Omaggio a Sante

di Associazione Bianca Guidetti Serra. A seguire altri ricordi con link al documentario “Dalle belle città date al nemico” e agli Assalti Frontali

 

Il 22 marzo se ne è andato il nostro compagno più caro.
Il nostro cantore di carcere, di amori e di rivolte.
La nostra memoria.
Socio fondatore di questa associazione, intitolata ad una grande donna che fu sua avvocatessa e tutrice.
Sante ha vissuto, e lo ha fatto intensamente.
E’ stato operaio, rapinatore, ergastolano, poeta, rivoluzionario, ispiratore di sommosse, mescitore di vino.
Troppe cose per essere ridotte in un epitaffio, senza contare tutto quello che ha rappresentato per ognun* di noi, personalmente.
Saranno migliaia di ricordi, dei tanti che lo hanno conosciuto, a ricostruirne la vita, la storia, la sua eredità.
Sappiamo che continuerà ad accompagnarci in questi tempi difficili, e che ce lo ritroveremo accanto, dentro di noi, in ogni atto di solidarietà e di lotta.
Gli abbiamo dedicato un evento FB, che per due settimane raccoglierà ricordi, articoli, foto e video, come forma di commemorazione collettiva.
Di seguito ne riportiamo una non esaustiva raccolta, che si sta arricchendo sempre di piu’.
Potete seguirne qui gli aggiornamenti, e scrivere un pensiero, se volete.
Associazione Bianca Guidetti Serra
Un ricordo di Marcello Capuano.

da Fabrizio Salmoni, figlio di Bianca Guidetti Serra, e della sua famiglia
Di fatto, è il testo che avevo scritto per quando venne l’ultima volta in Valle e non potevo, non riesco ora, a scrivere di meglio.
Ho poi trovato questa musica che potrebbe fare da sottofondo. Esprime tutto quello che si può sentire in momenti come questo. Grazie. Un abbraccio a tutti.
Per chi ha conosciuto Sante è l’ora della tristezza.
E per un abbraccio alla sua compagna.
Tempo fa, Mao tse Tung scrisse che la morte di alcuni è pesante come una montagna, quella di altri leggera come una piuma. Oggi quel detto lo sento più vero che mai.
Ciao Sante,
L’ultima volta che venisti a Torino un noto scribacchino de La Stampa ti accolse con un paio di articoli che riducevano la tua vita a un certificato penale. Era lo stesso che nei primi anni duemila scriveva che il Tav avrebbe portato 90.000 posti di lavoro. Era, o meglio, è uno nato servo. Una cosa che di te non si potrà mai dire
Chi ti conosce sa cosa hai fatto, cosa hai pagato, cosa hai sofferto, quanto hai fatto per farci sapere del lato oscuro dello Stato. Chi ti conosce ti ama per quello ma anche per la tua ricchezza interiore, per la tua pacatezza nel raccontare e nel giudicare a tua volta lo Stato che ti ha giudicato.
Io ti ho conosciuto personalmente tardi nella mia vita, quando venisti apposta a Torino per il funerale di mamma Bianca. “Ciao, io sono Sante” ti presentasti, con un braccio al collo per un incidente, e da quel momento mi sembrò di averti sempre conosciuto.
Di te naturalmente avevo sentito parlare nello studio di Bianca e da Adriano Rovoletto quando veniva a trovarla.
Capivo che, al di là del rapporto professionale maturato negli anni del processo, con voi c’era quella vicinanza che Bianca percepiva per quei suoi assistiti non estranei al suo sentire politico e umano, alla sua voglia di capire, al suo voler sempre essere parte dell’ampia collettività militante, della gente comune.
Credo che le sue frequenti visite in carcere e poi al Sermig da Piero Cavallero testimoniassero proprio questi sentimenti. E conservo gelosamente il quadro che Piero e Adriano fecero per lei con tanto di affettuosa dedica dipinta sul retro.
Nei nostri anni indimenticabili della militanza politica, avevo letto L’evasione impossibile. Mi aveva impressionato il racconto degli abusi, delle torture, della violenza del sistema carcerario e mi aveva rafforzato nelle convinzioni che ci guidavano. Più recentemente ho recuperato gli altri tuoi libri e mi sono affezionato soprattutto a L’Anima e il Muro con la poesia Stamane anche i mandorli sono fioriti dedicata a mamma Bianca, scritta a mano in seconda di copertina pochi giorni dopo che era mancata.
Ogni volta che la leggo mi viene ancora il magone.
Per questo l’ho inserita a chiusura dello spettacolo Le Stagioni di Bianca che spero vivamente di poter portare a Bologna presto tramite l’Associazione Bianca Guidetti Serra. Nel frattempo, prenditi cura. Per tutti noi sei una presenza insostituibile.
Fabrizio (con Cecilia e Loretta Lisa)
18 settembre 2019

 

Sante Notarnicola, dal vivo

Non so da dove cominciare. Avevo, come tutti, divorato il suo libro L’evasione impossibile. E dopo aver letto pensavo di aver capito, se non proprio di conoscerlo. Ero giovane, a quel tempo. Non avevo molta esperienza da confrontare. E senza quella, è meglio stare zitti. Sempre, anche oggi.

Pochi anni dopo ero già uno “vecchio”, ossia uno che ne aveva passate parecchie, e dunque sapevo che tra il fare e il raccontare la differenza è tanta. E che, se sei una persona seria, le cose più importanti spesso ti restano nella penna.

