Olanda: la messa “infinita” per salvare una famiglia migrante
La legge vieta di interrompere una funziona religiosa: per questo centinaia di pastori da oltre tre settimane si alternano per evitare il rimpatrio di una famiglia ospitata in chiesa
di Claudio Geymonat (*)
In Olanda una chiesa protestante de l’Aja sta tenendo un culto da oltre tre settimane consecutive per proteggere una famiglia di migranti dall’espulsione dal Paese.
La storia è tanto semplice quanto geniale: secondo la legge statale le forze dell’ordine non possono interrompere una funzione religiosa in corso. Centinaia di pastori si stanno dunque alternando per non far cessare mai il culto cui sta partecipando la famiglia in questione, una coppia armena con tre figli di 15, 19 e 21 anni. L’idea è venuta al presidente del consiglio generale della Chiesa protestante olandese, ilpastoreTheo Hettema, una volta saputo che la famiglia, da ben 8 anni nei Paesi Bassi, con un figlio iscritto all’università e gli altri alle scuole dell’obbligo, rischiava il rimpatrio perché non può più godere delle tutele internazionali in quanto l’Armenia, terra d’origine dei cinque, non è considerata nazione a rischio.
I cinque, cristiani, frequentano la chiesa protestante della cittadina in cui risiedono, Katwijk, nei pressi proprio de L’Aja, e una delle figlie svolge volontariato in una associazione legata alla chiesa. L’ appello del pastore Hettema ha raccolto l’adesione di centinaia di colleghi e di moltissimi membri di chiesa, provenienti anche dai Comuni vicini. Tutti consapevoli che la splendida iniziativa non potrà durare in eterno, ma con la speranza di far nel mentre cambiare idea al governo, che ha però più volte affermato che la famiglia non ha i requisiti per rimanere nel Paese. Otto anni per ottenere una risposta sulla possibilità di asilo o meno in una nazione rischiano di essere un tragico record, e ignorare che la famiglia si sia oramai integrata nel nuovo contesto pare un’inutile cattiveria.
Quando i 5 non partecipano alla funzione, si riposano nei locali sopra la cappella. Un tempo in Italia le chiese erano luoghi di asilo e rifugio in cui le forze dell’ordine non potevano entrare, ma da oltre un secolo le cose sono cambiate (secondo quanto normato prima dalle leggi Siccardi del 1850 e quindi dai Patti Lateranensi del 1929 il cui l’articolo 5 recita comunque con formula ambigua “Salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, per l’esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo avviso all’autorità ecclesiastica”). Le norme in materia cambiano molto da Stato a Stato e non sono mancate in questi anni polemiche a seguito di arresti di migranti in chiesa (in Germania, in Islanda).
La Chiesa protestante in Olanda, nata dalla fusione di tre precedenti chiese, la riformata olandese, la riformata in Olanda e la evangelica luterana, rappresenta circa un terzo dei 6 milioni di abitanti dei Paesi Bassi.
(*) articolo tratto da Riforma
E il culto no-stop prosegue:
https://riforma.it/it/articolo/2018/11/26/olanda-continuano-i-culti-no-stop-salvare-una-famiglia-di-migranti?utm_source=newsletter&utm_medium=email
Dal 25 ottobre senza sosta 550 pastori e predicatori si sono alternati per non cessare mai la funzione al fine di tutelare una famiglia migrante, ospitata nei locali, che rischia il rimpatrio. Ecco un aggiornamento: https://riforma.it/it/articolo/2018/12/18/olanda-il-culto-non-finisce-ancora?utm_source=newsletter&utm_medium=email
UNA BUONA NOTIZIA. C’è una svolta nella vicenda che ha visto (dal 25 ottobre) 650 pastori e predicatori alternarsi per non cessare mai la funzione, al fine di tutelare una famiglia migrante, ospitata nei locali, che rischiava il rimpatrio; in Olanda infatti una legge vieta l’arresto in chiesa. Qui il link: https://riforma.it/it/articolo/2019/01/31/finisce-il-culto-non-stop-olanda-la-famiglia-non-verra-espulsa?utm_source=newsletter&utm_medium=email