Padova, grandi affari per quasi tutti
di Rom Vunner
C’è una vecchia canzone che fa “Ma quando torno a Padova…ritrovo tutti i popoli davanti a ‘sta Basilica…”. Oggi quando uno arriva a Padova si trova un territorio depressivo/paranoico: se arriva in auto viene subito informato che non è il benvenuto ma che deve comportarsi bene poiché il Grande Fratello lo osserva. Se, invece, arriva in treno può spaventarsi e pensare di essere a Kabul: il piazzale è devastato da anni di interminabili lavori, presidiato dall’esercito e da figure simili a Robocop che invece sono una squadra super speciale della Polizia Locale, una sorta di guardia pretoriana al servizio del Sindaco. Se uno poi ci vive fa molta fatica a non far devastare la propria coscienza da una propaganda che nulla ha da invidiare alle teorie di Lombroso ed Evola, ben diffuse da un apparato mediatico che appare scimmiottare Joseph Paul Goebbels.
Esagerato?
Un punto di partenza di questa situazione si può trovare nel mitico “muro di via Anelli”. In realtà non si trattava di un muro e poco aveva a che vedere con l’immaginario che il nome appioppatogli richiamava. Tuttavia lì ha iniziato a insinuarsi una cultura devastante. Quel pezzo di lamiera è costato alla città – alla cittadinanza – 440.000 €, telecamere incluse. Nel corso degli anni si continuano a spendere centinaia di migliaia di € in telecamere. Tanto che, appunto, la municipalità ne va così orgogliosa da annunciarlo al posto dell’usuale messaggio di benvenuto (saremmo una città universitaria, di fede e turistica). Negli ultimi mesi, poi, la situazione si è ulteriormente degradata. Da quando il famoso Sindaco sceriffo Flavio Zanonato è stato promosso a Ministro dello Sviluppo, il reggente, Ivo Rossi, si è dato molto da fare per non essere da meno del suo diretto superiore. Siamo partiti con i writer, pericolo pubblico tale da essere additati come organizzazione a delinquere, non di stampo mafioso ma pur sempre un’organizzazione malavitosa. Ovviamente incrementate le telcamere. Da quel momento un crescendo osceno sino ad arrivare a vietare di sedersi per terra, glissando sul fatto che le panchine siano di fatto scomparse dal centro di Padova. Nelle poche panchine rimaste, poi, è fatto divieto di coricarsi. Negli stessi giorni in cui si studiano questi, ma non solo, divieti, si scopre che un gruppo di nomadi è solito lavarsi in uno dei cimiteri cittadini per cui il Comune provvede immediatamente a chiudere l’acqua, altrimenti sarebbe impossibile dire che queste persone puzzano e sono sporche per natura. Un colpo di genio.
Di queste uscite abbonda il bestiario municipale e potrebbe essere utile raccoglierle a futura memoria. L’ultimo colpo del reggente è togliere l’alloggio comunale a chi delinque. Dopotutto è venuta la Ministro Cancellieri a certificare che il carcere di Padova deve essere un modello per la nazione intera. Tanto che il reggente si dice contrario all’indulto (mentre l’ex sindaco si dice favorevole – un occhio al Governo e uno alle elezioni cittadine prossime venture?). Un carcere in cui i presenti sono il 208% della capienza. Però è un carcere pulito e i detenuti possono lavorare e quindi essere recuperati. Chi opera nei servizi a bassa soglia sa perfettamente che nel carcere di Padova ci stanno sempre le stesse persone, più i nuovi arrivi entrati in questo girone infernale da cui è quasi impossibile uscire se non a piedi in avanti. Già, se sei in carcere e ti comporti bene puoi lavorare per la cooperativa che opera al suo interno da decenni (se si esclude un breve periodo in cui ha interrotto la sua attività caritatevole per “assurde rivendicazioni sindacali” – così le ha definite il quotidiano cittadino del gruppo L’Espresso). Quando finisci la pena, ovviamente, la cooperativa ti licenzia perché dovrebbe pagarti e non sarebbe più concorrenziale sul mercato. Ovviamente quando esci non hai una casa. Puoi andare al dormitorio pubblico, se hai un colpo di culo veramente grande. Ovviamente dal dormitorio devi uscire alla mattina presto e rientrare la sera. Ovviamente questo è il regolamento e non importa un cazzo nemmeno se sei ammalato. Ovviamente non c’è un posto dove passare la giornata e non puoi sederti per terra e nemmeno sdraiarti sulle panchine. Ovviamente è meglio per te se ti suicidi, come succede troppo spesso. Se sei una cooperativa o un’associazione che opera nel sociale è meglio che stai muta perché è il Comune a dare gli appalti, a confermarli e a decidere quando pagarti, per cui, come si dice in Veneto, se il padrone ti dice di attaccare il mulo dietro al carro, tu attacchi il mulo dietro al carro e taci.
