OMONIMIE: Cesare Battisti
Se siete pigri e dunque abusate di Google, digitando Cesare Battisti vedrete che i primi due nomi a uscire sono “Cesare Battisti storia” e “Cesare Battisti terrorista”.
Scorriamo il primo.
“Cesare Battisti (Trento, 4 febbraio 1875 – Trento, 12 luglio 1916) è stato un geografo, giornalista, politico socialista e irredentista italiano. Diresse giornali nella Trento asburgica e fu deputato al Parlamento di Vienna. Allo scoppio della Grande Guerra combatté per la parte italiana. Catturato dagli austriaci, fu processato e impiccato per tradimento. Insieme a Guglielmo Oberdan e Nazario Sauro è unanimamente considerato tra le più importanti figure eroiche della causa dell’irredentismo italiano”.
Al suo processo dichiarò orgogliosamente di avere svolto propaganda “per la causa d’Italia” e di essersi arruolato per combattere contro l’Austria.
Naturalmente sui libri di storia adottati di là dal confine (o sul Google austriaco) questo Cesare Battisti non ha lo stesso rilievo e semmai risulta non un patriota ma un disertore, un traditore, un nemico.
Punti di vista.
Guardiamo ora l’altro, quello che sul nostro Google viene definito terrorista per subito distinguerlo dall’altro.
“ Cesare Battisti (Sermoneta, 18 dicembre 1954) è un ex terrorista e scrittore italiano. È stato condannato in contumacia all’ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per aver commesso quattro omicidi in concorso durante gli anni di piombo. Nel corso della sua latitanza in Francia, dove benificiò a lungo della dottrina Mitterrand, è diventato uno scrittore di romanzi noir. Attualmente si trova detenuto in carcere in Brasile”.
Nei giorni scorsi il signore che di secondo mestiere fa il presidente del Consiglio, cioè Silvio Berlusconi (che su questo blog viene quasi sempre indicato come tessera P2-1816) ha dichiarato che incontrando Lula ha parlato di Cesare Battisti. Sull’agenzia Ansa il 13 aprile si legge:
“Sulla vicenda di Cesare Battisti Berlusconi ‘ha fiducia nelle nostre scelte’: cosi’ il ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorim. ‘Noi non abbiamo sollevato il tema. Lo ha fatto il presidente del consiglio Berlusconi’ ha spiegato Amorim a chi gli chiedeva se, nel corso dell’incontro tra il presidente Lula e il premier italiano, si fossero fatti passi avanti sul caso Battisti. Lula non ha ancora deciso se concedera’ all’Italia l’estradizione dell’ex terrorista, in carcere a Brasilia”.
Punti di vista diversi fra Italia e Brasile. Come l’ex presidente della repubblica francese, Francois Mitterrand, aveva una opinione piuttosto differente (da Berlusconi o da “Il corriere della sera”) sulla correttezza, l’equità dei processi fatti in Italia a terroristi – dichiarati o presunti – durante i cosiddetti anni di piombo.
C’è più di un corto circuito logico nella richiesta di giustizia esibita da un ex iscritto a una associazione segreta chiaramente eversiva (la P2) in base alle sentenze dei tribunali italiani visto che proprio lui, Silvio Berlusconi, ha dichiarato decine, forse centinaia, di volte di non aver fiducia nei nostri giudici che sarebbero in gran parte asserviti ai “comunisti” (non vi scappa da ridere?). I fans di Berlusconi obieterebbero che il premier (non so a voi ma a me sembra assurdo sentirlo chiamare così) ha studiato le carte dei processi a Cesare Battisti e dunque sa per certo che ha avuto tutti processi al di sopra di ogni sospetto.
Io ho un punto di vista diverso. Avendo a suo tempo un po’ studiato uno dei processi a questo Cesare Battisti, ritengo che in quel caso sulla sua colpevolezza si possano avanzare sospetti grandi come montagne, in pratica mi pare che sia stato condannato senza prove. Dirò poi a chi è curioso dove può verificare quanto sostengo. Avendo vissuto in quegli anni e conoscendo sia la legislazione speciale che la concreta pratica di molti tribunali italiani durante i cosiddetti anni di piombo, aggiungo che se Francois Mitterrand era molto restio a dare l’estradizione aveva ottime ragioni. Inoltre il buon senso indurrebbe a credere che se due Paesi come la Francia e il Brasile – non l’Arabia Saudita o la Corea del Nord, ci capiamo? – sono così recalcitranti a fidarsidell’Italia su questi temi, magari alcune buone ragioni possano esserci: varrebbe la pena di esaminarle … a meno che non si ritenga che gli ex terroristi italliani godano ancora, a tanti anni di distanza cioè, di una rete di complicità a livello di Stati che pure non hanno particolari ostilità con l’Italia eche quando esistevano i blocchi erano dalla parte dei “buoni” (la nostra, è ovvio). In questo clima di paranoia tutto è ipotizzabile anche credere che Francia e Brasile abbiano qualcosa da nascondere o vantaggi da trarre proteggendo terroristi italiani.
Due piccole indicazioni per chi voglia documentarsi senza troppo sudare. In primo luogo consiglio un volumetto pubblicato da Derive / Approdi, intitolato Il caso Cesare Battisti: quello che i media non dicono (60 pagg, per 5 euri). Comprende un saggio firmato dall’editore sulle distorsioni dei processi italiani per terrorismo nel periodo fine anni ’70 – inizio ’80 e le notissime FAQs (ovvero nel gergo di Internet le risposte alle domande più frequenti) di Carmilla (www.carmillaonline.com) che colgo l’occasione per invitarvi a guardare con frequenza: animata da un bel gruppo di persone (Valerio Evangelisti è il nome più noto) è una rivista on line di “Letteratura, immaginario e cultura di opposizione”.
Mi fermo qui? Oppure devo anche dichiarare che: 1) non sono amico di questo Cesare Battisti? 2) non ho militato nelle (anzi, le ho politicamente osteggiato in tutti i modi ) formazioni definite terroriste? 3) e magari che i romanzi di quel Cesare Battisti non mi entusiasmano particolarmente e comunque essere un eccellente scrittore non mi pare un buon motivo per chiedere un trattamento particolare? Debbo aggiungere questo, visto il brutto clima?
Non ho idea di come finirà la vicenda di questo Cesare Battisti. Se e per quali motivi Lula concederà l’estradizione. Trovo triste e paradossale che giornallisti e politici ritengano, senza avere minimamente studiato il caso speficico, che trascinarlo nlle galre italiane sarebbe una vittoria della giustizia.
Punti di vista. Il mio resta vicino a quello di Mitterrand.