Omaggio a Sante
di Associazione Bianca Guidetti Serra. A seguire altri ricordi con link al documentario “Dalle belle città date al nemico” e agli Assalti Frontali
Socio fondatore di questa associazione, intitolata ad una grande donna che fu sua avvocatessa e tutrice.
E’ stato operaio, rapinatore, ergastolano, poeta, rivoluzionario, ispiratore di sommosse, mescitore di vino.
Troppe cose per essere ridotte in un epitaffio, senza contare tutto quello che ha rappresentato per ognun* di noi, personalmente.
Di seguito ne riportiamo una non esaustiva raccolta, che si sta arricchendo sempre di piu’.
E per un abbraccio alla sua compagna.
Capivo che, al di là del rapporto professionale maturato negli anni del processo, con voi c’era quella vicinanza che Bianca percepiva per quei suoi assistiti non estranei al suo sentire politico e umano, alla sua voglia di capire, al suo voler sempre essere parte dell’ampia collettività militante, della gente comune.
Per questo l’ho inserita a chiusura dello spettacolo Le Stagioni di Bianca che spero vivamente di poter portare a Bologna presto tramite l’Associazione Bianca Guidetti Serra. Nel frattempo, prenditi cura. Per tutti noi sei una presenza insostituibile.
Sante Notarnicola, dal vivo
Non so da dove cominciare. Avevo, come tutti, divorato il suo libro L’evasione impossibile. E dopo aver letto pensavo di aver capito, se non proprio di conoscerlo. Ero giovane, a quel tempo. Non avevo molta esperienza da confrontare. E senza quella, è meglio stare zitti. Sempre, anche oggi.
Pochi anni dopo ero già uno “vecchio”, ossia uno che ne aveva passate parecchie, e dunque sapevo che tra il fare e il raccontare la differenza è tanta. E che, se sei una persona seria, le cose più importanti spesso ti restano nella penna.
Quando sono arrivato nelle carceri speciali, però, ho visto che anche l’essenziale era in qualche modo sgocciolato dalla penna di Sante. Sarà che l’Asinara era proprio come te l’aspettavi, dopo due traghetti e un’ora di viaggio in jeep verso Fornelli, al capo opposto di Cala d’Oliva. Tra un mare che non si vede da nessun’altra parte e facce da bruti in divisa. Senza manette, “perché tanto, ‘ndo vai?” Continua.
Quei fiori per Mara. Un ricordo di Sante Notarnicola
da Oltre il Ponte
Un ricordo di Sante Notarnicola, operaio, bandito, poeta, rivoluzionario
Appena ho saputo della morte di Sante sono ritornato alle bellissime ed intense giornate trascorse insieme fra Trento e Bolzano nel maggio 2014. Nonostante siano passati quasi sette anni ho un ricordo piuttosto nitido di un incontro che porterò sempre nel cuore.
A Trento con i compagni avevamo organizzato una serie di iniziative sul tema del carcere “D’ogni dove rinchiusi si sta male” e chi meglio di Sante, con le sue poesie e la sua esperienza, avrebbe potuto concludere il ciclo?
Dopo aver chiesto il suo contatto a dei compagni bolognesi lo chiamai e lui fu subito disponibile e curioso di salire in una zona d’Italia che non conosceva direttamente anche se negli anni in cui era dietro al bancone del Pub Mutenye di via del Pratello aveva conosciuto numerosi studenti universitari di Trento e Bolzano fuori sede a Bologna. Continua.
La verita’ di Sante Notarnicola
di Paolo Persichetti, da Insorgenze.
Quattro anni fa, qualche tempo dopo l’uscita del primo volume sulla storia delle Brigate rosse (Brigate rosse, dalle fabbriche alla campagna di primavera, Deriveapprodi marzo 2017), scritto insieme a Marco Clementi ed Elisa Santalena, ho ricevuto una telefonata di Sante Notarnicola. Nel volume, dove un intero capitolo curato da Elisa si occupava della realtà carceraria (la grande stagione delle lotte dei detenuti, le commissioni interne, le proteste sui tetti, la dura repressione alle Murate e ad Alessandria, la riforma subito bloccata, la parabola dei Nap, la differenziazione, lo stato d’eccezione carcerario e le carceri speciali), inevitabilmente il nome di Sante, protagonista decisivo di quella stagione, tornava più volte. Continua.
Dalle belle città date al nemico
di Sante Notarnicola, Bernardo Iovene, da Distribuzioni dal Basso
50° della resistenza e della guerra di Liberazione.
Monte Sole ha una sua particolarità, visibile soltanto al confine tra giorno e notte: quando monte Abelle, monte Caprara, e tutti gli altri monti si confondono con le tenebre, Monte Sole, nella sua cima, trattiene per un attimo ancora tutta la luce del giorno. Poi, subito dopo, è la notte che comunica a tutti gli esseri viventi il suo regno assoluto.
E sull’altopiano cambiano i suoni, e i rumori.
Il silenzio è soltanto quello degli uomini, sterminati da altri uomini, cinquant’anni fa.
“Le ginestre a Monte Sole esplodono nel mese di maggio:
ed è di maggio che le ginestre di Monte Sole comunicano ai vivi, ai morti quel ricordo,
e il ritorno di un’altra estate….”
“Quel giorno, era proprio come questo…” il tempo era simile a questa giornata di pioggia e di nebbia, di umidità e di noia, che ti squassa le ossa, tra i ciottoli e i ruderi, proprio lì, dove cinquant’anni fa fermarono il suo tempo.
Ma neppure una goccia di sangue, di quel sangue… soltanto delle ombre, perché la troppa pioggia ha cancellato ogni memoria e resta soltanto questa insopportabile noia, e il gelo…
Gli autori ringraziano: Franco Fontana, “custode morale” del parco di Monte Sole; Francesco Pirini; i partigiani della Brigata Stella Rossa: Franco Fontana, Tommaso Ballotta, Guido Tordi. ANPI Bologna, Gianpietro Lippi autore del libro “La stessa rossa a Monte Sole”, Comune di Marzabotto, Comitato Regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto.
meraviglia! ingorgo di emozioni e testimonianze, voglio legerle con calma, ho inconatrao Sante una volta sola, due anni e mezzo fa a Imola, immensi occhi e immensa saggezza sofferta
Mi dispiace che sia morto, ma siamo molto distanti. Io, la violenza non la capisco. E, poi, quel tipo di violenza.
ho passato troppi pomeriggi al Mutenye per non ricordare Sante. Sapevo avesse un passato burrascoso, fra il terrorismo e il carcere, ma per me era semplicemente Sante, quello gentile, quello che mi consigliava la birra buona, quello che mentre stavo scrivendo un articolo sul nucleare si sedette al mio tavolo per chiedermi di più. “bravo” mi disse “scrivi ancora con carta e penna”
Ho letto L’ INVASIONE IMPOSSIBILE non appena finite le mie avventure giuritiche qui in Grecia, dopo il mio rilascio dalla prigione. Si trova nella piccola biblioteca del circolo autonomo di Kavala, dove me lo sono prestato, un ritrovo che riunisce anarchici e comunisti [non istituzionali] della città, ed è il libro più letto! Non appena l’ho letto, me ne sono subito innamorato, del libro e di Sante. Non ho niente da riempire, le ultime parole dicono tutto, che stia bene nella sua nuova trincea, è stato un modello di uomo e compagno. Sempre PRESENTE!