coordinatore di Novara è stato ucciso da un camionista davanti a Esselunga di Biandrate passandoci sopra con le ruote. Aspettiamo di conoscere i fatti». Il messaggio whatsapp passa di inoltro in inoltro, di prima mattina, su migliaia di cellulari di attivisti e lavoratori della logistica. Un omicidio filopadronale insanguina lo sciopero indetto da SiCobas, Adl, Usb, di oggi, 18 giugno, dei lavoratori della logistica contro i licenziamenti alla Fedex di Piacenza, contro l’uso delle squadracce padronali e la repressione delle forze di polizia, contro il sistema degli appalti, contro lo sblocco dei licenziamenti e per il pieno riconoscimento dei diritti sindacali.
La conferma dalle agenzie pochi minuti dopo le 9: Incidente mortale questa mattina a Biandrate, nel novarese, nei pressi del polo logistico della Lidl, dove era in corso una manifestazione. Un camion in manovra ha investito un 37enne che dalle prime informazioni sarebbe un sindacalista e poi si è allontanato. Inutili i soccorsi dei sanitari del 118, l’uomo è deceduto. L’automezzo è stato bloccato poco dopo dai carabinieri in un’area di servizio. La dinamica dell’accaduto è al vaglio delle forze dell’ordine.
E’ un’altro episodio di violenza del capitale, di settori di lavoratori uno contro l’altro in un sistema che ha reintrodotto logiche ottocentesche. Tutto ciò a poche ore dall’aggressione, filmata dai lavoratori, avvenuta a Prato dove i vertici della TexPrint – forti legami con esponenti della camorra (così denuncia il SiCobas) – hanno colpito gli operai in sciopero. Nel pomeriggio di ieri un gruppo di cinesi ha assalito gli operai impegnati nel picchetto di protesta che si trova di fronte alla stamperia tessile Texprint dove manifestano da circa quattro mesi. Sono operai pakistani licenziati dalla ditta, che è a proprietà cinese, dopo aver denunciato una situazione di sfruttamento in fabbrica. Gli aggressori, spiega Luca Toscano coordinatore di SiCobas, «hanno smantellato il picchetto, malmenato tre degli operai pakistani che presidiavano la zona in quel momento». Uno di loro, appartenenti al sindacato Sì Cobas, ha videoripreso alcuni momenti dell’attacco. «Si tratta di un’aggressione squadrista a lavoratori in sciopero» denuncia Sì Cobas. Il sindacato inoltre informa che «per tre operai feriti è stato necessario l’intervento di ambulanze». Altri due sono stati curati dal 118 sul posto. «L’aggressione – afferma sempre Luca Toscano coordinatore provinciale del sindacato – è stata improvvisa ed è stato letteralmente distrutto il presidio e sono stati rubati striscioni e altri oggetti». Per il sindacalista è stato riconosciuto fra gli aggressori uno dei responsabili dell’azienda.
Accade a pochi giorni dalla spedizione squadristica di vigilantes privati (Pinkerton del XXI secolo) che hanno attaccato i facchini della Fedex a Piacenza. Scrive AdlCobas: «Così come durante il famoso Homestead Strike, i padroni dell’acciaio della Pennsylvania usarono gli scagnozzi dell’Agenzia Pinkerton contro gli operai in sciopero, e, poi di seguito, negli anni a venire vennero reclutati contro le insorgenze operaie lungo le strade ferrate del lontano West. Così come i mazzieri fascisti furono usati contro gli operai/e in sciopero durante il biennio rosso e poi per attaccare le sedi sindacali, così il presidio dei lavoratori Fedex di Piacenza è stato aggredito a colpi di bastoni, frammenti di bancali, sassi e bottiglie da una cinquantina di bodyguard e lavoratori assoldati dai padroni alla Zampieri di Tavazzano nel lodigiano. La squadraccia guidata dai capiclan di Zampieri, mimentizzata tra i lavoratori e col sostegno di qualche crumiro, ha attaccato il presidio, composto da circa 40 lavoratori inermi del SI Cobas, e per circa 10 minuti è stata lasciata agire indisturbata dalla polizia che era a pochi passi e non ha mosso un dito. Il risultato è un lavoratore di Piacenza con una frattura facciale, mentre altri 8 lavoratori hanno riportato – per fortuna – ferite più lievi. Il tutto si è svolto sotto lo sguardo complice e compiaciuto della polizia che era presente in forze, senza muovere un dito. E’ oramai evidente la reale identità di Zampieri: un’organizzazione mafiosa che agisce col sostegno di Fedex e col beneplacito delle forze dell’ordine».
Anche Abdesselem El Danaf fu ucciso il 15 settembre 2016 mentre scioperava per la stabilizzazione del posto di lavoro. Travolto da un camionista aizzato da un addetto dell’azienda di Piacenza, la Gls, mentre stava picchettando coi suoi compagni. E’ successo poco prima della mezzanotte sotto gli occhi della polizia che ha sottratto l’omicida alla rabbia dei compagni dell’operaio di 53 anni, dieci in più del suo assassino. Abdesselem El Danaf da 13 anni lavorava a Piacenza per crescere i suoi cinque figli. L’Usb, il sindacato di quei facchini della Seam, ditta in appalto della Gls, aveva indetto un’assemblea per discutere il mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato. Di fronte al comportamento dell’azienda i lavoratori, che erano rimasti in presidio davanti ai cancelli, hanno iniziato lo sciopero immediato.
