Nunzio Di Sarno: «Virus»
Una poesia per chi vuole capire dove tutto è cominciato
Tanto parlare cliccare chattare e skippare
Per farmi scaldare e rimbalzare tra pulpiti
Di cartapesta grondanti interesse e vanità
Chi mi dice “scimmia impaurita che salti
A comando per due soldi e ti nascondi
Tremi e non capisci l’inizio né la fine”
Chi “razzista ritardato da supermercato
Che ti ingozzi e sbronzi di like e stories
Per non sentirti e guardarti morire solo”
“Intellettuale da salotto ancora ti gingilli
A contar morti e immaginarti il male
A dargli forma e voce e fartelo scappare”
Chi “segaiolo al caldo in stanze schermo
La verità t’arrapa sfregata ben condita
E preparata per l’orgasmo in surrogato”
“Sii entusiasta, leggi un libro, fai l’amore
Ritrova la natura e viaggia nei dintorni
Informati e stai zitto ma senza esagerare”
Chi, caro, “cerca di vedere che il virale
Tra concesso e bramato è il capitale
Che ammala terra uomo ed animale”
Nessuno che mi dica “guarda la paura
Lasciala parlare e resta ad ascoltare
Che è da lì che viene e può tornare
Ogni cosa che ti ha fatto cominciare”
Nunzio Di Sarno