Operazione massacro – Rodolfo Walsh
di franz (*)
Rodolfo Walsh è stato un rivoluzionario con la penna e la macchina da scrivere, e la precisione e l’accuratezza sono un’arma rivoluzionaria potentissima e pericolosa.
e questo libro, che arriva a essere letteratura, dovrebbe essere il primo libro di testo nelle scuole di giornalismo.
ricercare notizie, diffonderle, smontare le accuse e le tesi dei potenti, dal militare di villaggio fino alla magistratura, come in questo libro, al colonnello della giunta militare, come nella “Carta abierta de un escritor a la junta militar”, gli è costata la vita.
raccontare le cose che succedono e dare voce ai vinti è necessario, costi quel che costi.
dice di lui Gabriel García Márquez: “Quando il mondo era giovane e meno urgente, Rodolfo Walsh è stato l’autore di certi testi polizieschi stupefacenti che io leggevo la domenica riprendendomi da qualche sbornia in una pensione per studenti a Cartagena. In seguito è stato autore di certi reportage impressionanti e implacabili in cui denunciava i massacri notturni e la scandalosa corruzione delle forze armate argentine. In tutte le sue opere, anche in quelle che sembravano di semplice finzione, si è distinto per il suo impegno nei confronti della realtà, per il suo talento analitico quasi inverosimile, per la sua audacia e per la sua serietà”
alla fine della lettura del libro mi sono venute in mente due frasi:
“Dire la verità…è un’azione…rivoluzionaria” (Antonio Gramsci)
“Il racconto intelligente della sconfitta è la sottile vittoria del vinto” (Nicolas Gomez Davila)
Vogliatevi bene, leggete questo libro.
(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».