Pabuda: «La guerra in corso»
L’Europa del colore giusto punta alla “vittoria finale”… contro il mondo del colore sbagliato
LA GUERRA IN CORSO
toc! toc! c’è qualcuno
in casa?
noi qui s’avrebbe una roba
abbastanza importante
da riferire:
si tratta della guerra in corso,
in pieno svolgimento,
una cosa in regola:
coi suoi morti ammazzati,
coi suoi slanci
con le impasse, le manovre,
gli accerchiamenti
e le rappresaglie
colle sue tattiche & le strategie
la propaganda,
una specie di dichiarazione,
i traditori, i giornalisti embedded
e le spie.
la dichiarazione di guerra
per questa guerra mediterranea
in pieno svolgimento
è scritta all’incontrario.
la dichiarazione di guerra
dell’Europa al mondo
(non bianco e periferico)
è stata vergata sull’acqua
con aceto e inchiostro simpatico.
la dichiarazione di guerra
è redatta in un oscuro
linguaggio iniziatico.
ieri notte,
tra un messaggio promozionale
e l’altro, alla televisione
un presunto, soi-disent, giornalista
ne ha letta una sintesi
nel suo dialetto strettissimo:
balbettando, balbettando
e balbettando.
agli eventuali non udenti
ne hanno indirizzata una versione mimica
molto più fluida,
piena di sorrisetti e ammiccamenti.
per motivi che risulteranno chiari
solo al momento della vittoria finale
(solo e soltanto
in quel giorno fatidico!)
la dichiarazione di guerra
è tutta spezzettata in mezze frasi
e minacciose allusioni
tra le parentesi e le note a margine
delle risoluzioni
sulla crescita, la concordia globale
e lo sviluppo armonico.
la dichiarazione di guerra
per questa guerra d’annientamento,
per il nemico, tra tutte le morti,
elegge a perfetta quella per sparizione
tramite annegamento:
è talmente razionale e logica
che se riesci a leggerla tutta non fa una piega.
anche da questo punto di vista
la vecchia guerra fredda
alla guerra nuova dichiarata in ‘sta maniera
fa una sega.
la dichiarazione di guerra –
han precisato nella smentita confermativa –
per sicurezza, ha valenza retroattiva.
per finire,
e per rassicurare l’opinione pubblica
europea
(sempre tanto sensibile
e impressionabile, poverina!)
tra una riga e l’altra
dell’invisibile dichiarazione segreta,
ufficialmente mai esistita,
è molto ben spiegato
che per accorgersi
che c’è questa guerra
è necessario avere – come minimo –
la pelle del colore sbagliato.
..
L’IMMAGINE qui sopra è tratta dalla mostra collettiva «Indigo Magic», curata da Kibibi Ajunku al Frederick Douglass-Isaac Myers Maritime Museum di Baltimora.