O TAV o morte!
di Rom Vunner
Questo, a quanto pare, il grido di battaglia di banche, imprese e dei loro rappresentanti politici. Difficile trovare un’altra spiegazione.
Ci sono stati gli arresti di questi ultimi mesi, arresti che hanno scomodato anche magistrati stimati, magistrati che sino a qualche mese prima venivano accolti calorosamente nelle scuole dagli studenti contro la mafia e che, dopo l’operazione, si sono trovati contestati da quegli stessi giovani che si rifiutano di consegnare il loro futuro nelle mani delle cosche. L’ultimo tassello è stato l’Operazione Zecca, della Questura di Trento.
L’immaginazione, però, è davvero al potere. Negli ultimi giorni si sono visti responsabili del PD andare a portare solidarietà alle aziende che stanno devastando il territorio compreso nel finto cantiere: un deserto che ha spazzato via reperti archeologici, alberi centenari, profumi di erbe e di fiori, sostituiti da gas vietati negli scenari di guerra ma permessi contro i civili. Un finto cantiere presidiato da quegli stessi soldati che portano morte e distruzione in Afghanistan, là la chiamano pace, qui sviluppo. Sono stati però i maggiori quotidiani del 5 settembre a mettere l’ultima ciliegina sulla fine della democrazia. Già, perché dove l’informazione è manipolata e strumentalizzata da poteri finanziari e imprenditoriali non c’è possibilità di democrazia, lo diceva già Alexis de Tocqueville nel 1835.
Le principali testate hanno titolato che durante l’incontro tra Mario Monti e François Hollande i due si sono detti entrambe d’accordo sulla realizzazione della linea ferroviaria per il Treno ad Alta Velocità (o Capacità, su questo stanno ancora decidendo, non sanno cioè a cosa serve ma solo che serve). Esiste però il web e anche attivisti NoTAV che conoscono il francese e, non fidandosi più di un’informazione inquinata da conflitti di interesse incrociati, hanno provato a cercare prova di quelle affermazioni. Così Maria Cristina si è presa la briga di andare a guardarsi il video presentato come prova e ha ascoltato cosa veniva detto, poi ha cercato se una notizia tanto sensazionale avesse trovato spazio nella stampa francese. Ebbene, solo Monti ha citato la linea e nemmeno poi così tanto, un accenno, mentre Hollande non l’ha proprio citata. Anche i quotidiani francesi sembrano ignorare la cosa. Sarà che la stampa francese era occupata a seguire la notizia per cui il governo Hollande invece di svendere il patrimonio comune per affrontare la crisi, ha deciso di multare i comuni che non offrono un numero adeguato di alloggi popolari!
In questi giorni ci imboniscono con diverse facezie: Niky Vendola ha fatto finalmente outing ammettendo di essere da sempre un cattolico e di volersi sposare, la Rosy Bindi, da parte sua, ha declinato l’invito dicendo che preferirebbe una convivenza. Dall’altra parte i partiti sono super impegnati in sagre e, a tempo perso, discutono di legge elettorale perché quella attuale si erano impegnati a cambiarla.
Il problema però appare molto più profondo e pericoloso: come può un Paese affrontare delle libere elezioni se privo di una stampa indipendente dai poteri forti? Se le maggiori testate cartacee e televisive, pubbliche e private, riportano fedelmente frasi dettate dai loro padroni? Se riescono a falsificare la realtà tirandola dalla parte dei loro interessi?
Come affronteremo le prossime elezioni? Chi ci informerà sui candidati e sui loro programmi? Impregilo? CMC? Intesa San Paolo? E via dicendo… Faranno loro i nostri interessi? Chiederanno loro ai politicanti perché intendono svendere il patrimonio pubblico e azzerare qualunque garanzia?
Intanto i dati sulla crisi sono sempre più allarmanti ma ci dicono, sempre queste testate libere, che il peggio è passato. Qui in Veneto, nell’ultimo anno, nella Regione che era la locomotiva, si è arrivati a un saldo tra imprese aperte e imprese chiuse di – 4.400. Nel miracoloso nordest, negli ultimi sei mesi, hanno perso il posto di lavoro 23.000 cittadini, dal 2009 sono 90.000. Bisogna poi aggiungere quelli in cassaintegrazione, mobilità e via dicendo. Eppure tutti gli editorialisti di TV e giornali ci hanno spiegato che c’era un problema di flessibilità in uscita, bisognava togliere lacci e lacciuoli, il problema era che non si può licenziare in Italia e così hanno tolto i lacci e i lacciuoli e ora? Ce li lasciano almeno per impiccarci?
Gli stessi editorialisti si sbragano a invocare la necessità di investire in ricerca e sviluppo e i tecnici che ci governano confermano annuendo seri e colti. Poi però il settore formativo è senza soldi, le scuole arrancano, le tasse universitarie iniziano ad essere proibitive e i libri scolastici stanno divenendo un lusso, il trasporto pubblico viene azzerato.
Niente paura ci penserà LA treno ad alta velocità (come lo chiamano i tecnici) a salvarci, ci penserà quell’enorme buco nei conti pubblici a salvarci dal collasso. Non ci credete? Chiedete ai giornalisti degli organi mainstream.
Qui l’analisi del video con i link per controllare http://notav.eu/article6272.html
A proposito degli esponenti del PD che fanno la voce grossa in Val di Susa, il Carneade parlamentare Stefano Esposito, durante il sopralluogo esperito in compagnia del più noto Fassina, è arrivato persino al “Chi li paga?”, riferendosi, durante una intervista in video, ai manifestanti No Tav.
Propongo di dare inizio a una rubrica aperta, su questo blog, che riporti le prossime dichiarazioni di questo tenore (certo non mancheranno in questa campagna elettorale), dal titolo: “Vieni avanti, cretino”.
Grazie a te e Maria Cristina per la vigilanza. Il problema della corretta informazione è e sarà sempre più centrale e sempre più bisognoso di verifiche.
Mark Adin
il comportamento dei media mainstream è ormai scandaloso, per usare un eufemismo. non conosco Maria Cristina ma concordo con te che abbiamo urgente bisogno di persone così. Il problema, nonostante la rete internet, rimane il reperire le informazioni. è esagerato parlare di vigilanza democratica?
grazie per questo articolo