Oggi è Marte-dì: Imola ergo sum
Attenzione al romanzo – in edicola – di Maico Morellini
di Daniele Barbieri (*)
«Adesso doveva scoprire dove si nascondeva la città di Imola». Nelle restanti 170 pagine «la Voce» e gli altri protagonisti faticheranno e rischieranno ma alla fine troveranno Imola e proprio lì si chiude questo romanzo fuori dalla corrente quanto riuscito.
Per leggerlo dovete passare in edicola. Siamo infatti all’interno di «La terza memoria» (è l’ultimo Urania: 290 pagine per 6,50 euri) scritto dal reggiano Maico Morellini.
Davvero protagonista Imola, se pure insolita. Del resto, per chi non lo sapesse, Urania è una collana di fantascienza e dintorni, dunque la “stranezza” è d’obbligo.
«Quale segreto nascondeva Imola? E dove si trovava?». La Voce parte con poche notizie certe: c’è un legame – ma quale? – con il «Progetto Cartesio». In uno dei pochissimi documenti rimasti, da prima di quel catastrofico 17 dicembre, si legge «Biblioteca digitale di Imola: tutta la scienza del mondo». Non sembra notizia da poco, soprattutto per la Voce che si muove nel Disordine e… no, il resto non posso dirvelo: è un “delitto” raccontare la trama dei romanzi o dei film.
«Qualunque cosa sia Imola» bisogna arrivarci. E lì Betah e Anestor – altri due protagonisti – non avranno tutte le risposte che cercavano ma scopriranno a esempio che «qui, a Imola, l’eternità non è una parola priva di senso». E nelle ultime pagine, anzi righe, prima dell’Epilogo, chi legge capirà perché Imola è così importante.
Vi consiglio «La terza memoria» in primo luogo per la presenza imponente e misteriosa di Imola, la città dove vivo da molti anni, arrivando anche io – come i protagonisti – da un viaggio lungo (non così angosciante come quello di Betah e Anestor) che ha avuto Roma (disastrata sì ma non come quella del romanzo) per punto di partenza. E lo consiglio anche per l’inventiva, per il mix di generi – fantasy, horror e fantascienza – ma soprattutto per l’amore della scrittura che permea tutto il romanzo di Morellini, scrittore a mio avviso molto interessante; se vi interessa saperne di più su Morellini qui Robot in corteo e altro e qui Dissonanti e un infame Policlinico trovate qualche altra notizia su di lui.
Resta un dubbio: perché Morellini ha scelto Imola (non quella di oggi sia chiaro, ma di un futuro lontano, post apocalisse) come sede del progetto Cartesio e come luogo dal quale «la pioggia, il ghiaccio e il gelo» metaforicamente si dissolvono «liberando un cielo azzurro e caldo»? Perché proprio Imola? Nelle pagine di «La terza memoria» non ho trovato risposta; nella testa mia neanche e neppure in quel poco che so della biografia di Morellini. Mi toccherà cercare un suo indirizzo – non lo conosco – e chiederglielo?
(*) Questo mio articolo è uscito su http://leggilanotizia.it/ giornale on line di Imola.
se vuoi ti metto in contatto con Maico, Daniele. domanda: ma la Terza Memoria c’entra qualcosa con il Re Nero, romanzo con cui Morellini vinse il premio Uramia?
Ciao Alberto! Ci ritroviamo (e aggiungo molto volentieri) anche qui!
e comunque sia, la tua recensione, per quanto breve e non dettagliata, invoglia alla lettura MOLTO più della quarta di copertina dell’Urania in questione.
Prima di tutto ringrazio per la bella recensione: non può che farmi molto, molto piacere. Anche perché dopo le belle parole di Daniele su ‘Il Re Nero’ e su ‘I Necronauti’ ci tenevo, non senza una certa apprensione, a mantenere una media alta!
Perché Imola? Rispondo anche ad Alberto: mi sono concesso il lusso di un sottile filo di collegamento tra ‘Il Re Nero’ e ‘La terza memoria’. Un legame innocuo, o almeno spero, che accomuna i due romanzi anche al di là di Urania.