Questo batage politico/mediatico ha prodotto effetti devastanti: a Padova è ormai appurato che se uno delinque è perché possiede il gene e/o lo spirito del delinquente. Ii degrado è dovuto a fattori genetici o spirituali, è legato a caratteristiche esclusivamente individuali e non ambientali. Nessuno si chiede se esistano dei fattori scatenanti, se il disagio non sia una condizione soprattutto sociale. Ecco qui applicate le teorie di Lombroso ed Evola. Così l’ex sindaco prima, e il reggente ora, tuonano che loro parlano solo con le persone per bene, loro rappresentano solo la parte sana della popolazione. Un crescendo di folle repressione che ha fatto aumentare a dismisura il degrado e la microcriminalità. Un sistema che non viene messo in dubbio da questi risultati fallimentari ma che vede un progressivo aumento della brutalità repressiva versa il debole. Non è dato sapere fin dove possa spingersi ma ha raggiunto livelli quasi demenziali, sino al capo della Polizia Locale che, difronte alle lamentele di genitori stufi di vedere maltrattati i loro figli, afferma che i giovani dopo la scuola devono restare in casa! Un tempo si sarebbe detto un regime, ora si chiama più democraticamente, lotta al degrado.
Se invece sei un fedele uomo di partito come Lino Bertan, messo come Amministratore Delegato delle maggiori Grandi Opere infrastrutturali dell’area e vieni arrestato e condannato per tangenti, bhé, cosa vuoi che sia. Grazie al tuo lavoro, e alla militanza nel Partito, hai una bella casa dove scontare gli arresti domiciliari e finita la pena avrai pagato il fio e potrai riprendere la tua attività nell’onorata società. Se sei un imprenditore che gestisce la maggior parte dei cantieri delle Grandi Opere infrastrutturali come Piergiorgio Baita e disponi di una rete incredibile, anche interna ai servizi segreti, per truffare lo Stato e ingrassare, bhé cosa vuoi che sia, hai accumulato un ottimo capitale che ti permette di mantenere, a te e alla tua famiglia, un ottimo tenore di vita. Queste due tipologie di delinquenti, a differenza dei bruti degradati nello spirito e nel corpo, sono stati costretti a delinquere dall’ambiente, perché le cose funzionano così, ma sono brave persone che andavano spesso a cena nei migliori ristoranti con l’ex sindaco e l’attuale reggente. Queste brave persone non faranno mai le loro tag sui muri, non si siederanno mai per terra e nemmeno si coricheranno sulle panchine, non sono degradate nel corpo e nello spirito.
… continua?
Continua? Ho paura di si, vuoi fermarli sul più bello?
Accidenti!!! Spero che non trovino il modo di infastidirti per le tue esternazioni…sarebbero capaci di aprire un manicomio in barba alle leggi e ospitarti a vita. E io che mi lamento che da noi non si fa niente per il degrado, ma leggendoti penso che è meglio così.
Da Padova me ne sono andata tanti anni fa e ho promesso che sarei tornata solo nel momento e con gli strumenti che mi avrebbero permesso di cambiare quelle città di fascisti perbene. Sto aspettando e mi sto attrezzando. Segnali premonitori c’erano già stati: “l’aria de sofego” descritta si respiravano già alla fine degli anni ’90 quando frequentavo il liceo e una donna sindaco decise di abbattere, anzi radere al suolo, uno dei due centri sociali pochi giorni dopo la sua elezione parlando per la prima volta di degrado. Quel centro sociale io non lo frequentavo, ma ricordo bene che quello fu il giorno in cui mi svegliai…
Gelo Polare
Ho paura anche io di sì. Nella prossima tornata elettorale, poi, si candiderà, molto probabilmente, per la (lega la) Lega il famoso Bitonci. Ci si aspetta una guerra tra titani.
Frantzisca
Spero di no
Valentina
e negli ultimi dieci anni la giunta Zanonato ne ha abbattuti altri, ho perso il conto. Qui stiamo lavorando a questo progetto http://www.radiazione.info