Nuove misure repressive israeliane contro Khalida Jarrar

di UDAP* (Unione Democratica Arabo-palestinese)

La dirigente e prigioniera politica palestinese Khalida Jarrar è stata, nel corso degli ultimi giorni, sottoposta a una serie di nuove misure repressive da parte delle autorità israeliane. Jarrar è stata trasferita in isolamento nel carcere di Nafha nella città occupata di al-Ramla, dove affronta condizioni detentive estremamente dure. Il 12 agosto 2024, Jarrar è stata prelevata dalla sua cella nel carcere femminile di Damon per essere sottoposta nuovamente a interrogatori da parte dello Shin Bet.

Khalida Jarrar è stata trasferita in una minuscola cella di isolamento, priva di finestre e ventilazione e con pessime condizioni igieniche. Le viene fornita poca acqua e cibo di pessima qualità, nonostante soffra di gravi problemi di salute e necessiti di una dieta specifica. Fin dal primo giorno del suo isolamento, le è stato impedito di uscire per l’ora d’aria.

Khalida Jarrar è stata arrestata il 26 dicembre 2023 e sottoposta al regime di detenzione amministrativa. Prima del recente trasferimento in isolamento, era detenuta insieme ad altre prigioniere nel carcere di Damon, nel quale ha dovuto affrontare dure condizioni detentive e sistematici abusi.

Jarrar, dirigente del Fronte Popolare e del Consiglio Legislativo, ha già scontato cinque anni di detenzione nei quali è stata vittima di diverse misure punitive, tra cui la privazione del diritto di dare un ultimo saluto alla figlia deceduta durante la sua prigionia.

Khalida Jarrar è una delle 86 donne detenute nelle carceri israeliane, la maggior parte delle quali si trovano nel carcere di Damon, esponenti politiche, studentesse, giornaliste, avvocatesse e non fanno eccezione alcune prigioniere incinte.

Dal 7 ottobre 2023 ad oggi l’occupazione israeliana ha intensificato gli arresti contro le donne, con oltre 350 casi registrati, esclusi quelli nella Striscia di Gaza, dove si stimano diverse decine di altri arresti. Questa escalation fa parte della più ampia strategia di repressione contro il popolo palestinese, in particolare contro figure di spicco come Khalida Jarrar, allo scopo di colpire il lavoro e l’azione politica organizzata in Palestina.

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