«Io non conosco la dinamica – spiega a Popoffquotidiano Eliana Como, dell’area Riconquistiamo Tutto, l’opposizione di sinistra in Cgil – ma non stento a immaginarla. È da mesi che sta montando un clima inaccettabile di repressione e odio delle lotte. Oggi un uomo è stato assassinato! Per quanto mi riguarda, la Cgil ha una sola cosa da fare: dichiarare sciopero. Nel frattempo, ovunque siamo, ovunque abbiamo la possibilità, facciamolo noi. SCIOPERO SUBITO!».
(*) ripreso da www.popoffquotidiano.it
ADIL BELAKHDIM ASSASSINATO DALLA PROTERVIA PADRONALE
Comunicato di Rifondazione Comunista
Il coordinatore del Sicobas di Novara, Adil Belakhdim, è stato travolto e ucciso da un camion che ha forzato il presidio dei lavoratori davanti alla Lidl di Biandrate (NO) in occasione dello sciopero nazionale della logistica.
Dopo le aggressioni subite dai lavoratori a Prato, a San Giuliano Milanese e quella violentissima con l’utilizzo di vigilantes di Tavazzano, appare chiara la volontà padronale di uno scontro duro per piegare le lotte dei lavoratori e del Sicobas.
L’omicidio del sindacalista è figlio della protervia padronale che non accetta che possano essere messe in discussione le condizioni di sfruttamento, i bassi salari e la precarietà vigenti nella logistica.
E’ l’ennesimo attacco al diritto di scioperare e lottare per tutele e diritti minimi e contro il potere di ricatto dei lavoratori garantito alle aziende da leggi inique e dall’utilizzo a rotazione di finte cooperative sostituite alla bisogna per poter licenziare e ridurre i salari.
Chiamiamo in causa le gravissime responsabilità di padroni che stanno riportando indietro di cento anni le condizioni dei lavoratori, riportandoli al rango di sudditi senza parola e senza diritti.
Ma non si possono tacere le vere e proprie connivenze di questo e dei governi degli ultimi trent’anni che hanno approvato e non stanno modificando leggi che hanno trasformato il mercato del lavoro in un suk di braccia.
Nell’esprimere solidarietà alle compagne e ai compagni del Sicobas e alla famiglia di Adil Belakhdim, ribadiamo con grande forza la necessità di abolire tutte le leggi che hanno precarizzato il mercato del lavoro e di introdurre un salario minimo orario legale.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
ne parla anche Marco Revelli (senza dimenticare il ruolo della CGIL)
https://volerelaluna.it/commenti/2021/06/19/la-logistica-che-uccide/
nell’ultima newsletter di jacobinitalia.it riflessioni e link sul terribile omicidio di Adil Belakhdim, coordinatore dei Si Cobas di Novara, ammazzato da un camion durante una manifestazione dei lavoratori della logistica davanti ai cancelli della Lidl di Biandrate. Non è frutto di un incidente né di una scheggia impazzita. Questo terribile omicidio segue infatti l’attacco squadrista subìto qualche giorno fa dai facchini in sciopero della TNT-FedEx, e tanti altri episodi che in questi anni hanno segnalato l’escalation della pratica di violenze contro i picchetti di sciopero nel settore dove più sono aumentati i profitti durante la pandemia mentre i salari rimangono da fame e i ritmi di lavoro divengono sempre più frenetici. Fino a non fermarsi davanti a un picchetto… Già due anni fa il Si Cobas aveva denunciato sulle pagine di “Jacobin” gli attacchi e le criminalizzazioni del diritto di sciopero nel settore della logistica. Negli ultimi mesi diversi scioperi, a partire da quello storico di tutti i dipendenti di Amazon italiani, hanno segnalato la possibilità di una crescita importante delle lotte nel settore. Di fronte all’ottenimento di alcune prime conquiste la risposta sono le violenze verso chi sciopera…. Per affrontare tale escalation è necessaria la massima solidarietà di tutti lavoratori e lavoratrici al di là delle appartenenze sindacali.
https://lotta-continua.it/index.php?option=com_easyblog&view=entry&id=775&Itemid=319
«Mai più schiavi, vogliamo una vita più bella. La lotta esemplare degli operai della Texprint»
Il reportage di Maurizio Franco
Con oltre 11 mesi di sciopero a oltranza e picchetti davanti ai cancelli della Texprint di Prato, 18 lavoratori di origine pakistana, senegalese e cinese, sostenuti dal sindacato Si Cobas, sono diventati protagonisti di una nuova epopea contro lo sfruttamento
CONTINUA QUI: https://micromegaedizioni.net/2022/01/14/texprint-vertenza/