Quando sono arrivato nelle carceri speciali, però, ho visto che anche l’essenziale era in qualche modo sgocciolato dalla penna di Sante. Sarà che l’Asinara era proprio come te l’aspettavi, dopo due traghetti e un’ora di viaggio in jeep verso Fornelli, al capo opposto di Cala d’Oliva. Tra un mare che non si vede da nessun’altra parte e facce da bruti in divisa. Senza manette, “perché tanto, ‘ndo vai?Continua.

Quei fiori per Mara. Un ricordo di Sante Notarnicola

da Oltre il Ponte

Un ricordo di Sante Notarnicola, operaio, bandito, poeta, rivoluzionario

Appena ho saputo della morte di Sante sono ritornato alle bellissime ed intense giornate trascorse insieme fra Trento e Bolzano nel maggio 2014. Nonostante siano passati quasi sette anni ho un ricordo piuttosto nitido di un incontro che porterò sempre nel cuore.

A Trento con i compagni avevamo organizzato una serie di iniziative sul tema del carcere “D’ogni dove rinchiusi si sta male” e chi meglio di Sante, con le sue poesie e la sua esperienza, avrebbe potuto concludere il ciclo?

Dopo aver chiesto il suo contatto a dei compagni bolognesi lo chiamai e lui fu subito disponibile e curioso di salire in una zona d’Italia che non conosceva direttamente anche se negli anni in cui era dietro al bancone del Pub Mutenye di via del Pratello aveva conosciuto numerosi studenti universitari di Trento e Bolzano fuori sede a Bologna. Continua.

La verita’ di Sante Notarnicola

di Paolo Persichetti, da Insorgenze.

Quattro anni fa, qualche tempo dopo l’uscita del primo volume sulla storia delle Brigate rosse (Brigate rosse, dalle fabbriche alla campagna di primavera, Deriveapprodi marzo 2017), scritto insieme a Marco Clementi ed Elisa Santalena, ho ricevuto una telefonata di Sante Notarnicola. Nel volume, dove un intero capitolo curato da Elisa si occupava della realtà carceraria (la grande stagione delle lotte dei detenuti, le commissioni interne, le proteste sui tetti, la dura repressione alle Murate e ad Alessandria, la riforma subito bloccata, la parabola dei Nap, la differenziazione, lo stato d’eccezione carcerario e le carceri speciali), inevitabilmente il nome di Sante, protagonista decisivo di quella stagione, tornava più volte. Continua.

 

Dalle belle città date al nemico

di Sante Notarnicola, Bernardo Iovene, da Distribuzioni dal Basso

Bologna, Marzo 1995.
50° della resistenza e della guerra di Liberazione.
Monte Sole ha una sua particolarità, visibile soltanto al confine tra giorno e notte: quando monte Abelle, monte Caprara, e tutti gli altri monti si confondono con le tenebre, Monte Sole, nella sua cima, trattiene per un attimo ancora tutta la luce del giorno. Poi, subito dopo, è la notte che comunica a tutti gli esseri viventi il suo regno assoluto.
E sull’altopiano cambiano i suoni, e i rumori.
Il silenzio è soltanto quello degli uomini, sterminati da altri uomini, cinquant’anni fa.
“Le ginestre a Monte Sole esplodono nel mese di maggio:
ed è di maggio che le ginestre di Monte Sole comunicano ai vivi, ai morti quel ricordo,
e il ritorno di un’altra estate….”
“Quel giorno, era proprio come questo…” il tempo era simile a questa giornata di pioggia e di nebbia, di umidità e di noia, che ti squassa le ossa, tra i ciottoli e i ruderi, proprio lì, dove cinquant’anni fa fermarono il suo tempo.
Ma neppure una goccia di sangue, di quel sangue… soltanto delle ombre, perché la troppa pioggia ha cancellato ogni memoria e resta soltanto questa insopportabile noia, e il gelo…

Gli autori ringraziano: Franco Fontana, “custode morale” del parco di Monte Sole; Francesco Pirini; i partigiani della Brigata Stella Rossa: Franco Fontana, Tommaso Ballotta, Guido Tordi. ANPI Bologna, Gianpietro Lippi autore del libro “La stessa rossa a Monte Sole”, Comune di Marzabotto, Comitato Regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto.
Il documentario, 35 ‘, è visibile qui.
Quando Primo Levi scriveva a Sante.

 

 

 

alexik

5 commenti

  • angelo maddalena

    meraviglia! ingorgo di emozioni e testimonianze, voglio legerle con calma, ho inconatrao Sante una volta sola, due anni e mezzo fa a Imola, immensi occhi e immensa saggezza sofferta

  • sergio falcone

    Mi dispiace che sia morto, ma siamo molto distanti. Io, la violenza non la capisco. E, poi, quel tipo di violenza.

  • ho passato troppi pomeriggi al Mutenye per non ricordare Sante. Sapevo avesse un passato burrascoso, fra il terrorismo e il carcere, ma per me era semplicemente Sante, quello gentile, quello che mi consigliava la birra buona, quello che mentre stavo scrivendo un articolo sul nucleare si sedette al mio tavolo per chiedermi di più. “bravo” mi disse “scrivi ancora con carta e penna”

  • Ho letto L’ INVASIONE IMPOSSIBILE non appena finite le mie avventure giuritiche qui in Grecia, dopo il mio rilascio dalla prigione. Si trova nella piccola biblioteca del circolo autonomo di Kavala, dove me lo sono prestato, un ritrovo che riunisce anarchici e comunisti [non istituzionali] della città, ed è il libro più letto! Non appena l’ho letto, me ne sono subito innamorato, del libro e di Sante. Non ho niente da riempire, le ultime parole dicono tutto, che stia bene nella sua nuova trincea, è stato un modello di uomo e compagno. Sempre PRESENTE!

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